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Un americano vince nuovamente il torneo di singolare maschile del Trofeo Bonfiglio, appena due anni dopo Basavareddy. Sono serviti invece 43 anni per ritrovare una tennista australiana sul gradino più alto del podio (l'ultima a segno al Tc Milano Bonacossa fu la Minter nel 1981)
26 maggio 2024
Milano guarda al futuro, con i vincitori del Bonfiglio 2024. E in particolare lo fa nel settore femminile, con una vincitrice classe 2008, ancora in attesa di compiere i 16 anni. Per loro, un trofeo da gustare e tanti sogni da coltivare, sull'onda dei loro miti: Rafael Nadal, Aryna Sabalenka ed Elena Rybakina.
BONFIGLIO, LA CRONACA DELLE FINALI
KAYLAN BIGUN
Un americano vince nuovamente il torneo di singolare maschile del Trofeo Bonfiglio, appena due anni dopo Basavareddy, che si impose nel 2022 interrompendo un digiuno che durava dal 1990: 32 anni. Segno che il tennis a stelle e strisce ha ricominciato a produrre talenti importanti, e segno che questi talenti hanno capito quanto può essere decisivo coltivare le loro qualità sulla terra battuta. Come di recente ha detto Taylor Fritz, è impensabile immaginare di essere competitivi per le posizioni di vertice, trascurando o lasciando in disparte il rosso, come avevano fatto le generazioni dei Sampras e degli Agassi, o ancora di più quella di Andy Roddick.
Nato a Los Angeles (California), Stati Uniti, il 23 maggio 2006, mancino con rovescio a due mani, l'americano attualmente si trova al numero 20 del ranking ITF Under 18, con un best ranking al numero 8. In stagione aveva già conquistato la semifinale al J300 di Indian Wells e si allena al centro USTA col padre Dimitri. Il suo giocatore preferito è da sempre un altro grande mancino: Rafael Nadal. Accreditato della testa di serie n.6, è giunto in finale in questa edizione del Trofeo Bonfiglio battendo al primo turno il tedesco Huss per 6-0 6-2, al secondo turno l'azzurro Rapagnetta per 6-2 6-2, negli ottavi di finale il bulgaro Vasilev per 7-6 6-4, nei quarti di finale lo svizzero Bernet per 6-2 7-6 e in semifinale l'olandese Rottgering per 7-5 4-6 6-3. Un percorso non privo di rischi, ma che ha visto l'americano in crescendo, fino al successo finale che ha confermato un futuro professionista dal tennis solido, ancorché con parecchi margini di miglioramento.
EMERSON JONES
Sono serviti invece 43 anni per ritrovare una tennista australiana sul gradino più alto del podio del Trofeo Bonfiglio (l'ultima a segno al Tc Milano Bonacossa fu la Minter nel 1981). Del resto la terra non è esattamente nel dna delle ragazze aussie, che magari poi col tempo si possono adattare (vedi Sam Stosur), ma che non vivono di pane e mattone tritato. Come ha confermato la stessa vincitrice, Emerson Jones: “Non posso dire sia la mia superficie preferita, ma a Milano mi sono adattata bene e adesso spero in un bel torneo al Roland Garros”.
Emerson è nata a Gold Coast (Queensland), in Australia, il 7 luglio 2008, dunque non ha ancora compiuto 16 anni. Destrorsa con rovescio a due mani, la giocatrice australiana attualmente si trova al numero 3 del ranking ITF Under 18. Inoltre è già numero 635 Wta ed è reduce dalla finale degli Australian Open Juniores. Si allena con il coach David Taylor alla National Academy di Brisbane e le sue giocatrici preferite sono Aryna Sabalenka ed Elena Rybakina.
Accreditata della testa di serie n.1, era giunta in finale in questa edizione del Trofeo Bonfiglio battendo al primo turno l'americana McNeil per 6-3 6-1, al secondo turno l'austriaca Tagger per 6-4 6-0, negli ottavi di finale la ceca Tichakova per 3-6 6-3 6-3, nei quarti di finale la bulgara Yaneva per 6-3 6-3 e in semifinale l'ucraina Kotliar per 6-2 6-1. Poi in finale il bel successo di Tyra Grant, l'italo-americana che si è goduta il tifo del pubblico, ma che non è riuscita a contenere la buona vena della rivale. Una tennista dal carattere deciso, di cui sentiremo parlare anche a livello di circuito maggiore. Il tempo gioca dalla sua parte.