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Medvedev shock: "Ho smesso di sognare, difficile continuare così"

La delusione per la sconfitta porta il russo a una lunga e amara riflessione in conferenza stampa, a proposito del pubblico. "Il bambino che sognava in grande oggi dentro di me non c'è più. Per me sarà difficile continuare a giocare. Rafa è stato fenomenale, irreale, ma la gente deve avere rispetto"

di | 30 gennaio 2022

Non l'ha presa benissimo. Daniil Medvedev è un ragazzo emotivo, e questa non è una scoperta di oggi. Quello che si scopre stavolta, dopo una sconfitta che peraltro sarebbe stata dura da assorbire per chiunque, è invece un ragazzo decisamente fragile. Lontano dall'idea che il moscovita aveva dato sin qui, mentre sembrava che si divertisse a provocare il pubblico di ogni latitudine, traendo forza dai fischi che gli piovevano addosso, a Madrid come a Londra, come a Miami, come in diverse parti del mondo.

“Sarà una conferenza stampa un po' diversa dal solito quella di oggi – ha attaccato Medvedev prendendo la parola alle 3.04 della mattina australiana – perché voglio raccontarvi la storia di un ragazzo che ha cominciato a giocare a tennis a 6 anni, e che aveva dei grandi sogni, quelli di tutti i bambini che cominciano a praticare questo sport: giocare nei grandi tornei, diventare uno dei migliori. A 12 anni cominciai a disputare i primi tornei di Tennis Europe, poi ebbi una bella occasione di esibirmi davanti a un pubblico importante, circa duemila persone per la finale degli Youth Olympic Games, in Turchia. È in quelle situazioni che uno comincia a pensare in grande, ad aver voglia di stare sui palcoscenici più prestigiosi”.

“Poi fai un altro step, e arrivi a giocare gli Slam Juniores. Ricordo una volta, quando incrociai John Isner per la prima volta dal vivo e pensai a quanto era più grosso di quello che pareva in televisione... Poi arrivano i Futures, i Challenger, e sono i momenti più duri. Ricordo che in diverse occasioni ho cominciato a dubitare dei miei sogni, a pensare se era il caso di continuare a inseguirli. Negli Slam ho vissuto delle sconfitte pesanti da sopportare, ricordo una contro Bonzi, un'altra contro Herbert. E ricordo delle conferenze stampa con un solo giornalista presente. Anche in quei casi ho preso a dubitare di nuovo. Ma ero tra i top 50, tra i migliori della mia generazione, andavo avanti”.

“Non vi starò a dire perché, ma durante questa partita contro Nadal ho smesso definitivamente di sognare. Da ora in poi giocherò solo per me stesso, per mantenere la mia famiglia, per le persone che mi vogliono bene e per tutti i russi, perché quando gioco in Russia sento sempre un grande supporto da parte della gente. Se ci sarà un torneo in Russia, a costo di saltare un evento del Grande Slam, sarò ben contento di giocare quello piuttosto che Roland Garros o Wimbledon. Il ragazzo ha smesso di sognare, è tutto”.

Un momento di disincanto e di amarezza comprensibile, dopo una sconfitta come quella maturata in finale in Australia, con tutto (o quasi) il pubblico contro. “Se parliamo di tennis, è una partita che si è decisa su pochi dettagli. Lui è stato fenomenale. Fenomenale. Rafa lo conosciamo, ma stavolta è stato irreale. Irreale, davvero. Ma non è della sconfitta o della mia prestazione che sono deluso. Sono deluso dalla mancanza di rispetto (del pubblico, ndr), sono arrabbiato e deluso per questo. Quel bambino che sognava in grande oggi in me non c'è più. Sarà difficile continuare a giocare a tennis in questo modo”.

“Quando affrontavo le prime volte i Big 3, Roger, Rafa e Novak, sembrava che tutti non vedessero l'ora che qualcuno potesse arrivare a batterli. Oggi mi pare che nessuno voglia più vederli perdere. Non è una cosa solo di questo momento, è una sensazione che viene da lontano. Ma stavolta è stato l'apice. Il fatto di essere russo può incidere su questo aspetto: quando gioco contro avversari di altri Paesi, sento sempre molto calore attorno a loro, poco o nulla attorno a me. Bene, detto tutto questo, ho grande rispetto per Rafa e per quello che ha ottenuto oggi. Nella sua testa, la vittoria per fare la storia del tennis sarà stata ben presente da qualche parte, ma lui l'ha gestita in modo incredibile. Non voglio nemmeno dire che ha vinto perché ha lottato, sarebbe banale quando parliamo di Nadal. Ha saputo gestire tutto alla perfezione. Ho un profondo rispetto per lui”.

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