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39 anni fa una delle partite più attese: il fuoriclasse svedese che si era ritirato 7 anni prima tornava in Campo a Monte-Carlo contro lo spagnolo Arrese. Usando un attrezzo obsoleto e con un guru 79enne a bordo campo
di Enzo Anderloni | 23 aprile 2020
Accadde oggi
Il 23 aprile del 1991 Bjorn Borg, che si era ritirato dalle competizioni nel 1984, a soli 28 anni, rimise i piedi su un campo da tennis per una partita ufficiale del circuito Atp. Era il torneo di Monte-Carlo e l’ex n.1 del mondo, 6 volte vincitore a Parigi e 5 volte (consecutive) a Wimbledon, aveva ricevuto una wild card, un invito dagli organizzatori monegaschi, per questo suo originale tentativo di rientrare in azione.
Borg aveva infatti deciso di riprendere ad allenarsi e di provaresi a misurarsi con il tennis di inizio Anni Novanta utilizzando la sua vecchia racchetta Donnay in legno, pesantissima e con il piatto corde piccolissimo (75 pollici quadrati). Avrebbe affrontato giocatori che, oltre a essere molto più giovani, utilizzavano ormai esclusivamente racchette in grafite con il piatto corde da 90/95 pollici quadrati (ma Andre Agassi e Monica Seles impugnavano addirittura “racchettoni” da 107 pollici quadrati).
Si era allenato anche in Italia: lo avevamo visto in azione allo Sporting Club di Novate Milanese con Ugo Pigato, uno dei nostri più forti seconda categoria allora (oggi maestro e coach della sua promettente figlia Lisa), seguito a bordo campo da Loredana Bertè, allora sua moglie.
Non aveva più al suo fianco l’allenatore storico, Lennart Bergelin, ma una strana figura di guru del benessere fisico e mentale, specialista nello Shiatsu, il 79enne Ron Thatcher, noto come “Tia Honsai”. Una figura corpulenta e canuta, con un vistoso ‘panama’ bianco in testa, che si faceva notare negli ambienti tennistici come una sorta di originale maestro Jedi.
Il sorteggio dell’Open di Monte-Carlo aveva opposto allo svedese 34enne lo spagnolo Jordi Arrese, 26 anni, grande regolarista e specialista della terra battuta e la partita, attesissima, non ebbe storia: finì 6-2 6-3. Sicuramente a Borg mancava l’abitudine al match ma ancor di più dovette pesare l’inadeguatezza dell’attrezzo che non permetteva al campione svedese di spingere la palla con la stessa forza e gli stessi margini di sicurezza dell’avversario che utilizzava una Dunlop in grafite e fibra di vetro.
“So che c’erano grandi aspettative sul mio ritorno – commentò Borg- ma non mi ero caricato di troppa pressione. Competere ancora mi diverte e sono pronto a continuare e a rimanere ancora a lungo nel circuito”.
Non sarebbe andata proprio così. Quell’anno non avrebbe disputato altri match. Ci avrebbe riprovato nel 1992, utilizzando una racchetta tecnologicamente aggiornata. Non ebbe fortuna: disputò 8 tornei perdendo sempre al primo turno, senza riuscire a vincere nemmeno un set. Sarebbe andata un filo meglio l’anno successivo: 3 tornei, tre sconfitte all’esordio, ma sempre al terzo set. Ciononostante, quella contro il russo Alexander Volkov a Mosca, persa al tie-break del terzo set, sarebbe stata la sua ultima partita ufficiale. Nel frattempo, Jordi Arrese avrebbe vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1992 a Barcellona.
IL COMPLEANNO
Daniela Hantuchova: 37. Slovacca nata a Poprad nel 1983, è stata n.5 della classifica mondiale il 27 gennaio del 2003. In carriera ha vinto 7 torneo Wta, tra i quali due volte il Premier di Indian Wells. Il suo miglior risultato negli Slam sono le semifinali agli Open d’Australia del 2008, ma vanta i quarti di finale a Wimbledon nel 2002 e agli Us Open (nel 2002 e 2013).
Fortissima anche in doppio, è stata n.5 nel ranking di specialità nella quale ha conquistato 9 titoli tra cui quello degli Internazionali BNL d’Italia del 2006 insieme alla giapponese Ai Sugiyama. Finalista in tre Slam (due volte in Australia, una a Parigi) è una delle sole 5 giocatrici della storia ad aver completato il Career Grand Slam in doppio misto. Ha infatti vinto a Wimbledon nel 2001 insieme al ceco Leos Friedl, agli Australian Open nel 2002 insieme a Kevin Ullyett dello Zimbabwe, al Roland Garros nel 2005 con il francese Fabrice Santoro e, sempre nel 2005, agli Us Open con l’indiano Mahesh Bhupathi.
ALTRI COMPLEANNI
Nicole Vaidisova: 31. Giocatrice della Repubblica Ceca nata però in Germania, a Nuremberg, nel 1989, è arrivata fino al n.7 del mondo il 14 maggio del 2007. Vanta le semifinali al Roland Garros nel 2006 e agli Australian Open 2007, i quarti di finale a Wimbledon nel 2007 e 2008. Avviata molto precocemente all’attività agonistica, cominciò a manifestare un calo di motivazione a soli 20 anni e smise di giocare nella primavera del 2010. Tornò in campo nel 2014 e disputò qualche partita per poi ritirarsi definitivamente nel 2016. E’ sposata con l’ex collega Radek Stepanek e ha un figlioletta di un anno e mezzo, Stella.
Terry Moore: 68. Mancino statunitense, nato ad Hartford, Connecticut, nel 1952 è stato n. 32 del mondo il 29 ottobre del 1984. Insieme al connazionale Eliot Teltscher è stato finalista nel doppio al Roland Garros del 1981: furono battuti dalla coppia svizzero-ungherese formata da Heinz Gunthardt e Balazs Taroczy.
Chuck Adams: 49. Statunitense nato a Pacific Palisades, California, nel 1971 vanta un best ranking di n.34 del mondo raggiunto il 6 febbraio del 1995. Ha vinto un titolo nel circuito Atp, a Seul nel 1993, battendo in finale l’australiano Todd Woodbridge.
Alex Bogomolov Jr.: 37. Russo-americano nato a Mosca nel 1983, figlio del noto coach (Alexander Bogomolov Sr.) che ha allenato tra gli altri Larisa Savchenko, Evgeny Kafelnikov e Andrei Medvedev, vanta un best ranking di n.33 del mondo raggiunto nel 2011.
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