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Eventi internazionali

Australian Open, Tiley: "Protocollo severo? Chi si lamenta, può stare a casa"

Il CEO di Tennis Australia spiega le sanzioni per chi viola le norme di sicurezza prima e durante l'Australian Open: si può andare dalla multa all'espulsione dal Paese. "Chi trova stancante rispettare il protocollo, farebbe bene a non venire" ha detto. John Isner non ci sarà: "Non voglio stare tanto tempo lontano dalla famiglia"

di | 12 gennaio 2021

Il pubblico assiste alla sfida tra Djokovic e Federer (foto Getty Images)

Il pubblico assiste alla sfida tra Djokovic e Federer (foto Getty Images)

"Chi ritiene sia stancante rispettare le nostre regole, farebbe bene a non venire". Non usa certo parole sfumate Craig Tiley, CEO di Tennis Australia, che ha visto le spese per la "bolla" durante le due settimane di quarantena obbligatoria, l'Australian Open e i cinque tornei che precederanno lo Slam a Melbourne Park, lievitare a 40 milioni di dollari australiani.

Il regime di quarantena obbligatoria sarà più stretto rispetto alla "bolla" in vigore durante i tornei post-lockdown del 2020. Più severe saranno anche le sanzioni per chi non dovesse rispettare le regole previste. "Oltre a una multa di 20 mila dollari e ad accuse di carattere penale, ogni violazione del protocollo può comportare anche una delle seguenti sanzioni: squalifica dal torneo, perdita del prize money, quarantena ancora più estesa, confinamento nella camera d'albergo imposto dal governo, arresto, espulsione dal Paese".

A Melbourne, i giocatori trascorreranno la quarantena in tre hotel: il Grand Hyatt, il Pullman Albert Park e il View Melbourne a St. Kilda. Chi dovesse risultare positivo, verrà spostato all'Holiday Inn.

Le limitazioni prevedono un massimo di cinque ore consentite fuori dalla camera dell'hotel per i giocatori, finalizzate ad allenamento in campo, palestra e per mangiare, sempre e solo all'interno delle strutture stabilite dall'organizzazione: Melbourne Park, il National Tennis Centre e l'Albert Reserve. I tennisti si possono allenare a coppie fisse nella prima settimana, a gruppi di quattro nella seconda della quarantena. 

Tennisti verso Melbourne, fra padel, pesi e supercar

Una cinquantina di persone saranno invece ad Adelaide, compresi Rafa Nadal, Novak Djokovic, Dominic Thiem, Serena Williams, Simona Halep, protagonisti poi il 29 gennaio di un'esibizione al Memorial Drive che coinvolgerà quattro giocatori e quattro giocatrici. 

Con i top player, ci saranno anche i relativi compagni fissi di allenamento, con i loro staff. Jeremy Chardy ha accusato l'organizzazione di aver riservato loro un trattamento privilegiato, Tiley ha spiegato che le condizioni da rispettare sono le stesse ma ha ammesso, come riporta l'agenzia France Press, che "qualche beneficio" ci potrà essere per il gruppo più ristretto di giocatori in isolamento obbligatorio ad Adelaide.

Lisa Neville, il ministro per i Servizi di Emergenza dello stato della Victoria di cui Melbourne è capitale, si è detta fiduciosa nelle misure di sicurezza messe a punto dall'organizzazione. Misure che prevedono la messa a punto di ottanta voli charter per Melbourne e Adelaide per spostare 1270 persone, tra atleti e accompagnatori. "E' incredibile, non abbiamo mai visto niente del genere. Dal punto di vista logistico, è un piccolo miracolo" ha detto Tiley a Tennis Channel.

Tra i viaggiatori non ci sarà John Isner. Il numero 25 del mondo, che ha partecipato a dodici delle ultime tredici edizioni dell'Australian open, ha annunciato che non andrà a Melbourne. "Non è stata una decisione facile" ha spiegato Isner, sconfitto a sorpresa dal figlio d'arte Sebastian Korda nei quarti di finale dell'ATP 250 di Delray Beach, che SuperTennis trasmette in diretta.

"Non volevo restare tanto tempo lontano dalla mia famiglia" ha detto Isner, sposato con Madison McKinley e padre di due figlio: Hunter Grace di due anni e John Hobbs di uno.

"A questo punto della mia carriera, vorrei viaggiare il più possibile con loro - ha aggiunto -. Prima della pandemia, mi ero detto che li avrei portati con me il più possibile, che avremmo cercato di rendere questa esperienza divertente perché non continuerò a giocare per sempre. In questo momento la mia priorità è la famiglia, non il tennis".

Molti fan, commentando l'annuncio sui social network, ricordano le sue posizioni contrarie all'uso delle mascherine. "Non servono, farle indossare agli allenatori di football americano è puro teatro" scriveva Isner su Twitter a dicembre. E a chi gli ribatteva che tutti dovrebbero indossarle, rispondeva secco: "Ti hanno fatto il lavaggio del cervello".

Anche Christian Harrison manifesta la stessa posizione, che coincide con la linea assunta durante l'emergenza Covid dal presidente uscente Donald Trump e dai governatori degli Stati a lui più vicini. Una linea contestata apertamente da Andy Roddick, che rilancia una serie di tweet in cui si spiegano le ragioni della richiesta di impeachment di Trump dopo l'assalto al Congresso per "incitamento all'insurrezione".

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A Delray Beach Harrison è stato multato di 3 mila dollari perché non si è presentato all'intervista post-partita in quanto avrebbe dovuto farla indossando la mascherina. "Mi avevano detto che non era obbligatorio, non sapevo che sarei stato multato. Non è salutare indossare la mascherina al sole per un tempo superiore a quanto strettamente necessario dopo una partita dura" ha scritto.

"Se una donna può indossare una mascherina mentre partorisce" gli ha risposto Sachia Vickery, "sono sicura che potrai sopravvivere a un'intervista post partita".

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