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Elias Ymer, mai entrato in Top 100, batte al tiebreak del terzo set il numero 37 del mondo Sebastian Baez. Poi Mikael domina Schwartzman. Prima sorpresa a Bologna nel girone A di Coppa Davis
di Alessandro Mastroluca, da Bologna | 13 settembre 2022
Prima partita, prima grande sorpresa alla Unipol Arena di Bologna. La Svezia batte l'Argentina 2-0 e rende ancora più incerta la corsa per i primi due posti che valgono la qualificazione ai quarti.
Elias Ymer, numero 119 del mondo, ha aperto lo show battendo l'argentino Sebastian Baez, numero 37, 64 36 76(4). Poi il fratello Mikael, numero 98, ha dominato Diego Schwartzman, numero 17, 62 62. "Dobbiamo essere molto fieri di quello che abbiamo fatto" ha detto il minore, ma meglio classificato, dei fratelli Ymer.
Nel primo confronto fra le due nazionali dal 2010, dal 3-2 dell'Argentina a Stoccolma nell'unica delle sei precedenti sfide disputate sul duro, Ymer fa un figurone. Gioca un primo set aggressivo, preciso, efficace. Nel secondo subisce il ritorno di Baez, rientrato in campo dopo il ritiro per infortunio al primo turno dello US Open contro Andy Murray.
Nel terzo la tensione prima blocca il 21enne di Buenos Aires, che solo contro la Repubblica Ceca nel preliminare di aprile ha debuttato in nazionale, poi frena Ymer che sale 5-2 ma non chiude. La tenacia di Baez, protagonista alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals l'anno scorso, non basta.
Ymer, semifinalista a Pune quest'anno, ha già dimostrato di sapersi esaltare in Coppa Davis un anno fa. Senza il fratello Mikael, infortunato, è diventato il vero protagonista di un percorso sorprendente concluso con il primo quarto di finale per la Svezia nella manifestazione dal 2011.
"Penso che abbia giocato meglio di me oggi - ha ammesso Baez -, ha preso l'iniziativa nei momenti importanti. A questo livello devi essere sempre concentrato al 100% e oggi in alcune fasi lui lo è stato più di me".
Il successo trascina anche il fratello Mikael che ha festeggiato l'undicesimo successo negli ultimi 15 incontri disputati in Davis, senza dubbio uno dei più significativi. Più solido e sicuro, mette da subito in crisi Schwartzman che commette 15 gratuiti nei primi sei game del match. Lo svedese, che ha perso l'unica finale ATP disputata in carriera, ribalta la differenza di categoria. Serve meglio, mette in campo l'85% di prime e ne ricava il 70% di punti, e non concede nessun punto facile all'argentino, rimasto preda delle sue stesse tensioni.
"Sono molto felice, ho fatto quello che dovevo" ha detto Ymer, che ha cambiato leggermente la sua routine pre-partita per fare il tifo fino all'ultimo per il fratello Elias. "Di solito non mi piace vederlo giocare, desidero sempre tantissimo che vinca e questo mi toglie molte energie. Ma nel terzo set sentivo che aveva bisogno di una spinta in più e ho fatto un'eccezione. Spero abbia aiutato".
Deluso, e non potrebbe essere altrimenti, il numero 1 argentino Schwartzman. "Non ha funzionato niente per me, lui invece ha giocato un'ottima partita - ha ammesso -. Anche nei pochi game lunghi, nei momenti importanti lui ha giocato bei colpi e io ho commesso molti errori. In allenamento avevo fatto molto, molto meglio. Cercavo di trovare le soluzioni, ma non ci sono riuscito".
Si chiude così il gran giorno dei fratelli Ymer, che può rilanciare una storia di famiglia che comincia nel 1987 quando il padre Wondwosen, buon mezzofondista, lasciò l'Etiopia e trovò una nuova casa in Svezia, a Skara, paesino di 20.000 abitanti a 150 chilometri da Goteborg. Elias, Mikael e l'ultimo nato della famiglia, Rafael, sono nati qui, rispettivamente nel 1996, 1998 e 2006. Wondwosen capisce presto che i figli non seguiranno le sue orme, quando Elias prende la prima racchetta in mano a quattro anni. Inizia una storia da romanzo, che a Bologna è diventata manifesto di passione e resilienza.
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