Chiudi
Day 8 a Flushing Meadows: l’austriaco, n.2 del tabellone, soffre solo set contro Auger Aliassime e centra i quarti, dove troverà De Minaur (prima volta in un Major). Il russo, finalista 12 mesi fa, lascia solo 5 giochi all ultimo americano in gara,
di Gianluca Strocchi | 08 settembre 2020
Dopo la domenica shock agli Us Open, con la squalifica del numero uno del mondo Novak Djokovic, l’ottava giornata metteva in scena gli incontri che completano l’allineamento ai quarti. Toccava dunque alla metà inferiore del draw maschile, dove in un’edizione orfana di icone quali Rafa Nadal (campione uscente, con 19 trofei Slam in bacheca) e Roger Federer (a quota 20 Major), Dominic Thiem e Daniil Medvedev ambivano a tenere fede al loro ruolo di seconda e terza forza del seeding.
L’austriaco ha saputo tenere a bada l’impeto del talento emergente Felix Auger-Aliassime, proseguendo la sua corsa a New York. Nei quarti affronterà l'asutraliano Alex De Minaur.
Il russo ha infilato l'ennesima prestazione impressionante: contro lo statunitense Frances Tiafoe ha chiuso 6-4 6-1 6-0 in un'ora e 38 minuti. Ora gli tocca un derby con il connazionale Andrey Rublev, che ha eliminato il nsotro Matteo Berrettini.
C’era tanta attesa per il primo confronto diretto fra l’austriaco e il Next Gen canadese. Thiem, numero 3 della classifica mondiale e secondo favorito del seeding, nell’inseguimento al suo primo titolo Slam, due giorni dopo aver superato lo scoglio di un “past champion” come il croato Marin Cilic (re nella Grande Mela nel 2014), era chiamato a un’altra verifica probante delle sue ambizioni. Fin qui il suo rendimento è andato in crescendo (103 vincenti nei primi tre turni), mostrando di essersi lasciato alle spalle il passo falso all’esordio nel “Western & Southern Open” della scorsa settimana contro Filip Krajinovic.
E così è stato contro il ragazzo di Montreal, destinato a un futuro radioso e per la prima volta approdato alla seconda settimana di un Major. E questo è stato un fattore determinante, come del resto aveva chiaramente dichiarato alla vigilia il giocatore di Wiener Neustadt: "Felix è un grande giocatore, senza alcun vero punto debole: ottimo da guardare, grande atleta ma anche grande persona. L'unica cosa che gli manca è l'esperienza ed è quello che cercherò di sfruttare a mio vantaggio in questa partita".
Detto e fatto. Nel primo set il finalista di Melbourne si è complicato un po’ la vita, quando avanti di un break ha servito per il set sul 5-4 senza riuscire a chiuderlo, sul 5-5 non ha trasformato altre due palle break (dopo quelle già mancate nel primo e terzo gioco) trovandosi a inseguire, ma si è rifugiato al tie-break dove ha gestito meglio i punti che contavano, incamerando la frazione per 7 punti a 4. Un paio di game lottati ma persi ad inizio seconda partita hanno come spento l’interruttore del 20enne canadese, numero 21 Atp e 15esima testa di serie, che aveva messo in fila Thiago Monteiro, Andy Murray – qui vincitore nel 2012 – e Corentin Moutet.
Di converso, passata la paura, Thiem con maggior tranquillità ha alzato i giri del motore, con le sue spallate e il match non ha avuto più storia. Era entusiasta di mettersi alla prova con uno dei big mondiali Felix, però un buon primo set non è bastato. E l’abitudine a match come questi è imprescindibile per arrivare in fondo a un Major. Sicuramente farà tesoro di questa battuta d’arresto nel suo percorso di crescita, proprio come l’austriaco ha fatto in passato quando si è trovato di fronte i “Big Three”, ad esempio Nadal, che in questo torneo nei quarti del 2018 lo fermò in cinque set.
Thiem troverà Alex de Minaur, che sul Louis Armstrong Stadium ha centrato il terzo successo in altrettanti ‘head to head’ con Vasek Pospisil, già sconfitto sul duro nel 2018 a Washington e al “1000” di Shanghai.
Il Next Gen australiano, numero 26 della classifica mondiale e 21 del seeding, in versione baffetto, rapidissimo di piedi e solido nel gioco, ha eretto un muro smontando progressivamente le certezze dell’avversario, indotto all’errore (48 complessivi a fronte di 43 vincenti e soprattutto dei 13 “non forzati” del rivale) dai tanti colpi che lo ha costretto a fare “Demon”: 76(6) 63 62 il punteggio con cui in due ore e 17 minuti ha staccato il pass per i suoi primi quarti in uno Slam.
Il 30enne di Vernon, numero 94 Atp, spintosi per la prima volta fino agli ottavi a Flushing Meadow collezionando scalpi eccellenti come il connazionale Milos Raonic, finalista nel “1000” che ha preceduto questo appuntamento e risalito al 18esimo posto in classifica, e lo spagnolo Roberto Bautista Agut, numero 11 della classifica e ottava forza del torneo, può certo recriminare per aver mancato 4 set point consecutivi nel tie-break della prima frazione (6 a 2), perdendo la bellezza di sei punti di fila. Il contraccolpo psicologico accusato dal canadese ha spianato la strada nel secondo parziale al 21enne di Sydney (battuto da Jannik Sinner nella finale delle ultime Next Gen ATP Finals a Milano), che poi in avvio di terzo set ha piazzato a zero il break che ha messo tutto in discesa, dando il colpo di grazia alle speranze di Pospisil, dimessosi dal Player’s Council ATP per essere al fianco di Novak Djokovic nella neonata associazione.
Nella sessione notturna dell'Arthur Ashe Stadium i riflettori erano accesi, infine, su Daniil Medvedev, finalista nella Grande Mela dodici mesi fa. Tra il russo, numero 5 del mondo e terza testa di serie, e il suo secondo quarto di finale consecutivo c’era l’ostacolo Frances Tiafoe, numero 82 Atp, ultimo superstite della pattuglia a stelle e strisce, sul quale si appuntavano le speranze dei tifosi statunitensi (a distanza e non direttamente sugli spalti).
Il 22enne di Hyattsville era per la prima volta negli ottavi agli Us Open, uscito con il sorriso dalla battaglia in cinque set contro John Millman al secondo turno e poi in grado di dominare l’ungherese Marton Fucsovics. L’obiettivo di Tiafoe, che si è affidato alle cure di dell'ex top 10 sudafricano Wayne Ferreira per tentare un ulteriore salto di qualità, era centrare il suo secondo quarto di finale Slam dopo Melbourne 2019 quando battè Kevin Anderson e Grigor Dimitrov.
Due dei tre precedenti erano sono stati però appannaggio del 24enne di Mosca, a Washington lo scorso anno e a gennaio all’ultimo Australian Open (in 4 set), anche se Tiafoe, figlio di un immigrato della Sierra Leone, si era aggiudicato il primo incrocio fra i due, risalente al 2015, nelle qualificazioni del torneo di Nizza.
Il confronto si è risolto con un monologo impressionante di Medvedev che ha strappato 8 volte il servizio all'avversario, ha vinto 20 punti su 29 quando Tiafoe ha servito la seconda palla, lasciandogli alla fine solo 5 giochi: 6-4 6-1 6-0 il punteggio finale. Il russo, in quattro turni, non ha ancora perso un set. O meglio: ha perso solo 29 giochi in 12 set giocati.
Un campanello d'allarme per il suo connazionale Andrey Rublev, che lo conosce da quando erano bambini: "Ha un modo di giocare tutto suo - ha dichiarato - Ti obbliga a rallentare, non ti fa fare il tuo gioco. Ti obbliga ad avere pazienza, ad aspettare, a giocare scambi lunghi. Dopo un'oretta di questo logorio la maggior parte dei giocatori comincia ad andare fuori di testa, cerca di accelerare, di accorciare gli scambi, di chiudere subito il punto. E raccoglie molto meno di quanto butta via".
Quanto raccoglierà Rublev, lo vedremo. Di certo il quarto di finale tutto russo non sarà inedito: i due hanno cominciato a sfidarsi da ragazzini:"La prima volte che ci siamo incontrati - ha raccontato Medvedev - eravamo quanto di peggio si potesse vedere in un match giovanile: non facevamo che piangere e tirare le racchette contro la recinzione del campo".
Non ci sono commenti