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Parla a SuperTennis la Sindaca del capoluogo piemontese che ospiterà le Atp Finals dal 2021 al 2025, cui il presidente Binaghi ha proposto la candidatura prossime elezioni della Fit. “Insieme alla Federazione abbiamo vinto una sfida a livello mondiale grazie al lavoro di squadra”. L’intervista integrale in tv al termine della diretta Giorgi-Juvan da Palermo
07 agosto 2020
E’ una mentalità vincente quella di Chiara Appendino, 36 anni, sindaca di Torino, la città che sarà capitale mondiale del tennis nei prossimi cinque anni, in cui ospiterà le Atp Finals.
Laureata in economia internazionale e management, a suo tempo tennista agonista classificata in terza categoria, oggi mette questo suo spirito in tante grandi iniziative, dalla costruzione del più grande evento tennistico mai organizzato in Italia alla candidatura per il prossimo Consiglio Fit propostale dal presidente Angelo Binaghi (le elezioni si svolgeranno il prossimo 12 settembre). Un consiglio che avrà l’onore e l’onere di tenere a battesimo questo “Masters” con i migliori otto giocatori del mondo per la prima volta ‘made in Italy’.
Ecco alcuni passaggi dell’intervista che ha rilasciato a Livio d’Alessando di SuperTennis, che é andata in onda nella sua versione integrale ieri sul nostro canale televisivo ieri sera, e che potete rivedere qui.
Questa sua passione, questo suo impegno nella marcia verso Torino ha fatto sì che il Presidente Binaghi maturasse l'idea di portare il suo contributo anche all'interno del Consiglio federale...
“Credo che sia in realtà un riconoscimento per il lavoro fatto dalla città, che è fatta di istituzioni, di circoli, di movimento, appunto, del tennis. E che possa essere una bella occasione per la città. Poi ovviamente vedremo gli sviluppi e che cosa accadrà nelle prossime settimane ma ne sono felice; e sono orgogliosa per la città, soprattutto”.
La sinergia tra la Federazione e la città ci porta a parlare delle ATP Finals: che ricordo ha dell’origine, del momento iniziale in cui questa avventura?
“Una telefonata in cui si disse: sembra che Londra in qualche modo metta in discussione la continuazione delle Finals sul Tamigi. Io mi ricordo che le prime volte che ne abbiamo parlato si diceva: quante possibilità abbiamo? 1 su 100. Ce ne davano 1 su 100. Ho detto: se ce n'è una, vale la pena di provarci. E così è iniziato tutto. L'abbiamo vinta e persa tantissime volte. Comunque abbiamo battuto città come Tokyo, Londra. È stato tutto molto complicato e l'ingrediente giusto è stato il lavoro di squadra”.
Si è detto della sua passione per il tennis, ma come è stato il suo approccio con questo mondo? La sinergia con la Federazione ma anche la conoscenza dell'ATP, Mi pare di capire che il suo entusiasmo vada anche oltre al compito proprio dell'amministratore. Ci sta mettendo qualcosa in più…
“Quando sono andata a Londra, ancora prima che fossimo tra le cinque città finaliste e ho avuto occasione di incontrare dirigenti dell'Atp con cui abbiamo iniziato a lavorare, ci abbiamo messo veramente tutta la passione che potevamo metterci. Non tanto e non solo per la ricaduta che ha l'evento ma perché oggettivamente a me il tennis è sempre piaciuto, mi piace, mi entusiasma e quindi mi viene naturale. Ho conosciuto un mondo straordinario. Adesso abbiamo anche un presidente italiano. Credo che l'arrivo di Gaudenzi (Ceo dell’Atp n.d.r.) sia un bel messaggio per il tennis italiano e quindi la collaborazione è forte. Credo che anche l'esperienza di Next Gen e degli Internazionali di Roma in collaborazione con ATP sia un'ottima base di partenza su cui noi stiamo costruendo un progetto ancora più grande per le ATP Finals”.
Il presidente Binaghi ha sempre sottolineato di aver trovato qui a Torino grande entusiasmo, partecipazione da parte di tutte le Istituzioni, e non solo le Istituzioni, sul progetto…
“E’ stato un lavoro di squadra. Devo dire che il presidente Binaghi, e tutta la struttura della Federazione, ha fatto un lavoro enorme. Anche la credibilità di progetti come Next Gen o gli Internazionali di Roma, che comunque sono un percorso importante che è stato fatto, ha dato credibilità alla città di Torino. Qui da noi c'è stato entusiasmo fin da subito: avere un evento di questo genere per 5 anni di fila, con quello che rappresenta il tennis, per la città in termini di riconoscibilità, di indotto economico, è un'occasione straordinaria. Quindi ci siamo messi al lavoro sin da subito”.
C'è un masterplan molto ambizioso che coinvolgerà la Federazione e il territorio non solo per la settimana dell'evento ma sarà proprio un viaggio da qui ai prossimi 5-6 anni…
“Sì. L'obiettivo è che la settimana delle Finals sia un momento che si ripete nei 5 anni ma che fa parte di una città che lavora sul tennis, che promuove il tennis e che si fa conoscere attraverso il tennis ogni giorno dell'anno. Tutta la città verrà coinvolta: avremo eventi in giro per la città anche di accompagnamento rispetto a quella settimana di novembre che costituirà l'apice di tutto”.
Stiamo vivendo un grande momento per il tennis italiano…
“I risultati del tennis italiano stanno aiutando molto, stanno anche avvicinando tanti ragazzi e ragazze al tennis. Qui a Torino non posso non parlare di Lorenzo Sonego (Campione d’Italia e n.46 del mondo n.d.r.) che abbiamo riconosciuto anche come Ambasciatore della città e proprio recentemente ha deciso di tornare ad allenarsi allo Sporting di Torino. Però ci sono Matteo Berrettini, Sinner. C’è Fognini. C'è tanto tennis italiano. Lo si dice poco ma questo grande momento ci ha aiutato molto nell’ottenere il risultato delle ATP Finals. Perché è vero che c'è stato un lavoro di squadra pazzesco con il Governo e con la Federazione Italiana Tennis, però è altrettanto vero che la prospettiva del tennis italiano, e quindi i risultati che stanno arrivando tra i più giovani e giovanissimi, ha dato grande forza alla candidatura”.