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La tunisina è la prima giocatrice araba nei quarti di uno Slam e in top 50. "Spero di essere un'ispirazione" dice. Lo vorrebbe anche Djokovic, che ammette: "Ho avuto un impatto positivo sui giovani, ma in Serbia c'è ancora un problema di infrastrutture"
di Marco Mazzoni | 26 gennaio 2020
L'ingresso nel mondo Pro è stato difficile dopo i successi da junior: “Non nascondo che i primi anni sul tour professionistico sono stati molto difficili, avevo grandi aspettative ma ho subito notato come il mio gioco fosse troppo diverso da quello della maggior parte delle avversarie, che mi sconfiggevano con un tennis assai più fisico e schematico. Il mio invece è molto vario, amo lavorare la palla, cambiare sempre soluzioni, ma questo mi è costato un periodo di adattamento più lungo. Ci credevo, ero sicura che il mio momento sarebbe arrivato, che sarei riuscita ad impormi. Sono stata paziente ma devo ringraziare la mia famiglia ed il mio team per avermi supportata in molti momenti difficili. Avevo bisogno di soldi per viaggiare e pagare un coach, non è stato facile ma non mi sono mai arresa, continuando la mia carriera. Il mio sogno? Vincere Roland Garros”. Jabeur è stata premiata come sportiva araba dell'anno, e la sua popolarità in Tunisia è notevole, tanto che sul web girava una foto di un bar di Tunisi aperto alle tre del mattino con molta gente incollata alla tv per seguire una sua partita in diretta. “Ho trovato il mio equilibrio e la mia strada, sono sposata con il mio fisioterapista e mi sento più matura, pronta a lottare per i miei obiettivi sportivi”.
Interessanti le sue parole in merito alla situazione del tennis in Serbia: “Ovviamente i miei successi e la mia popolarità hanno un impatto positivo per l'attività tennistica in Serbia. In passato, prima di Bobo Zivojinovic e Monica Seles, non avevamo una grande tradizione. Quindi all'improvviso è esploso il movimento. Non credo al caso, ma nonostante non esistesse alcun sistema o struttura che supportasse la nostra svolta nel tennis professionistico, all'improvviso abbiamo avuto tre numeri uno: Ana Ivanovic, Jelena Jankovic ed io, oltre a Nenad Zimonjic in doppio, e un forte top 10 come Janko Tipsarevic.
"È stato incredibile e questo ha aumentato enormemente la popolarità del tennis, con un moltissimi giovani che hanno preso una racchetta in mano. Il problema è ancora quello delle infrastrutture, ma anche di un sistema che non ha realmente seguito il successo come avrebbe dovuto. Quando non sono impegnato cerco di rendermi utile, attraverso il tennis club che gestiamo a Belgrado o in prima persona nel mio tempo libero, supportando la Federazione e chiunque ami davvero il tennis per implementare un sistema a lungo termine che possa consentire ai bambini e genitori di avere un accesso più facile e più economico alla disciplina. Giocare a tennis è davvero costoso per chi vive con uno stipendio medio in Serbia, questa è la realtà. Non manca la passione, ma per colpa dei costi molti scelgono il basket, il calcio, la pallavolo o la pallamano, nel mio paese sport molto diffusi. Siamo un paese in cui si preferiscono gli sport di squadra, ma è bello vedere una disciplina individuale crescere nell'interesse generale. Ci seguono molto in tv, ma dobbiamo lavorare tantissimo per colmare il gap che esiste nel numero di praticanti di base rispetto agli altri sport di squadra”.
Il canadese Milos Raonic grazie al successo in tre set sul croato Marin Cilic si guadagna un posto nei quarti dell'Australian Open, ed il “privilegio” di sfidare Novak Djokovic. Un bel risultato ad inizio stagione, dopo un 2019 complicato da molti problemi fisici. Il canadese nel dopo partita ha parlato di come sia difficile ritrovare il proprio miglior tennis quando non riesci a dare continuità agli allenamenti e ai tornei. “Non ho giocato molto l'anno scorso, ed è stata dura mentalmente affrontare un periodo così, ma credo di averlo superato. La parte più difficile di questa off-season è stata la consapevolezza di aver fatto sei buone settimane di allenamento, senza problemi, e sperare di ottenere buoni riscontri dal campo, che invece non sono arrivati subito. Per fortuna la mia condizione è cresciuta nel torneo, adesso l'obiettivo è continuare a giocare come sto facendo in questa settimana e costruirmi un “momentum” positivo su cui proseguire la stagione, trovare continuità tra tornei ed allenamenti evitando pause forzate. Sarebbe bello aver la possibilità di allenarsi costantemente mantenendo un livello alto, questo ti permette di evitare periodi di training molti intensi necessari a ritrovare la forma dopo gli stop per infortuni, come mi è capitato nella scorsa stagione quando sono stato costretto a letto o seduto su un divano per diverse settimane”.
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