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Fabio lotta con il cuore per due ore ma cede al francese Humbert al secondo turno degli Internazionali BNL d'Italia: "Sono comunque contento al 99% di questo match, ho compiuto un significativo passo avanti che mi lascia ben sperare..."
di Gianluca Strocchi | 17 settembre 2020
Qualche lampo del Fabio Fognini doc (specie nelle accelerazioni di rovescio e in qualche smorzata) ma ancora una condizione fisica e agonistica non sufficiente per cogliere la prima affermazione dopo l’operazione e il lungo stop. Non basta neppure il cuore e un completo tutto arancione – il colore della gioia in naturopatia -, con banda trasversale sul petto nera (come i bordini) e doppia F bianca sulla spallina sinistra, oltre alla bandana granata, all’azzurro per cogliere il primo successo dopo l’intervento di pulizia ad entrambe le caviglie effettuato a Ravenna a fine maggio: al secondo turno degli Internazionali BNL d'Italia il 33enne di Arma di Taggia, numero 13 del ranking mondiale e settima testa di serie, in un Centrale purtroppo deserto ha ceduto per 75 76(4), in due ore esatte di gioco, al francese Ugo Humbert, numero 42 Atp (uno dei dodici “bleus” nella Top 100 mondiale: nessun Paese ne ha di più), suo best ranking.
Sicuramente un avversario tosto, il 22enne mancino di Metz, uno dei giovani in prepotente ascesa nel circuito, che quest’anno ha conquistato il suo primo titolo Atp imponendosi ad Auckland, senza trascurare le semifinali a Delray Beach e i quarti a New York, contro il quale nel primo testa a testa tra i due il ligure – rientrato nel tour a Kitzbuhel dopo aver rinunciato alla trasferta americana - ha dato fondo a tutto quel che aveva.
Ci teneva Fabio, alla dodicesima partecipazione consecutiva agli Internazionali BNL d’Italia (tredicesima complessiva nel main draw), con i quarti del 2018 come miglior risultato, a dare anche il suo contributo in un’edizione all’insegna del Tricolore, magari riuscendo ad essere il quarto azzurro a raggiungere gli ottavi al Foro (eguagliando il record del 1979). Però, in sede di bilancio, si tiene comunque stretta la prestazione. “Sono contento al 99% perché ho fatto un grande passo avanti anche rispetto alla settimana scorsa, era il principale obiettivo di questa partita, l’1% è invece per il risultato finale, la sconfitta, anche se avrei meritato almeno il terzo set. Una partita di questo livello mi lascia ben sperare per il futuro essendo la seconda dopo l’operazione”, l’auspicio del gladiatore di tante battaglie in Nazionale.
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Fognini spiega poi il perché questo incontro lo rende ottimista. “Era da Dubai che non giocavo una partita decente, quando venivo da un infortunio al polpaccio. La riabilitazione è stata lunga, certo, e lo sapevo: ho sofferto e soffro ancora, ma si trattava di una questione da affrontare di petto, come del resto sto facendo. Del resto, non ho ancora sensibilità nella parte esterna vicino al mignolo per un problema avuto al nervo. In ogni caso, come ho ripetuto spesso in campo, automatismi sarà la parola chiave che mi accompagnerà negli ultimi tornei che giocherò in vista del 2021, come rodaggio”.
Dopo la bellezza di sei break consecutivi, è stato il 22enne di Metz, che si diletta a suonare piano e chitarra, a tenere per primo la battuta così da issarsi sul 4-3. Il ligure, sotto gli occhi di Corrado Barazzutti, suo coach e capitano azzurro di Coppa Davis, lo ha imitato per due turni, però sul 5-6 ha ceduto a zero il servizio (rovescio abbondantemente largo) e quindi il set dopo 55 minuti.
Nella seconda frazione, dopo qualche lancio di racchetta a terra, più per frustrazione che per vera rabbia, il 33enne di Arma di Taggia al cambio campo del 2-1 Humbert ha lanciato un paio di urlacci (“Sveglia, basta”), ma non è stato sufficiente ad evitare il break (1-3). Eppure il mancino d’Oltralpe, pure lui alquanto falloso, ha restituito il “favore”, con riaggancio sul 3-3, salvo poi allungare sul 5-3 grazie ad alcuni errori dell’azzurro, che ha preso anche un “warning”, proprio come il titolo della sua autobiografia (‘La mia vita tra le righe’) da un paio di giorni in libreria.
Con il cuore l’italiano ha recuperato fino al 5-5, rifugiandosi al tie-break. Dove sullo slancio è volato 2 a 0, ha mancato il possibile 3-0, poi sul 3-3 ha piazzato un ace a uscire da destra, però ha messo lungo un dritto di manovra che ha ridato energia al francese. E altri tre errori di Fognini (rovescio lungo sul match point) hanno consentito al 22enne Ugo, incitato in tribuna da mamma Anne, di staccare il pass per gli ottavi – i primi per lui in un Masters 1000 – dove sfiderà il Next Gen Denis Shapovalov, numero 14 Atp e 12esima testa di serie, in un incrocio tutto mancino.
Guarda avanti, al dopo Roma, il ligure, che inoltre guarda con piacere i progressi esponenziali della Giovine Italia. “Io l’ho sempre detto, sono molto contento di veder crescere altri giocatori in Italia. E la cosa bella è che sono quasi un ex, ma a 33 anni sono ancora lì, mi ci alleno e mi diverto. Le sensazioni nel Centrale vuoto? Non è bellissimo giocare al Foro in queste condizioni, però c’è davvero poco di normale in questo 2020 per via di questo maledetto virus. E per fortuna perdere non conta nulla o quasi per la classifica e nel mio caso mi consente di avere il tempo di rientrare da un infortunio così grave. So benissimo che in questo momento non sono veloce o reattivo come in passato, comunque ora andrò ad Amburgo e poi al Roland Garros, quindi parlerò con Corrado e il mio team per capire se vale la pena proseguire sul duro oppure fermarmi”.
Con l'intenzione, in fondo al cuore, di ritornare protagonista nel nuovo anno.