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Con il sesto titolo il serbo diventa il terzo giocatore nella storia a vincere 20 trofei Slam ma Matteo è il primo italiano in finale sull’erba londinese. Tra i big delude Tsitsipas mentre Shapovalov fa vedere cosa può fare: stop nei quarti per Federer. Ad Amburgo primo “500” per Carreno Busta: a Newport si rivede Anderson. A Los Cabos Norrie rompe il ghiaccio, Umago incorona Alcaraz mentre Atlanta è ancora di Isner. Tripletta per Ruud: Bastad, Gstaad e Kitzbuhel in tre settimane. A Tokyo Zverev è d’oro, Nole di legno
di Tiziana Tricarico | 26 dicembre 2021
Dopo due anni si torna a giocare sui mitici prati dell’All England Club (nel 2020 lo Slam British era stato cancellato a causa della pandemia). Si alza il sipario e nella prima giornata non può mancare la protagonista storica dei “The Championships”, la pioggia, che ritarda l’inizio del programma - tranne che sul Centrale e sul Court 1, dotati di tetto - di buone cinque ore.
Ed è di Andreas Seppi la prima vittoria tricolore a Wimbledon, terzo Slam stagionale. Il 37enne di Caldaro, n.90 ATP, che gioca il 64esimo Slam consecutivo (65esimo complessivo), batte in rimonta il portoghese Joao Sousa, n.120 del ranking, ma poi al secondo turno si arrende al qualificato statunitense Kudla, n.114 ATP, A Gianluca Mager stacca il pass per il secondo turno: il 26enne sanremese, n.77 ATP, alla prima partecipazione al main draw (seconda complessiva), si impone sull’argentino Londero, n.129 del ranking.
Saluta subito Londra, invece, Jannik Sinner, n.23 del ranking e 19 del seeding, che cede all’ungherese Marton Fucsovics, n.48 ATP, pagando a caro prezzo la poca esperienza sui prati (per il 19enne di Sesto Pusteria è la seconda partecipazione, la prima nel main draw). Fuori all’esordio anche Cecchinato, Travaglia e Caruso. Erba indigesta pure per Musetti, al suo primo Wimbledon: il 19enne di Carrara, n.63 ATP, decisamente poco fortunato nel sorteggio, si arrende al polacco Hubert Hurkacz, n.18 del ranking e 14esima testa di serie.
TSITSIPAS, CHE KO!
La prima giornata dell’edizione numero 134 dello Slam britannico regala già la prima, grande sorpresa. Stefanos Tsitsipas, n.4 del ranking e 3 del seeding, finalista al Roland Garros (dove ha sprecato due set di vantaggio contro Djokovic), va fuori al primo turno: in uno dei match più attesi cede 64 64 63 allo statunitense Frances Tiafoe, n.57 ATP. E’ la terza sconfitta al primo turno in quattro partecipazioni a Wimbledon per il 22enne greco di Atene che sull’erba non ha ancora imparato a giocare con la stessa facilità e la stessa qualità che esprime sulle altre superfici. Tiafoe, invece, sull’erba si trova decisamente meglio: nelle settimane precedenti infatti ha raggiunto i quarti al Queen’s e vinto il Challenger di Nottingham.
MURRAY COMMUOVE
Sir Andy Murray fa piangere tutti, di gioia e sollievo: mamma Judy, la moglie Kim Sears, ogni fan e chiunque conosce la sua storia. Ritrovava Wimbledon dopo quattro anni, dopo le operazioni all’anca, i dubbi e le paure raccontati nel documentario “Resurfacing”. Murray, n.118 ATP, in gara grazie ad una wild card, torna e vince, con quella passione per il tennis e la competizione che è forte di tutto.
All’esordio l’ex numero uno del mondo supera 64 63 57 63 il georgiano Nikoloz Basilashvili, n.28 del ranking, dopo aver sprecato un vantaggio di 5-0 nel terzo parziale.
KYRGIOS STUPISCE
Al primo torneo disputato fuori dall’Australia in 16 mesi, Nick Kyrgios, n.60 ATP, illumina Wimbledon con sprazzi di gran tennis spuntandola per 9-7 al quinto set contro il francese Ugo Humbert, n.25 del ranking e 21 del seeding.
L’estroso tennista aussie supera anche Gianluca Mager, n.77 ATP, in tre set ma poi è costretto ad alzare bandiera bianca contro il canadese Felix Auger Aliassime, n.19 ATP e 16 del seeding, arrendendosi su un set pari al fisico che gli presenta il conto.
PER FOGNINI ANCORA OTTAVI TABU’
Per la sesta volta in dodici partecipazioni al Major britannico, la quarta consecutiva, Fabio Fognini approda al terzo turno. Ma gli ottavi sono ancora tabù per il 34enne di Arma di Taggia, n.31 del ranking e 26 del seeding, che dopo aver superato lo spagnolo Ramos-Vinolas (n.39 ATP) ed il ceco Djere (n.55 ATP) va a sbattere contro il russo Andrey Rublev, n.7 del ranking e 5 del seeding.
“SHAPO” SCOPRE L’ERBA E STOPPA MURRAY
Denis Shapovalov non era mai andato oltre il secondo turno a Wimbledon. Stavolta il canadese, n.12 del ranking e 10 del seeding, raggiunge gli ottavi stoppando in tre set l’idolo di casa Murray, che dopo Basilashvili aveva superato anche il qualificato tedesco Otte (n.151 ATP) in cinque set. “
Affrontare una leggenda come Andy è un sogno che diventa realtà - dice “Shapo” - nessuno è mai riuscito a fare quello che sta facendo lui: per me è una grande fonte d’ispirazione”.
FEDERER E’ ANCORA TROPPO PER “SONNY”
Finisce negli ottavi la bella corsa di Lorenzo Sonego. Il 25enne torinese, n.27 del ranking e 23esima testa di serie, anche lui un amante del tennis sui prati, cede 75 64 62 allo svizzero Roger Federer, n.8 del ranking e 6 del seeding, 39 anni e in bacheca già otto trofei di Wimbledon, pagando soprattutto la difficoltà a rispondere al servizio dell’elvetico.
Eppure la sfida sembrava possibile. Il fuoriclasse di Basilea fin lì non ha impressionato più di tanto: i successi contro i francesi Mannarino (costretto al ritiro dopo la conclusione del quarto testo) e Gasquet ed il britannico Norrie non sono serviti a fugare i dubbi. E la prova si è ha con il polacco Hubert Hurkacz, n.18 del ranking e 14 del seeding, che nei quarti batte “King Roger” in tre set con tanto di “bagel” finale…. L’ovazione con la quale il Centre Court saluta l’uscita dal campo di Federer profuma di addio, ma non è detto (parole sue) che sarà la sua ultima volta a Wimbledon.
LA CAVALCATA DI BERRETTINI
Chi ben comincia è a metà dell’opera. Non è certo un esordio facile per Matteo, “atteso al varco” dopo il trionfo al Queen’s, ed il 25enne romano, 9 del ranking e 7 del seeding, non delude le aspettative imponendosi in quattro set sull’argentino Guido Pella, n.59 ATP, uno che sull’erba ci sa giocare. Quindi supera senza patemi il lucky loser olandese Van de Zandschulp, n.139 ATP, lo sloveno Bedene, n.64 ATP, ed il bielorusso Ivashka, n.79 ATP, assicurandosi l’”obiettivo minimo”, un posto tra i migliori otto in un Major per la terza volta in carriera (dopo Us Open 2019 e Roland Garros 2021), la seconda consecutiva.
Il numero uno azzurro diventa il quinto italiano nella storia a conquistare un posto tra i migliori otto ai “The Championships” dopo Uberto de Morpurgo (1928), Nicola Pietrangeli (due volte: nel 1955 e nel 1960 quando poi raggiunse le semifinali), Adriano Panatta (1979) e Davide Sanguinetti (1998).
Ma non finisce qui perché dopo 61 anni d’attesa c’è di nuovo un azzurro in semifinale a Wimbledon. Il numero uno d’Italia eguaglia Pietrangeli sui prati inglesi e centra un posto al penultimo atto di un Major per la seconda volta in carriera, dopo gli Us Open 2019, grazie al successo sul canadese Felix Auger-Aliassime, n.19 ATP e 16esima testa di serie. Bravo, anzi bravissimo Matteo, attento come sempre nei momenti chiave dell'incontro e freddo nel gestire il difficile ruolo di favorito.
MATTEO RISCRIVE LA STORIA
Non ha alcuna intenzione di accontentarsi Berrettini. Dopo essere stato il primo tennista italiano in semifinale Wimbledon dopo “Nick” fa ancora meglio: riscrive la storia e diventa il primo azzurro di sempre in finale ai “The Championships”, il quarto a centrare una finale Slam di singolare maschile, il primo a riuscirci in un torneo diverso dal Roland Garros.
Vincere quando sei favorito non è mai semplice ma è quello che riesce a fare Matteo. Nella semifinale della parte bassa del tabellone batte 63 60 67(3) 64 il polacco Hurkacz, n.18 del ranking e 14 del seeding. Nella sua prima finale Slam in carriera - la prima in assoluto a Wimbledon per un tennista italiano - si gioca il titolo con il numero uno del mondo Novak Djokovic, già cinque volte trionfatore ai “The Championships” (è il campione in carica), che supera in tre set lottatissimi il giovane canadese Shapovalov, n.12 del ranking e 10 del seeding, per la prima volta in semifinale in un Major, che a fine match piange di rabbia.
Novak Djokovic con il suo 6° trofeo di Wimbledon (foto Getty Images)
MA ALLA FINE…E’ ANCORA NOLE!
Non bastano il cuore e la spinta dell’Italia sportiva tutta. In una domenica speciale per lo sport italiano, in cui tra tennis e calcio Londra è il centro del mondo, il tennista allenato da coach Vincenzo Santopadre, n.9 del ranking e 7 del seeding, cede 67(4) 64 64 63, in tre ore e 23 minuti, a Novak Djokovic, che diventa il terzo giocatore nella storia a conquistare 20 trofei Major restando anche in corsa per il mitico Grand Slam.
Per Nole è la trentesima finale in un Major e questo conta tantissimo in termini di esperienza, così come il fatto che per il 34enne di Belgrado si tratta dell’85esimo titolo in carriera su 121 finali disputate. Berrettini ci fa sognare per un set ma esce comunque tra gli applausi del Centrale più famoso del mondo: "Sono contento della mia finale - dice prima di correre a Wembley a tifare Italia - spero e credo che non sarà l'ultima. È stato un onore, una bellissima sensazione essere qui…. per me non è una fine ma l'inizio di una carriera”. Grazie alla finale a Wimbledon il romano eguaglia il best ranking: scavalca Federer e risale al n.8, posizione occupata per la prima volta a novembre del 2019.
FESTEGGIAMENTI…AZZURRI!
Emozionante incontro al Quirinale tra il Presidente della Repubblica, la Nazionale di calcio e i rappresentanti della Federazione italiana tennis con Matteo Berrettini, primo azzurro nella storia in finale a Wimbledon.
Poi tutti a Palazzo Chigi dove ad attenderli c’è il Presidente del Consiglio Mario Draghi. "Questo non è un giorno di grandi discorsi, ma di applausi e di ringraziamenti", dice il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che accoglie la Nazionale di calcio campione d’Europa e Matteo Berrettini al Quirinale, mentre accanto sul palco brillano il piatto della finale di Wimbledon e il trofeo di EURO 2020.
DEFEZIONI OLIMPICHE
Jannik Sinner rinuncia ai Giochi di Tokyo 2020, al suo posto è convocato Lorenzo Musetti: “Sono felice di andare alle Olimpiadi”, ribadisce il 19enne di Carrara. Niente torneo a cinque cerchi anche per Federer: "Ho accusato una ricaduta al ginocchio durante i tornei sull'erba e devo purtroppo ritirarmi dalle Olimpiadi - dice “King Roger” -. Ho già iniziato la riabilitazione nella speranza di rientrare nel tour già in estate"
Fuori tempo massimo arriva anche la rinuncia di Matteo Berrettini. Il finalista di Wimbledon non riesce a recuperare dal risentimento muscolare alla gamba sinistra rimediato nel terzo set della semifinale contro Hurkacz. Previste almeno due settimane di riposo (che poi diventano cinque). “Rappresentare l'Italia è un onore immenso e sono devastato all'idea di non poter giocare le Olimpiadi", scrive su Instagram. A causa della tempistica dl forfait a Tokyo ci sarà un azzurro in meno.
AD AMBURGO SORRIDE CARRENO
Settimana da incorniciare per Pablo Carreno Busta all’“Hamburg European Open” (ATP 500 - montepremi 1.030.900 euro) sulla terra rossa del Rothenbaum Tennis Stadium di Amburgo, in Germania, che riprende in calendario la sua consueta collocazione dopo essere stato spostato a settembre lo scorso anno a causa della pandemia.
In finale il 30enne di Gijon, n.16 del ranking e secondo favorito del seeding, supera 62 64 il serbo Filip Krajinovic, n.44 ATP, protagonista nei quarti dell’eliminazione del numero uno del torneo, il greco Stefanos Tsitsipas (n.4 ATP). Per Carreno-Busta è il sesto titolo in carriera (conquistato senza perdere nemmeno un set), il primo in questa categoria di tornei.
BASTAD E’ DI RUUD
Troppi alti e bassi ed un pizzico di sfortuna nel finale. Questa la fotografia della sconfitta di Fabio Fognini nel secondo turno nel “Nordea Open” (ATP 250 - 419.470 dollari di montepremi) sulla terra rossa di Bastad, in Svezia. Il 34enne di Arma di Taggia, n.31 ATP e terzo favorito del seeding, a segno in questo torneo nel 2018, entra in gara direttamente al secondo turno e cede in tre set allo spagnolo Carballes Baena, n.97 del ranking. Marco Cecchinato, n.82 del ranking, da parte sua elimina il francese Gasquet, n.54 ATP e quinta testa di serie, ma poi è battuto in rimonta dall’argentino Federico Coria, n.77 del ranking.
“Adesso mio padre la smetterà di stuzzicarmi su questo o quell’altro risultato: ormai ho fatto meglio dappertutto”, scherza così Casper Ruud, il norvegese figlio d’arte (papà Christian è stato 39 Atp), dopo il successo a Bastad, suo secondo trofeo stagionale. Il 22enne di Oslo, n.16 ATP, conferma il suo ruolo di primo favorito del seeding regolando in finale per 63 63 l’argentino Coria. Ma non è che l’inizio.
A NEWPORT SI RIVEDE KEVIN
Settimo trofeo in carriera per Anderson che fa centro nell’“Hall of Fame Open” (ATP 250 - montepremi 466.870 dollari) sui prati di Newport, nel Rhode Island (Stati Uniti), che come tradizione segna la chiusura della stagione su erba.
Il 35enne di Johannesburg, n.113 del ranking ed ottava testa di serie, in tabellone con una wild card, elimina in semifinale il primo favorito del torneo, il kazako Alexander Bublik, n.37 ATP, e nella sfida per il titolo si impone 76(8) 64 sul Next Gen californiano Jenson Brooksby, 19enne di Sacramento, n.152 ATP, alla sua prima finale nel circuito maggiore. Il successo sull’erba statunitense è il primo torneo vinto dall’ex numero 5 del mondo da Pune 2019 e gli consente di recuperare 39 posizioni in un colpo solo, tornando in top 100 (n.74).
NORRIE ROMPE IL GHIACCIO A LOS CABOS
Dopo aver perso tutte le prime quattro finali giocate in carriera finalmente Cameron Norrie fa centro pieno aggiudicandosi il “Mifel Open” (ATP 250 - 598.545 dollari di montepremi) sul cemento di Los Cabos, in Messico. Nella sfida per il titolo il 25enne britannico, n.30 del ranking e primo favorito del seeding, liquida con un periodico 62 lo statunitense Brandon Nakashima, n.134 ATP, alla sua prima finale in carriera.
UMAGO INCORONA ALCARAZ
Stefano Travaglia si ferma nei quarti - stoppato 62 61 dal primo favorito del torneo, lo spagnolo Ramos-Vinolas, n.43 ATP - ed è il migliore tra gli azzurri in gara nel “Plava Laguna Croatia Open” (ATP 250 - 419.470 euro di montepremi) sulla terra rossa del Teniski centar Stella Maris di Umago, in Croazia.
Il torneo incorona lo spagnolo Carlos Alcaraz che conquista il suo primo titolo ATP a 18 anni, 2 mesi e 20 giorni. Il Next Gen di El Palmar (Murcia), n.73 del ranking e 7 del seeding, in “semi” vince il derby con Ramos Vinolas e poi completa l’opera non concedendo alcuna chance al 35enne francese Richard Gasquet, n.59 ATP e quarta testa di serie (62 62 lo score). “Non dimenticherò mai questa settimana”, dice il tennista allenato da Juan Carlos Ferrero.
A GSTAAD VINCE ANCORA CASPER
Dal 2020 non c’è nessuno che ha vinto più di Ruud sulla terra. Il norvegese con la miglior classifica di sempre vince a Gstaad in terzo titolo stagionale (il quarto in carriera) ed il 41esimo match sul “rosso” in un anno e mezzo. Nella finale del “Swiss Open Gstaad” (ATP 250 - montepremi 419.470) sulla terra della Roy Emerson Arena della città elvetica, il 22enne di Oslo, n.14 del ranking e 3 del seeding, batte 63 62 il francese Hugo Gaston, n.155 ATP, conquistando il secondo trofeo in due settimane.
A TOKYO SONO OLIMPIADI ROVENTI
Le temperature del cemento all’Ariake Tennis Park, sede del torneo di tennis dei Giochi di Tokyo 2020, sono altissime e nei primi giorni fanno scattare la Heat Policy olimpica, che prevede 10 minuti di pausa tra il secondo e il terzo set. Subito fuori Lorenzo Musetti, il più giovane della squadra italiana, n.61 ATP, esordiente alle Olimpiadi, sconfitto dall’australiano Millman, n.44 del ranking. Lorenzo Sonego, n.26 ATP, vince una battaglia con il giapponese Daniel, n.110 ATP, ma cede al georgiano Basilashvili, n.41 ATP.
Il più bravo è Fabio Fognini, n.31 ATP, che supera l’altro giapponese Sugita, n.119 ATP, ed il bielorusso Gerasimov, n.79 ATP, prima di cedere 62 36 62 negli ottavi al russo Medvedev, n.2 del ranking e del seeding. A causa del caldo il 25enne moscovita chiede un paio di volte al giudice di sedia, il portoghese Carlos Ramos, di fermare l’incontro: “Se posso finire la partita? Sì, ma posso anche morire. E se muoio sarai tu il responsabile”, gli dice alterato.
“SASCHA” E’ D’ORO, NOLE DI LEGNO
Novak Djokovic, n.1 del mondo, subisce in semifinale la rimonta del tedesco Zverev, rimedia la prima sconfitta dopo 22 vittorie consecutive ma soprattutto perde la possibilità di realizzare uno storico “Golden Slam”. Nell’altra sfida il russo Khachanov batte lo spagnolo Carreno Busta “vendicando” il connazionale Medvedev. Il 30enne di Gijon si riscatta nella sfida per il bronzo battendo Nole, che lascia Tokyo a mani vuote (si ritira infatti dalla finale per il bronzo in doppio misto giocato con Nina Stojanovic).
Trentatré anni dopo Steffi Graf a Seoul 1988, la Germania torna a festeggiare una medaglia d’oro grazie ad Alexander Zverev che, dopo aver sconfitto Djokovic, domina in finale Khachanov 63 61. “Sascha” diventa così il terzo tedesco a conquistare un oro olimpico dopo Boris Becker e Michael Stich, vincitori in doppio a Barcellona 1992.
DOMINIO CROATO IN DOPPIO
Che per la Croazia è un en-plein lo si sa già dopo le semifinali: si tratta solo di stabilire il posizionamento sui gradini del podio olimpico. Oro ai più forti, i numeri uno del mondo, i dominatori della stagione: Nikola Mektic e Mate Pavic, che si impongono 64 36 10-6 su Marin Cilic e Ivan Dodig. Storico bronzo per la Nuova Zelanda con Marcus Daniell e Michael Venus che battono la coppia statunitense composta da Austin Krajicek e Tennys Sandgren (76 62).
LA LEGGE DI ISNER
Ad un mese esatto dalla sconfitta contro l’ungherese Fucsovics al primo turno di Wimbledon, Jannick Sinner torna in campo ma la sua avventura al “Truist Atlanta Open” (ATP 250 - montepremi 555.995 dollari) sul cemento dell’Atlantic Station della capitale della Georgia, dura poco: il 19enne di Sesto Pusteria, n.23 del ranking e seconda testa di serie, entrato in gara direttamente al secondo turno, cede 76(7) 64 all’australiano Christopher O’Connel, n.132 ATP, proveniente dalle qualificazioni.
Il trofeo finisce, per la sesta volta nelle mani di John Isner, che una settimana dopo la sconfitta in semifinale a Los Cabos consuma la sua vendetta. In una finale a stelle e strisce il 36enne di Greensboro, North Carolina, n.35 del ranking e 6 del seeding, batte 7-6(8) 7-5 Brandon Nakashima, 19enne californiano di San Diego, n.115 ATP, che si consola con l’ingresso in top 100. “E' straordinario, questo torneo rappresenta tutto per la mia carriera", commenta “long John”.
ATLANTA: JANNIK A SEGNO IN DOPPIO
Prima titolo nel circuito ATP in doppio per Sinner. Al “Truist Atlanta Open” il 19enne di Sesto Pusteria, n.284 del ranking di specialità, e lo statunitense Reilly Opelka, n.109, battono in finale 64 67(6) 10-3 la formazione composta dall’altro statunitense Steve Johnson e dall’australiano Jordan Thompson.
KITZBUHEL: E’TRIPLETTA PER RUUD
Troppi alti e bassi costano cari a Gianluca Mager che esce di scena nei quarti al “Generali Open” (ATP 250 - montepremi 419.470 euro) sulla terra rossa di Kitzbuhel, nelle Alpi austriache. Il 26enne sanremese, n.74 del ranking, dopo il netto successo all’esordio sull’austriaco Dennis Novak, n.124 ATP, in gara grazie ad una wild card, e l’eliminazione al secondo turno dello spagnolo Albert Ramos Vinolas, n.43 del ranking e 4 del seeding, cede in tre set al tedesco Daniel Altmaier, n.135 Atp, protagonista dell’eliminazione anche di Marco Cecchinato, n.83 ATP, al secondo turno.
Dopo i trofei vinti a Bastad e Gstaad, Casper Ruud aggiunge il terzo trionfo in altrettante settimane: nella finale di Kitzbuhel il 22enne di Oslo, n.14 del ranking e primo favorito del seeding, si impone per 61 46 63 sullo spagnolo Pedro Martinez, n.97 ATP. Il norvegese “figlio d’arte” è il primo tennista a vincere tre titoli ATP in tre settimane consecutive dall’autunno del 2011 quando ad ottobre Andy Murray si impose a Bangkok, Tokyo e Shanghai.
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