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La sfida fra due dei giovani più forti rappresenta anche il confronto fra due stili e due personalità diverse e spiccate. Con qualche precedente pepato…
di Vincenzo Martucci | 18 febbraio 2021
Medvedev-Tsitsipas non è solo la semifinale nobile degli Australian Open. Non è solo il numero 4 contro il 6 del mondo, 24 anni contro 22, due trampolieri di 196 e 193 centimetri, due autorevoli candidati all’eredita dei Big Four, Federer-Nadal-Djokovic-Murray. Non è solo l’orso Baloo, il russo da braccia e gambe lunghissime che avviluppa la racchetta come una piovra, così sgraziato, tutto storto, ma sempre imprevedibile ed efficace, contro il greco con la barba da eroe acheo, bello, elegante, con un servizio risolutivo e il rovescio classico a una mano, leggero “come un uccellino” (espressione sua dopo la rimonta contro Nadal).
Medvedev-Tsitsipas è anche scontro di personalità forti, è verifica dei progressi dopo il 5-0 iniziale negli scontri diretti a favore del russo, che Stefanos ha interrotto alle Atp Finals 2019 (i due sono gli ultimi due vincitori del Super8 che quest’anno arriva a Torino) e vuole ritoccare in modo perentorio proprio in questo delicato snodo per una finale Slam. Che è la prima a Melbourne per tutti e due, la prima in assoluto per il greco, mentre il russo ha perso di poco quella di due anni fa agli US Open contro Rafa.
Medvedev e Tsitsipas non si amano. Di più: al primo scontro, al Masters 1000 di Miami 2018, dopo il successo in due set (2-6 6-4 6-2), hanno sfiorato la rissa.
A fine match, Daniil aveva ripreso verbalmente Stefanos, muovendo minaccioso verso il greco, mentre l’arbitro di sedia lo tratteneva: “Ehi, è meglio se chiudi quella bocca. Non mi guardi proprio, non mi vuoi guardare Stefan?”.
Accusandolo platealmente: “Mi ha detto Bullshit russian…” (russo di me…). Furibondo, aveva insistito, risultando credibile: “Te ne vai alla toilette, ci resti cinque minuti, e poi non mi chiedi scusa per un net?“.
Spiegando all’arbitro: “Io non ho problemi con lui, ma se vuole litigare, eccomi qui, non è colpa mia se è un ragazzino che non sa lottare”.
In realtà i toilet-break erano stati due, e il primo, prolungato, se l’era preso proprio Medvedev, poi imitato da Tsitsipas. Che si era poi scusato, in qualche modo: “Ho perso ed ero molto frustrato. Non ho detto le cose migliori e non era stata davvero una buona cosa. Di certo non avrei voluto litigare”.
Da parte sua, Medvedev non è uno stinco di santo. Da sempre fumantino a livello giovanile, all’inizio della carriera pro, si è fatto notare anche lui per sconsiderate reazioni: una volta ha gettato delle monetine sotto la sedia dell’arbitro a Wimbledon, un’altra ha accusato al torneo di Savannah, in Georgia, un giudice di linea, afroamericano di aiutare il suo avversario, afroamericano anche lui, ed è stato espulso.
E, agli Us Open 2019, ha aizzato il già focoso pubblico di New York mostrandogli il dito medio, per poi caricarlo di match in match al microfono in campo nel discorsetto post-partita: “Grazie, tifando così tanto contro mi aiutate. Grazie ancora, continuate così”.
Tsitsipas, da parte sua, sa adoperare al meglio i social network. Dopo averci perso per la quinta volta su cinque nelle semifinali di Shanghai 2019, peraltro per 7-6 7-5, nel giudicare il gioco di Medvedev, aveva commentato: “Non vorrei essere scortese, in realtà è solo noioso. È noioso. È talmente noioso! Ha un fortissimo servizio ma se riesci a rispondere, non fa altro che mandare innumerevoli palle in campo. Per metterlo in difficoltà, bisogna colpire il più forte possibile, su tutt’e due i lati, essere precisi e farlo muovere. Altrimenti la sua palla continua a tornare, continua a tornare”.
Parole che proprio a Melbourne quest’anno ha ritrattato: “Medvedev gioca in modo molto intelligente e non ti fa giocare. Bisogna starci molto attenti, sfruttare le occasioni e pressarlo”.
Senza ulteriori repliche del russo che, dopo le parole di Shanghai, aveva dichiarato: “Ogni tennista può dire qualcosa di antipatico su un altro giocatore. Quando ha festeggiato la sua vittoria alle ATP Finals abbiamo riso in tanti, non solo io e i russi, ma anche tanti altri, e ho smesso di prenderlo sul serio. Ha raccontato che, durante i festeggiamenti, è stato costretto a bere alcolici. Ha detto: 'Guarda, mamma, è stato disgustoso, ho il video'. Non è affatto divertente”.
Un primo piano di Daniil Medvedev (foto Getty Images)
Un bel primo piano di Stefanos Tsitsipas (foto Getty Images)
Medvedev e Tsitsipas hanno evidenti qualità tecniche e fisiche, e anche spiccate personalità. Hanno altro pure in comune. La mamma di Stefanos, Julia Sergeyevna Apostoli, nasce infatti Salnikova ed è russa, è arrivata fra le top 200 del tennis mondiale, suo padre ha vinto l’oro olimpico nella nazionale di calcio dell’allora Unione Sovietica nel 1956 proprio a Melbourne dove il nipote è ora protagonista nel tennis.
Hanno in comune anche la lunga frequentazioni col collega 23enne Sascha Zverev (nato in Germania da genitori russi) che è più pro-Medvedev: “Quei due hanno sempre avuto uno strano rapporto, con Daniil siamo amici sin da bambini, con Stefanos abbiamo creato buone relazioni nella Laver Cup. Queste sono cose loro. Posso dire però che Daniil gioca in un modo mai visto. Non è uno che fa vincenti eclatanti e salta sul dritto, ma per me non è noioso”.
Ultimamente i social hanno diffuso uno strano messaggio, targato dai tifosi di Tsitsipas, contro Zverev e le sue brutte vicende extra-tennistiche. Un caso? Di sicuro non è passato inosservato a questi ragazzi tanto legati al cellulare che sono rimasti bloccati tanto tempo senza giocare. Aggiungendo un altro po’ di pepe a questa semifinale di Melbourne che non è solo una semifinale Slam, ma molto di più.