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Eventi internazionali

Bergamo, Arnaldi sbatte contro Struff e il suo conto in sospeso

Battendo un italiano dopo l'altro, il tedesco vola in semifinale al Trofeo Perrel-Faip dove, dopo due finali perse, sogna il titolo. Vavassori ci prova ma cede a Borges. Sorpresa: Virtanen elimina Stricker

04 novembre 2022

Jan-Lennard Struff (foto Milesi)

Jan-Lennard Struff (foto Milesi)

È fantastico vedere quanti ottimi giovani tennisti abbiate in Italia”Jan-Lennard Struff esordisce così, senza neanche domanda specifica. È legittimato a farlo, perché nella sua avventura al Trofeo Perrel-Faip di Bergamo (45.730€, Slam Court) ne ha battuti tre, uno dopo l'altro. Prima Flavio Cobolli, poi Luca Nardi, infine Matteo Arnaldi in una partita molto combattuta, chiusa solo al decimo game del terzo set, col punteggio di 4-6 6-1 6-4. Un match interessante, in cui il sanremese ha avuto le sue chance.

Dopo aver vinto il primo set grazie a due break, e ceduto rapidamente il secondo, Arnaldi ha avuto una palla break sull'1-0 nel terzo set, annullata da un gran passante in contropiede del tedesco. Il break per Struff arrivava al terzo game (2-1 e servizio) e veniva conservato fino alla fine dopo un ultimo brivido sul 4-3, quando il generoso Arnaldi si procurava l'ultima palla break. Lì il tedesco era aggressivo e il pallonetto dell'italiano finiva lungo. “Lui ha giocato un ottimo primo set, per me è stato importante restare in partita dopo averlo perso e ridurre gli errori – dice Struff, all'undicesima vittoria a Bergamo su tredici partite – nel primo set forse ho sbagliato troppo, poi ho lottato duramente, tenendo tante palle in campo. Ma lui mi è piaciuto: è giovane e talentuoso, la differenza è stata minima”. Sceso al numero 168 ATP, soltanto tre anni fa era tra i top-30. Il ranking attuale non rispecchia il suo livello, anche se uscire dal mondo dei tornei Challenger è complicato. Costretto a giocarli dopo l'infortunio al piede di questa primavera, non ha ancora trovato la via per tornare tra i top-100. 

“Dopo il mio rientro ho giocato alcuni buoni match e altri meno, ma la qualità media dei Challenger è migliorata moltissimo. Era da un po' di anni che non ne giocavo e posso dire che è molto difficile venirne fuori. A Braunschweig ho vinto il torneo, ma ho avuto bisogno di giocare al meglio e battere ottimi avversari. Ma poi ne ho giocati altri, pensavo di continuare a vincere, invece sono arrivate delle sconfitte perché ho trovato avversari molto forti. Il livello è molto più alto rispetto a quello a cui ero abituato”. Nei limiti del possibile ha provato a giocare i tornei ATP, con alterni risultati, e Bergamo è solo il suo quinto Challenger in cinque mesi. 

“Sarebbe bello vincere il titolo dopo due finali – racconta, alludendo alle edizioni 2013 e 2014 – è bello essere a Bergamo, adoro il suo pubblico. Creano una bella atmosfera, fanno il tifo... Mi piace tanto: ovviamente non è facile giocare contro gli italiani, il pubblico è tutto per loro, ma sono sempre stati molto corretti. Più in generale mi piace giocare in Italia, penso al torneo di Roma dove sono pazzi per il tennis e c'è un gran tifo. A Bergamo mi trovo benissimo, quest'anno ho anche noleggiato un auto e ho visitato la città. Bella, mi è piaciuta”. Abituato a giocare nel circuito ATP, Struff troverà un altro avversario mai affrontato prima: l'austriaco Jurij Rodionov, che nel match inaugurale di giornata aveva superato alla distanza Yannick Hanfmann, evitando un derby tedesco in semifinale. 

VAVASSORI CI PROVA, MA BORGES È TROPPO SOLIDO

Non ci saranno italiani in semifinale al Trofeo Perrel-Faip. Le ultime speranze erano affidate ad Andrea Vavassori, a cui si chiedeva l'impresa contro Nuno Borges, numero 96 ATP e unica testa di serie rimasta in gara. Andrea ci ha provato, ma non c'è stato nulla da fare. Esausto dopo tre mesi a tutta birra, si è arreso con un doppio 6-4 al portoghese, reduce da una stagione fantastica. Il piemontese ha avuto le sue chance, ma non è mai riuscito a strappare il servizio a Borges. Incassato il break nel game d'apertura, Vavassori ha avuto quattro palle break complessive per ricucire il primo set, ma non ne ha sfruttata neanche una. Per la verità, nel dialogo da fondocampo la superiorità di Borges era abbastanza evidente. 

Andrea Vavassori (foto Milesi)

Andrea provava a giocare palle basse, tagliate, prive di peso, ma raramente metteva in difficoltà un giocatore che ben si adatta alle superfici dure in virtù della lunga permanenza al college americano (dal 2016 al 2019 ha frequentato la Mississippi State University). E poi il campo bergamasco non è troppo veloce, ulteriore aiuto per Borges. Nonostante una combinazione tecnica sfavorevole, Vavassori è stato bravo a restare in partita. Ha giocato alcuni punti ad alto tasso spettacolare, prendendosi l'ovazione dei 1.000 spettatori del PalaIntred. Avrebbe meritato qualcosa di più, anche in avvio di secondo, quando ha avuto una palla break sull'1-0. Sfumata quella, non è più stato competitivo in risposta e ha incassato il break decisivo sul 2-2, sigillato da un doppio fallo. 

L'urlo liberatorio di Borges dopo il matchpoint lasciava intendere il rispetto per l'avversario. Per lui è stata una stagione super, suggellata dalla qualificazione a Roland Garros, Wimbledon e Us Open (laddove si è spinto al secondo turno), ma che gli ha fruttato un solo titolo, a Barletta. L'Italia gli porta fortuna, e chissà che il bis non arrivi proprio a Bergamo. In semifinale se la vedrà con Otto Virtanen: tra i due non ci sono precedenti. Nel frattempo, il torneo si prepara al gran finale: sabato sarà tempo di semifinali: si parte alle 16.30 con Struff-Rodionov, seguito (alle 18.30) da Borges-Virtanen. Non prima delle 20 ci sarà la finale del doppio, con impegnato nuovamente Jan-Lennard Struff: in coppa con Henri Squire, se la vedrà con i francesi Jonathan Eysseric e Albano Olivetti.

Otto Virtanen (foto Milesi)

LA STELLA INATTESA DI OTTO VIRTANEN

A sorpresa, il primo semifinalista della parte bassa è infatti il qualificato Otto Virtanen. Il finlandese, classe 2001, ha vinto cinque partite per eguagliare il miglior risultato in carriera. Noto per aver partecipato ad alcune Pro-Am, in cui mette alla prova tennisti dilettanti nel provare a rispondere al suo servizio, Virtanen ha mostrato un tennis di ottimo livello per battere – contro pronostico – la stellina Dominic Stricker, spegnendo la suggestione che lo svizzero potesse eguagliare quanto fatto da Holger Rune. Dopo aver dominato il primo set (vinto 6-4, ma il punteggio avrebbe potuto essere ben più severo), Virtanen si è disunito dopo una palla break mancata nel quarto game: era convinto che un suo colpo vincente fosse buono, ma la palla è stata chiamata fuori. 

Lo svizzero ha tratto forza dal momento ed è volato sul 5-3. A quel punto Virtanen ha confermato ottime qualità, recuperando immediatamente e trascinando il set al tie-break. Lo ha dominato fino al 6-1, ha tremato nei primi quattro matchpoint, ma un errore di misura di Stricker nel quinto lo spingeva alla terza semifinale Challenger dopo quelle giocate a Surbiton (sull'erba) e Liberec (sulla terra battuta). Significa che si tratta di un giocatore completo, poliedrico. E chissà che Bergamo non possa lanciare la sua stella inattesa, dopo che per giorni l'interesse era stato tutto su Stricker. 

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