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Nadal prova a rientrare ma poi dà appuntamento al 2022. Federer compie quarant’anni: Tsitsipas sale sul podio mondiale. Il curioso caso di Musetti nel “1000” canadese. Federer di nuovo sotto i ferri. In Ohio i primi quattro del seeding in semifinale in un Masters 1000 dopo nove anni. Anche Thiem chiude il 2021 in anticipo. A New York - dove figurano ben quattro azzurri nel seeding - Lorenzi saluta il tour a 39 anni. Ivashka “rompe il ghiaccio” a Wiston-Salem
di Tiziana Tricarico | 27 dicembre 2021
A Washington prosegue la stagione sul cemento americano con il “Citi Open” (ATP 500 - montepremi 1.895. 290 dollari) sul cemento della capitale degli Stati Uniti. Andreas Seppi, n.88 del ranking, supera il giapponese Yasutaka Uchiyama, n.123 ATP, proveniente dalle qualificazioni, poi si illude per un set contro il canadese Felix Auger-Aliassime, n.15 del ranking e secondo favorito del seeding, prima di cedere 26 62 62.
Debutto vincente direttamente al secondo turno per Jannik Sinner: il 19enne di Sesto Pusteria, n.24 del ranking e quinta testa di serie, lascia appena sei giochi al finlandese Emil Ruusuvuori, n.69 ATP. Il tennista allenato da Riccardo Piatti torna così a vincere un match di singolare dopo tre ko di fila all’esordio (Queen’s, Wimbledon e Atlanta).
IL (BREVE) RITORNO DI RAFA
A guidare il seeding è Rafael Nadal, al rientro nel tour dopo sette settimane di pausa (ultimo match ufficiale la semifinale del Roland Garros persa contro Djokovic): il 35enne mancino di Manacor, n.3 del ranking, che ha scelto di saltare sia Wimbledon che i Giochi olimpici di Tokyo, entra in gara direttamente al secondo turno e se la vede davvero brutta.
Nel suo primo match sul cemento dai quarti agli Australian Open persi contro Tsitsipas, lo spagnolo deve dare fondo a tutte le sue energie per battere 6-2 4-6 7-6 l’ex numero 8 del mondo Jack Sock. Appena tornato in top 200 per la prima volta da due anni a questa parte, al n. 192, lo statunitense sembra aver ritrovato il tennis dei tempi migliori, che nel 2017 gli aveva permesso di trionfare a Parigi- Bercy e di qualificarsi per le Nitto ATP Finals. “E’ stato un match molto duro, giocare di fronte a questo pubblico è fantastico”, dice Rafa.
“Un altro giorno, un’altra occasione per scendere in campo di fronte a questi straordinari tifosi. Voglio godermi di nuovo questa esperienza”. La gioia del maiorchino dura però molto poco. Negli ottavi, infatti, Nadal va a sbattere contro il sudafricano Lloyd Harris, n.50 del ranking: finisce 64 16 64 per il 24enne di Città del Capo. “Superare un campione come lui in uno stadio pieno, con un'atmosfera incredibile, è davvero straordinario”, commenta il vincitore
JANNIK L’AMMAZZA YANKEE
Ritrovato il sorriso Sinner, ed il mood giusto per diventare il più giovane vincitore di un "500". L’altoatesino firma il “Citi Open” battendo in finale 75 46 75, dopo una battaglia di quasi tre ore, lo statunitense Mackenzie Mc Donald, n.107 ATP, per la prima volta in carriera approdato all’ultimo atto in un torneo del circuito maggiore.
Jannik è bravo soprattutto a mantenere il sangue freddo contro un avversario mai domo, caricato a mille dal fatto di giocare in casa e dalla chance di vincere davanti al suo pubblico. E che mostra di possedere un tennis di molto superiore alla sua classifica.
Sul cemento americano il tennista allenato da Riccardo Piatti, tornato contro Ruusuvuori a vincere un match in singolare dopo quasi due mesi, mette in fila ben quattro “yankee”: Sebastian Korda, n.45 ATP (con il quale raggiunge le semifinali in doppio), Steve Johnson, n.81 del ranking, Jenson Brooksby, n.130 ATP in gara con una wild card, ed in finale Mc Donald.
Per Jannik è il terzo titolo in carriera (il primo in un “500”) su quattro finali disputate, il secondo in questa stagione dopo quello vinto all’ATP 250 Great Ocean Road Open di Melbourne a febbraio (il primo della carriera lo aveva conquistato a Sofia a fine 2020). L’altoatesino è il secondo italiano a raggiungere la finale in tutte e tre le categorie di tornei (ATP 250, 500 e 1000) nella stessa stagione dopo Berrettini (che ci ha aggiunto anche una finale Slam). Ma è il primo italiano a vincere a Washington: in precedenza Barazzutti (1980) e Furlan (1996) si erano fermati in semifinale.
BUON COMPLEANNO ROGER
Domenica 8 la leggenda di Federer continua: il fuoriclasse di Basilea, classe 1981, compie quarant’anni. Il suo legame con i tifosi italiani parte da lontano, da quel primo titolo - al quale ne sarebbero seguiti altri 102 - vinto a Milano nel 2001. Due anni dopo, avrebbe conquistato a Wimbledon il primo dei suoi venti trofei Slam. E poi sarebbe arrivata la rivalità con Nadal e Djokovic, i “Fab Three” che condividono con lui il record di Major conquistati.
STEFANOS SUL PODIO MONDIALE
Lunedì 9 per la prima volta Tsitsipas sale sul terzo gradino del ranking ATP. E su Instagram lancia una raccolta di figurine a lui dedicate: “Non permettere a nessuno di dirti che i tuoi sogni sono troppo grandi”, il messaggio che l’accompagna. L’entusiasmo contagia anche Alexis Ohanian, marito di Serena Williams, che risponde come un fan qualsiasi del greco: “Le voglio!!!”.
NIENTE MASTERS 1000 CANADESE PER MUSETTI
E’ a Toronto per cercare di guadagnarsi un posto nel main draw del “National Bank Open”, quinto ATP Masters 1000 stagionale, ma Lorenzo è protagonista suo malgrado di un episodio che ha dell’incredibile. Il 19enne di Carrara viene escluso dal torneo con la motivazione ufficiale “di aver violato il protocollo anti-Covid 19” uscendo dalla bolla predisposta dagli organizzatori.
A Toronto è messa a disposizione un’auto per ogni giocatore, senza autista proprio per evitare contatti con altre persone. Ma è sera e Lorenzo ha bisogno di mangiare: in hotel non è più possibile, e gli viene consigliato un “delivery” a poche decine di metri dall’albergo, dove per pagare serve la sua carta di credito.
Purtroppo il servizio online con recapito direttamente in hotel non funziona e il Next Gen toscano deve andarci di persona. La security nota mentre si procura il cibo, considera questa una violazione del protocollo e lo denuncia ai responsabili del torneo che decidono di escluderlo dalla competizione, sostituendolo nel tabellone delle qualificazioni con un “alternate” (l’australiano Purcell).
Peccato solo che i giocatori nel percorso dal site di gioco all’hotel ufficiale possono tranquillamente fermarsi in qualunque ristorante o supermercato...!
DOPPIO FORFAIT RAFA
Una volta erano i Fab Four. Poi, dopo la ricostruzione chirurgica dell’anca di Andy Murray, sono diventati i “Big 3”. Ora Nadal scivola al n.4 del mondo e deve ritirarsi sia dal Masters 1000 di Toronto che da quello di Cincinnati. Mentre Djokovic, numero uno indiscusso, si riposa in vacanza con la famiglia in Montenegro in attesa di dare l’ultimo assalto al Grande Slam agli Us Open di New York, e Federer cura gomito e ginocchia, anche Rafa rinuncia ai due “1000” nordamericani.
Lo spagnolo, infortunatosi al piede sinistro durante la semifinale persa al Roland Garros contro Djokovic (ma il problema si era già manifestato nel quarto contro Schwartzman), aveva scelto di saltare Wimbledon e Olimpiadi, fermo ai box da quel venerdì di giugno poco dopo il suo 35esimo compleanno fino a quando si è ripresentato, pieno di buona volontà, a Washington.
POCO AZZURRO A TORONTO
Finisce subito l’avventura di Lorenzo Sonego al “National Bank Open”, quinto ATP Masters 1000 stagionale (montepremi 2.850.975 dollari) sul in cemento di Toronto (dove si disputa ad anni alterni con Montreal), in Canada. Il 26enne torinese, n.25 ATP (best ranking), cede in due set dal francese Humbert, n.26 ATP, in un match equilibrato ma dal risultato mai veramente in discussione.
Fabio Fognini, n.37 del ranking, reduce dagli ottavi ai Giochi di Tokyo 2020, ci mette cuore, grinta, carattere. E nonostante una condizione fisica tutt’altro che perfetta rimonta all’esordio il tedesco Struff, n.46 ATP, indossando polsini e fascia arcobaleno dopo le frasi omofobe (peraltro rivolte a sé stesso) scappategli nella sfida contro Medvedev alle Olimpiadi. Al secondo turno, però, esce di scena per mano del russo Rublev, n.7 del ranking e 4 del seeding.
Una delle leggi non scritte nel tennis è che se vinci un torneo ci sono ottime possibilità che in quello successivo tu esca presto di scena. Ed è quello che accade a Jannik Sinner. Il 19enne di Sesto Pusteria, n.15 ATP (best ranking) e 16esima testa di serie, reduce dal successo nel “500” di Washington (terzo titolo ATP in carriera), è battuto in due set al secondo turno - per lui l’esordio - dall’australiano James Duckworth, n.85 del ranking, proveniente dalle qualificazioni. L’altoatesino appare svuotato e con poche energie nervose più che fisiche: significativo in tal senso il lancio di racchetta - gesto assolutamente inconsueto per lui - sul penultimo punto dell’incontro, dopo aver sbagliato un colpo tutt’altro che impossibile.
Daniil Medvedev con il trofeo di Toronto (foto Getty Images)
MEDVEDEV, SCACCO MATTO ALLA TORRE OPELKA
A Toronto, superando Kachanov in due set, Tsitsipas centra i quarti nel giorno del suo 23esimo compleanno - giovedì 12 - con tanto di torta alle fragole in campo. “Mi piace di più alla nocciola, ma va bene, non conoscono i miei gusti”, commenta Stefanos. Tra i migliori otto anche Isner che negli ottavi batte Rublev (il russo nel tie-break del secondo set serve e risponde con due racchette diverse!) e poi supera anche Monfils. Ed in semifinale arrivano la prima e la terza testa di serie, Medvedev e Tsitsipas, e due outsider (si fa per dire), Isner e Opelka
Proprio quest’ultimo, n.32 ATP, il più alto fra i top 100 con i suoi 211 centimetri, sconfigge Tsitsipas, n.3 del ranking e del seeding, 6-4 al terzo senza perdere mai il servizio, mentre Medvedev, n.2 del ranking e prima testa di serie del torneo, “fa fuori” in due set l’altro “spilungone” del tour, John Isner (208 centimetri), n.30 ATP.
Canada, I love you. A Montreal nel 2019 Medvedev centrava la prima finale in un Masters 1000: a Toronto diventa il primo russo nell’albo d'oro del torneo dai tempi di Safin (2000). Nella sfida per il titolo Daniil supera 64 63 Reilly Opelka (n.32 ATP), bravo a sfruttare fino in fondo il corridoio liberatosi dopo il forfait di Nadal. “Con Rafa e Novak ancora in attività, vincere un ‘1000’ sembrava impossibile - commenta a caldo il 25enne moscovita -. Ora ne ho vinti quattro, e mi sembra un ottimo risultato…”. Il numero due del mondo festeggiato il dodicesimo titolo in carriera, l’undicesimo sul duro. Nei Masters 1000 ha perso solo una finale su cinque, proprio la prima a Montreal: “Giocavo contro Nadal, vinsi solo tre game…”.
AUGURI SAMPRAS, DEGNO FIGLIO SI SPARTA
Giovedì 12 “Pistol Pete” compie 50 anni: lo statunitense dal bellissimo uno-due servizio-dritto è stato un esempio anche di comportamento. Ha stupito vincendo alcune memorabili battaglie col carattere battagliero della madre, immigrata dalla famosa città greca.
Sampras è stato anche capace di un’ultima, triplice, impresa: aggiudicarsi gli US Open 2002, proprio all’ultimo torneo della carriera anche l’ultimo Slam, peraltro il quattordicesimo, record dell’epoca, battendo ancora una volta sotto il traguardo il rivale storico Agassi.
“KING ROGER” DI NUOVO SOTTO I FERRI
Federer annuncia sui social - domenica 15 - che si fermerà ancora. Deve operarsi di nuovo al ginocchio sinistro. Evidentemente l’infortunio accusato dopo Wimbledon è più grave del previsto.
“Starò fermo molti mesi ma voglio concedermi una piccola speranza di poter tornare a giocare. Ho fatto diversi test e sfortunatamente per stare meglio devo operarmi di nuovo”, dice Roger in un video su Instagram. “Avrò le stampelle per diverse settimane, resterò fuori dal circuito a lungo. Naturalmente sarà difficile, ma avrò comunque un obiettivo. Voglio tornare a correre, voglio darmi una piccola speranza di tornare a giocare tornei in una condizione decente. Sono realista e so quanto sia complicato sottoporsi a un altro intervento alla mia età”.
IN OHIO RIENTRA BERRETTINI, NOLE NO
Nel “Western & Southern Open”, sesto ATP Masters 1000 in calendario (montepremi 3.028.140 dollari) sul cemento di Mason, un sobborgo di Cincinnati, in Ohio (combined con un WTA 1000), non c’è il campione in carica Novak Djokovic, vincitore dell’edizione del 2020 giocata eccezionalmente sui campi di Flushing Meadows a New York a causa della pandemia.
Il serbo n.1 del mondo (a segno anche nel 2018 ed altre cinque volte finalista), infatti, dopo la delusione dei Giochi di Tokyo, decide concentrarsi sugli Us Open dove può puntare a realizzare il Grande Slam.
Sono quattro gli azzurri ai nastri di partenza. Jannik Sinner, n.15 ATP e 11esima testa di serie, nel giorno del suo 20esimo compleanno batte all’esordio il mancino argentino Delbonis, n.48 del ranking, ma poi cede in tre set allo statunitense Isner, n.25 ATP. Fabio Fognini, n.36 del ranking, si impone sul georgiano Nikoloz Basilashvili, n.40 ATP, ma poi lascia via libera all’argentino Guido Pella, n.98 del ranking.
E sfuma il sogno di un derby azzurro nei quarti. Lorenzo Sonego, n.27 ATP, dopo i successi al primo turno sul Next Gen spagnolo Alcaraz, n.55 del ranking, promosso dalle qualificazioni, e al secondo sullo statunitense Paul, n.56 ATP, lotta alla pari negli ottavi con il greco Stefanos Tsitsipas, n.3 del ranking e seconda testa di serie del torneo, ma cede 57 63 64. E stop negli ottavi anche per Matteo Berrettini, al rientro nel tour dopo cinque settimane di stop per l’infortunio rimediato nella finale di Wimbledon: il 25enne romano, n.8 del ranking e 5 del seeding, dopo aver superato in rimonta al secondo turno (per lui l’esordio) lo spagnolo Ramos-Vinolas, n.49 ATP, si arrende 64 63 all’amico Felix Auger-Aliassime, il canadese n.17 del ranking e 12 del seeding, che aveva sconfitto nei quarti a Wimbledon sulla strada della prima, storica finale per un italiano ai “The Championships”.
Il movimento di chiusura del diritto di Alexander Zverev (foto Getty Images)
A CINCINNATI I PROTAGONISTI NON DELUDONO
Sul cemento dell’Ohio arrivano nei quarti sei dei primi otto del seeding (mancano all’appello Berrettini, n.5, e Shapovalov, n.6) ed in semifinale le prime quattro teste di serie, che in un “1000” non accadeva da Shanghai 2012. Medvedev, n.2 del ranking e primo favorito del seeding, reduce dal successo di Toronto, è al penultimo atto avendo lasciato per strada solo 12 game: ma va a sbattere prima contro un cameraman (“Mi sono quasi rotto la mano sinistra, vi faccio causa”) e poi contro il connazionale Rublev. Fin dal primo turno Daniil si lamenta del posizionamento delle telecamere a fondo campo, attaccate ai teloni: nella sfida contro Andrey, n.7 del ranking e 4 del seeding, che mai lo aveva battuto nei quattro precedenti, Medvedev domina fino all’incidente, poi si distrae e perde (26 63 63 lo score).
Nell’altra semifinale “Sascha” il tedesco, n.5 ATP e terza testa di serie, si impone 64 36 76(4) sul greco Tsitsipas, n.3 del ranking e 2 del seeding, dopo aver recuperato da 1-4 nel set decisivo. La finale non ha storia. Alexander Zverev domina 62 63 il suo migliore amico Andrey Rublev, che perde la seconda finale Masters 1000 su due quest’anno. I due scherzano tra loro durante la cerimonia di premiazione, fino a quando il tedesco prende il centro della scena con la Rookwood Cup, il particolare trofeo assegnato al vincitore. Con questo successo Zverev sale a quota cinque titoli nei Masters 1000 ed eguaglia Becker in testa alla classifica dei tedeschi più vincenti in questa categoria di tornei introdotta nel 1990.
THIEM DA’ APPUNTAMENTO AL 2022
Attraverso i suoi profili social, con un messaggio in inglese e in tedesco, giovedì 19 Dominic Thiem annuncia che il suo 2021 tennistico è finito. L’infortunio al polso destro richiede tempi di recupero più lunghi: “E’ una decisione dura”, ammette l’austriaco, campione in carica agli US Open, che dunque perderà i 2000 punti del titolo a Flushing Meadows 2020 ed uscirà dalla top 10.
ANCHE RAFA DICE BYE BYE
Anche Nadal rende noto di aver chiuso anzi tempo la stagione. “Il dolore al piede non dà tregua, è la soluzione migliore. Sinceramente da un anno soffro molto più di quanto dovrei e ho bisogno di prendermi un po’ di tempo. Penso che sia la strada da seguire per cercare di recuperare bene”, scrive sui social. Sindrome di Muller-Weiss il problema di cui soffre il maiorchino. La protezione speciale introdotta l’anno scorso per il lockdown è terminata: da Cincinnati in avanti non si possono più mantenere i punti ottenuti nella settimana corrispondente dei due anni precedenti e lo spagnolo potrebbe uscire dalla top 10 entro la fine della stagione.
LAVER CUP CON BERRETTINI
Matteo farà parte del Team Europa nella quarta edizione della Laver Cup, la prima senza nessuno dei “Fab Three”. L’esibizione a squadre tra una selezione di tennisti europei e una del resto del mondo, ispirata alla Ryder Cup di golf, è in programma dal 24 al 26 settembre a Boston, negli Stati Uniti.
Nel Team Europa, oltre a Berrettini, ci saranno Medvedev, Tsitsipas, Zverev, già decisivo nelle edizioni del 2018 e 2019, e i debuttanti Rublev e Ruud. Come in tutte le prime edizioni, il capitano della squadra europea sarà Bjorn Borg. Sull'altra panchina ci sarà il suo grande rivale John McEnroe che ha convocato Opelka e Isner, oltre a Kyrgios che ha sempre dato spettacolo in Laver Cup: con loro Shapovalov, Auger-Aliassime, e Schwartzman.
US OPEN CON 10 AZZURRI
Un anno fa l’Italia festeggiava il record di giocatori ammessi direttamente nel main draw di singolare maschile a Flushing Meadows: erano dieci, di cui solo Berrettini figurava tra le teste di serie. Dodici mesi dopo la quantità è rimasta identica ma la qualità certifica i passi avanti del tennis azzurro in una stagione da record. Sono infatti quattro le teste di serie azzurre: Berrettini, la più alta, sarà n.6, Sinner, per la prima volta fra i primi sedici favoriti in un Major, sarà n.13, Sonego n.20 e Fognini n.28. A loro si aggiungono Musetti, Mager, Cecchinato, Seppi, Travaglia e Caruso, entrato nel main draw dopo il forfait di Nadal.
LORENZI DICE BASTA
Nelle qualificazioni degli US Open il 39enne senese gioca la sua ultima partita nel circuito: “Ho sempre amato New York, penso sia un buon posto dove fermarsi. Non posso chiedere di più, ho trasformato la mia passione in un lavoro e ora desidero condividerla con altre persone”. Il match di secondo turno - perso 64 63 con il francese Maxime Janvier, n.234 del ranking - è l’ultimo giocato nel tour da Paolo Lorenzi (n.187 ATP). Come aveva fatto capire nei mesi scorsi, saluta tutti: e lo fa con il sorriso il veterano azzurro, noto tra i colleghi e al pubblico per la sua instancabile etica del lavoro e il suo comportamento amichevole, sempre disponibile verso tutti.
“Il più bel viaggio della mia vita”. I suoi tre migliori risultati a livello Slam arrivano proprio nella Grande Mela, dove raggiunge gli ottavi nel 2017 e il terzo turno nel 2016 e nel 2019 (in quest’ultimo caso partendo dalle qualificazioni). Paolo entra in top 100 per la prima volta a 27 anni: nel 2016 diventa il giocatore più anziano a conquistare il primo titolo nel circuito maggiore (dal 1990) quando, 34enne, trionfa a Kitzbühel. E a 35 anni, il 15 maggio del 2017, firma il best ranking, numero 33 ATP. Lorenzi vanta anche 421 partite vinte dell'ATP Challenger Tour e 21 titoli in questa categoria, rispettivamente secondo (-2 vittorie dal record assoluto che appartiene ad un altro evergreen della racchetta, lo spagnolo Ruben Ramirez Hidalgo) e terzo di tutti i tempi.
WINSTON-SALEM: PRIMA VOLTA PER IVASHKA
Al “Winston-Salem Open” (ATP 250 - montepremi 807.210 dollari) sul cemento della Wake Forest University, in North Carolina, ultimo appuntamento per rifinire la preparazione in vista degli US Open, si rivede uno svedese in una sfida per il titolo nel circuito maggiore dopo dieci anni (Soderling vincitore a Bastad 2011). L’impresa riesce a Mikael Ymer, 22 anni, origini etiopi, n.90 ATP, che in semifinale stoppa la grande speranza spagnola Alcaraz, 18 anni ma già n.54 del ranking.
Il trofeo, il primo in carriera per lui, se lo aggiudica però il bielorusso Ilya Ivashka, n.63 ATP, che in semifinale concede appena tre game al finlandese Ruusuvuori, n.76 del ranking, e in finale mette il sigillo ad una settimana da incorniciare superando 60 62 Ymer, conuistando il primo titolo ATP per il suo Paese dopo un digiuno che durava dal 2003, quando il gigante Max Mirnyi si impose a Rotterdam. “Ero a due punti dalla sconfitta contro Cilic al secondo turno e stavo già pensando che dovevo prenotare il volo per New York…”, racconta il 27enne di Minsk durante la cerimonia di premiazione.
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