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Nel primo match di giornata del “Group Tokyo 1970” Zverev si impone in tre set sull’argentino Schwartzman e rimane in corsa per la qualificazione alle semifinali: “Il mio rendimento cresce, come speravo”. Stasera Djokovic e Medvedev si giocano il primo posto nel girone
di Tiziana Tricarico | 18 novembre 2020
Alexander Zverev rialza la testa alle Nitto ATP Finals (5.700.000 dollari di montepremi), che per il dodicesimo anno di fila si disputano alla “O2 Arena” di Londra prima di passare il testimone a Torino. Un’edizione del cinquantenario, sottolineata dai nomi assegnati ai due gruppi, giocata senza pubblico a causa della pandemia.
Nel primo match di giornata del “Group Tokyo 1970” il tedesco, numero 7 del ranking mondiale e 5 del seeding, campione nell’edizione di due anni fa (ed ancora tra i migliori quattro lo scorso anno), si è lasciato alle spalle il passo falso di lunedì contro Daniil Medvedev e si è imposto 63 46 63, in due ore e 11 minuti di gioco, sull’argentino Diego Schwartzman, numero 9 ATP ed ottava testa di serie, uno dei due debuttanti di questa edizione. Il 23enne di Amburgo si giocherà dunque le sue chance di qualificazione nel match di venerdì contro il numero 1 del mondo Novak Djokovic, mentre il sudamericano incassa la seconda sconfitta in altrettante partite e dice praticamente addio alle speranze di qualificazione.
Due pari il bilancio dei precedenti, con “Sascha” che si è aggiudicato molto nettamente l’ultimo, disputato in finale a Colonia 2 tre settimane e mezzo fa. Non la miglior versione di Zverev, tutt’altro. Solo un po’ meglio di quella vista contro Medvedev.
La fortuna del 23enne di Amburgo, alla sua quarta partecipazione alle Finals, è che sul veloce dell’arena londinese Schwartzman, alla sua prima volta al “Masters”, non sembra proprio a suo agio.
Come contro Djokovic è lui a strappare per primo la battuta all’avversario dopo aver a sua volta salvato una palla-break (2-1). Il vantaggio del 28enne di Baires però dura poco perché, fallita la chance del 3-1, rimette subito in corsa il suo avversario (2-2).
“Sascha” non è tranquillo, e se centrino anche situazioni extra-tennistiche non è dato sapere. Ad ogni modo il tedesco trova un minimo di continuità al servizio, croce e delizia fin qui in quest’avventura londinese, centra un secondo break nel sesto game e poi archivia il parziale per 6-3, non prima però di aver dovuto annullare altre due palle-break consecutive.
Schwartzman ancora in difficoltà in avvio di seconda fazione ma l’argentino salva entrambe le palle-break. Nel secondo game Zverev cancella con un ace una palla-break in un game dove da 40-0 si complica non poco la vita (1-1). Nel game successivo il 28enne di Baires si distrae e concede tre palle-break di fila: salva le prime due ma non la terza. Zverev ringrazia ed allunga sul 3-1.
Il tedesco con sangue russo nelle vene però accusa spaventosi alti e bassi di concentrazione e rimette in corsa il suo avversario (3-3). Nel decimo gioco “Sascha” completa il disastro concedendo altre due palle-break consecutive che sono altrettanti set-point: il 23enne di Amburgo cancella il primo con un ace, ma sul secondo Schwartzman si aggiudica uno scambio combattutissimo pareggiando il conto dei set (6-4).
Nella frazione decisiva Zverev ritrova attenzione e focus giusti, strappando la battuta all’avversario nel quinto game, interpretato in modo impeccabile, tanto da ricevere i complimenti dello stesso “El Peque” dopo il punto che sancisce il break, confermato subito dopo salendo il 4-2.
Il giocatore tennista da David Ferrer si procura anche due opportunità per il doppio break, annullate con tenacia dall’argentino, che rimane in scia. Ma con il decimo ace Zverev sale 5-3 ed è attento a sfruttare un paio di errori del sudamericano per chiudere subito il discorso al primo match-point.
“Avevo di fronte un avversario complicato, che merita di essere a questo Masters e quindi sono soddisfatto di aver vinto la partita", il commento a caldo di “Sascha”.
"Penso di aver avuto il giusto atteggiamento, del resto per me dopo il successo del 2018 alle ATP Finals è quasi un obbligo dover vincere ogni partita qui a Londra. A Parigi avevo accusato un piccolo problema fisico e avevo perso il ritmo, fin dall’inizio ho detto che qui punto a migliorare partita dopo partita il mio rendimento e in questo caso ci sono riuscito. Non vedo l’ora di sfidare Djokovic venerdì: sarà un match molto complicato, lo so bene, ma al tempo stesso assai stimolante e mi auguro di poter esprimermi ancora meglio di oggi”.
Un 2020 al di sotto delle aspettative per Zverev che ha vinto due titoli a Colonia, ha centrato la prima semifinale Slam all’Australian Open e la prima finale allo US Open, dove non gli sono bastati due set di vantaggio per battere Thiem: a New York “Sascha” è stato il più giovane finalista dopo Djokovic nel 2010, ed il primo tedesco a giocarsi un trofeo Slam dopo Schuettler (Australian Open 2003). Per Alexander ora un bilancio di 28 vittorie e 10 sconfitte.
Abbastanza deludente invece per Schwartzman questa sua prima partecipazione alle Finals (l’altro esordiente di questa edizione è il russo Rublev). Per il 28enne di Baires un 2020 senza titoli ma con tre finali - Cordoba, Roma e Colonia 2 - ed una semifinale Slam, la prima in carriera, al Roland Garros: per lui un bilancio di 25 match vinti e 14 persi (ko londinese compreso).
Con questa seconda battuta d’arresto saluta di fatto Londra “El Peque”, primo argentino nell’élite mondiale dopo Juan Martin Del Potro e più basso ad aver raggiunto questo traguardo dopo lo statunitense Harold Solomon nel 1981. Irrilevante l’ultimo match del round robin contro Medvedev.
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