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Eventi internazionali

L'altra Australia: la maratona dei giovani e le parole di Alcott

Una finale drammatica, che ha sfiorato le 4 ore, ha chiuso il tabellone dei 'boys', quello Under 18. Ha vinto l'americano Kuzuhara, mentre tra le ragazze si è imposta la croata Marcinko. Spettacolo anche negli eventi di wheelchair, con le parole di Alcott, all'ultimo torneo, a impreziosire la finale dei Quad

01 febbraio 2022

Come ogni Slam che si rispetti, anche l’ultima edizione degli Australian Open ha raccontato storie meravigliose. Ashleigh Barty, profeta in patria, si è confermata sempre più numero uno. Rafa Nadal è entrato nel mito dalla porta principale, recuperando due set di svantaggio a Daniil Medvedev per mettere le mani sul Major numero 21. Nel doppio, Kokkinakis e Kyrgios hanno regalato gioia e spettacolo al pubblico di casa, unendosi al ruggito delle cece Krejcikova e Siniakova. Ma c’è dell’altro.

Il copione dell’ultimo atto del torneo maschile Juniores, per esempio, sembra essere stato scritto dal più sadico degli sceneggiatori. Il titolo è andato allo statunitense Bruno Kuzuhara, testa di serie numero uno, che in quasi quattro ore di gioco ha piegato la resistenza di Jakub Mensik: 7-6 6-7 7-5 il punteggio finale, con il 16enne ceco costretto ad arrendersi con un doppio fallo prima di essere portato via dal campo in sedia a rotelle. Stremato.

Nel primo set, Kuzuhara ha recuperato uno svantaggio di 1-3, alzando notevolmente il livello nel tie-break, chiuso 7-4 con uno straordinario dritto vincente. Il secondo parziale non ha visto break ma è stato un’autentica girandola di emozioni. L’americano non ha convertito alcuna delle otto palle break a sua disposizione, ma sotto 5-6 ha salvato ben tre set point passando attraverso un game da ben 15 minuti, compreso uno scambio da 36 colpi. Follia, sotto il sole di Melbourne.

Sul 6-6, Mensik ha dimostrato maggiore lucidità, rimettendo la questione al set decisivo. Pronti, via. Break e contro break immediato nel secondo e nel terzo gioco, prima di lasciare spazio all’epica. Si è spinto oltre il limite, il giovane ceco, colpito da crampi lancinanti prima del crollo definitivo. Il primo a soccorrerlo dopo il match point è stato proprio Kuzuhara, ancora incredulo di aver messo un punto a una finale che resterà nella storia del torneo.

l nuovo numero 1 del mondo è nato in Brasile da genitori di origine giapponese, trasferitisi negli States poco dopo la nascita del piccolo Bruno. Si allena in Florida, sotto la supervisione di Brian Baker, ex numero 29 del ranking ATP. A 17 anni è diventato il quarto giocatore americano nell’Era Open a vincere il titolo dopo Andy Roddick (2000), Donald Young (2005) e Sebastian Korda (2018). Con il trionfo in doppio al fianco di Coleman Wong (Hong Kong), l’albo d’oro torna a registrare un “double” dopo l’impresa del ceco Jiiri Vesely nel 2011.

Decisamente meno drammatica, sportivamente parlando, la finale femminile. La nuova regina di Melbourne è la croata Petra Marcinko, 16 anni, che in un’ora e diciassette minuti si è imposta sulla belga Sofia Costoulas con lo score di 7-5 6-1. Nel primo parziale, caratterizzato da grande equilibrio, è emerso il gioco a tutto campo della talentuosa tennista di Zagabria, che dopo aver ottenuto il break nell’undicesimo game ha chiuso in bellezza con uno spettacolare serve & volley.

La testa di serie numero 8, subìto il colpo, si è sciolta piuttosto rapidamente lasciando andare via il match senza creare problemi alla Marcinko. La vittoria del suo primo Slam ha permesso alla croata di consolidare la prima posizione mondiale, ottenuta dopo il successo nel prestigioso Orange Bowl. Nell’albo d’oro del torneo, la Marcinko va ad aggiungersi alle connazionali Lucic-Baroni (1997), Kostanic (1998) e Konjuh (2013).

Infine, ma non per ordine di importanza, il wheelchair. Nella categoria ‘Quad’ maschile titolo all’olandese Sam Schroder anche se il mondo del tennis ha reso omaggio alla leggenda, il padrone di casa Dylan Alcott, al suo ultimo match da professionista. Si chiude così una carriera da record, con 15 Slam in singolare e ben sette Australian Open consecutivi.

"Sono davvero il ragazzo più fortunato del mondo e non avevo bisogno di una vittoria oggi per rendermene conto", ha detto Alcott al termine della sfida. "Sarebbe stato bello vincere, ad essere onesti. Ma sono ancora la persona più fortunata che abbia mai incontrato. Sono il ragazzo più fortunato di questo Paese, se non del mondo, a vivere la vita che vivo". 

Quanto al ‘Men’s Wheelchair’ ad imporsi è stato il numero 1 del mondo, il giapponese Shingo Kunieda, che in finale ha superato il britannico Alfie Hewett con il punteggio di 7-5 3-6 6-2. Nel femminile quarto Open d’Australia per l’olandese Diede De Groot, che nell’ultimo atto della manifestazione ha lasciato appena due giochi alla connazionale Aniek Van Koot.


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