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Eventi internazionali

Bye bye 2022, agosto - Carreno Busta a Toronto, Coric a Cincinnati: che exploit!

Kyrgios pigliatutto a Washington: a Los Cabos: Medvedev salva il trono. Nole e Rafa rinunciano a Montreal. La fondazione di “Sascha”. In Canada Pablo “bestia nera” degli azzurri. Un cemento pieno di sorprese quello dell’Ohio ma nessuna è tricolore. A Wiston-Salem torna al successo Mannarino. Niente Us Open per Nole

di | 25 dicembre 2022

Nick Kyrgios (foto Getty Images)

Tre operazioni e ventuno mesi dopo l’ultima volta (Vienna 2020) Edmund, n.639 ATP, in gara con il ranking protetto, torna a giocare in singolare nel tour. Al “Citi Open” (ATP 500 - montepremi 1.953.285 dollari) sul cemento di Washington, D.C., sconfigge in rimonta all’esordio il qualificato giapponese Watanuki, n.239 ATP: il britannico festeggia così la sua prima vittoria nel circuito maggiore dal primo turno degli US Open 2020, ma nel derby contro il connazionale Evans, n.40 ATP, racimola solo tre game. Proprio Evans elimina negli ottavi lo statunitense Fritz, n.13 del ranking e 3 del seeding, che si ritira quando è sotto per 4-1 nel set decisivo per il timore di svenire in una giornata caldissima.

Chi invece sembra proprio non avere problemi è l’australiano Kyrgios, n.63 del ranking, di nuovo in campo dopo la finale raggiunta a Wimbledon. Nick diventa “l’ammazza-americani”: elimina infatti Giron (n.53 ATP), Paul (n.34 ATP), Opelka (n.17 ATP) - con 37 punti vinti su 42 giocati con la prima di servizio - e Tiafoe (n.27 ATP), quest’ultimo dopo aver annullato ben cinque match-point. In semifinale il 27enne di Canberra batte in due set lo svedese Mikael Ymer, n.115 ATP, per la terza volta approdato al penultimo atto di un torneo del circuito maggiore, la prima in un “500”.

Nell’altra semifinale il russo Andrey Rublev, n.8 del ranking e primo favorito del seeding, che insegue un posto alle Nitto ATP Finals di Torino e che non ha ancora perso un set, cede 63 64 a Nishioka, n.96 ATP: una settimana da ricordare per il mancino giapponese che centra la sua terza finale. Nick Kyrgios ne fa di nuovo una delle sue ma questa volta non è una pazzia: è la riconquista di un titolo, quello dell’ATP 500 di Washington, dove aveva già trionfato nel 2019, battendo 64 63 Yoshihito Nishioka. Il successo, che rappresenta il suo settimo titolo in carriera, arriva dopo una settimana strepitosa che lo vede procedere sino a conquistare il trofeo senza mai perdere il servizio. L’australiano appare trasformato: per la prima volta in carriera riesce ad arrivare in finale in due tornei consecutivi: dopo Wimbledon ecco Washington. E diventa anche stakanovista: trionfa anche in doppio, in coppia con lo statunitense Sock, superando 75 64 Krajicek/Dodig.

Matteo Berrettini (foto Getty Images)

US OPEN, L’ITALIA SOGNA IN GRANDE
L’Italia sogna in grande agli US Open: non solo grazie ai 5 azzurri nell’entry list del tabellone principale (Berrettini, Sinner, Sonego, Fognini e Musetti) ma anche grazie ai 19 iscritti alle qualificazioni dell’ultimo Slam dell’anno. Tra questi c’è tutto il meglio della Next Gen (come Zeppieri, Cobolli, Passaro e Nardi), la giovane Italia al vertice della Pepperstone ATP Race to Milan, la classifica basata sui piazzamenti stagionali che determinerà gli otto qualificati alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals di Milano.

Daniil Medvedev con il coloratissimo trofeo di Los Cabos

A LOS CABOS MEDVEDEV SALVA IL TRONO
Doveva vincere, Daniil, per garantirsi la certezza di restare numero uno del mondo fino agli US Open. E lo ha fatto. Nelle semifinali dell’”Abierto de Tenis Mifel” (ATP 250 - montepremi 822.110 dollari) sul cemento di Los Cabos, in Messico, sconfigge 76(0) 61 il serbo Kecmanovic, n. 38 del ranking, festeggiando anche la quarta finale della stagione, la 26esima in carriera. Grazie a questo risultato, alla luce dell’assenza prolungata del numero 2 ATP, il tedesco Alexander Zverev, che perderà i 1000 punti del titolo di Cincinnati 2021, il russo resterà in vetta fino alla conclusione dello Slam a stelle e strisce dove si presenta da campione in carica. 

In finale Medvedev trova dall’altra parte della rete il campione in carica, il britannico Cameron Norrie, n.12 del ranking e 3 del seeding, che s’impone 6-3 al terzo sul canadese Auger-Aliassime, n.9 ATP e seconda testa di serie, mai battuto nei primi quattro confronti. Nato in Sudafrica da padre scozzese e madre gallese, cresciuto in Nuova Zelanda, laureato negli Stati Uniti, Norrie è il primo giocatore ad aver vinto 10 partite nella storia del torneo di Los Cabos. Ma a quasi un anno dal trionfo di New York è Daniil ad imporsi per 75 60 su Cameron. “Ho giocato bene tutta la settimana, ma la finale è sempre speciale - dice Medvedev che aveva perso tutte le ultime cinque disputate -. Affronti il giocatore migliore della settimana, è sempre un match di alto livello. ‘Cam’ è un tennista incredibile, è stata una partita molto intensa. Quando giochi contro di lui sai che devi lottare su ogni punto. Sono contento di aver mostrato bei colpi in una partita così importante”.

Novak Djokovic

Rafael Nadal

NIENTE “1000” CANADESE PER NOLE E RAFA
Novak Djokovic annuncia che non giocherà la “Rogers Cup”, il Masters 1000 canadese che quest’anno va di scena a Montreal, mentre il corrispettivo WTA 1000 si gioca a Toronto (le due sedi ogni anno si alternano). Il serbo infatti non può entrare nel territorio canadese non essendo vaccinato contro il Covid-19, come rendono noto gli organizzatori che assegnano una wild-card all’ex numero uno del mondo Andy Murray. Lo scozzese, tre volte campione in Canada (2009, 2010, 2015) e due volte finalista ATP quest’anno, ha ottenuto l'invito grazie a un accordo con la LTA, la Federtennis britannica.

Anche Rafa Nadal comunica che non parteciperà al “National Bank Open presented by Rogers” a causa del persistere dei problemi agli addominali. Lo spagnolo è il campione più anziano nella storia del torneo, ha trionfato a 33 anni nel 2019. “Mi sono allenato per un po' senza servire, poi quattro giorni fa ho cominciato anche ad aggiungere il movimento del servizio - dice il mancino spagnolo -. Stava andando tutto bene ma, dopo il normale allenamento, ho sentito un fastidio agli addominali che non è ancora sparito. Dopo aver parlato con il mio medico, preferiamo essere prudenti e allungare ancora i tempi per il mio rientro in campo. Mi dispiace non essere a Montreal, dove ho vinto cinque volte e adoro giocare”.

Alexander Zverev (foto Getty Images)

LA FONDAZIONE DI “SASCHA”
“Il solo limite è quello che ti imponi”. Con queste parole Alexander Zverev annuncia la nascita della sua fondazione che coinvolge anche il fratello “Misha”. Il 6 agosto 2022 è un giorno molto speciale per me e per la mia famiglia - scrive sui suoi profili social -. E' nata la ‘Alexander Zverev Foundation’ per aiutare i bambini affetti da diabete di tipo 1 e promuovere uno stile di vita sano e attivo per evitare che sviluppino il diabete di tipo 2. La nostra missione è fornire insulina e medicinali salva-vita ai bimbi che vivono nelle nazioni in via di sviluppo e alle persone in difficoltà”. Nel presentare la fondazione, il tedesco ammette per la prima volta in pubblico di soffrire questa malattia: “Voglio incoraggiare tutti i bambini diabetici a non abbandonare i loro sogni, indipendente da tutto quello che gli altri possono dirvi”. Il tedesco racconta di aver scoperto fin da piccolo di avere il diabete di tipo 1, che si manifesta prevalentemente negli anni dell'infanzia e dell'adolescenza e non è curabile.

Causata dalla produzione di autoanticorpi che attaccano le cellule Beta del pancreas, il diabete di tipo 1 comporta la riduzione fino all'azzeramento della produzione di insulina, ormone che regola l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule. Per questo chi ne è affetto deve sottoporsi a quotidiane e regolari iniezioni di insulina. “Da piccolo non ci pensavo tanto, ma poi ho iniziato a dare sempre più importanza a questa malattia. Voglio dimostrare che si può vivere comunque a lungo”, dice il n.2 del mondo che vuole essere un modello di riferimento per chi ne è affetto e non solo. “Mi trovo in una situazione privilegiata, vivo la vita che ho sempre sognato, per questo è ancora più importante per me restituire qualcosa e aiutare gli altri”. L’annuncio della fondazione matura mentre Zverev prosegue la riabilitazione dopo l’operazione per ricostruire i legamenti laterali della caviglia destra lacerati come conseguenza della caduta durante la semifinale del Roland Garros contro Nadal. L’obiettivo del tedesco è rientrare in tempo per gli US Open, ma non è da escludere che decida di tornare in campo direttamente per il girone di Coppa Davis a settembre.

Il Centrale "Philippe Chatrier" (con il tetto retrattile) del Roland Garros (foto Getty Images)

IL TORNEO OLIMPICO AL ROLAND GARROS
Il Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici di Parigi comunica che la prova si svolgerà dal 27 luglio al 4 agosto 2024 nel tradizionale tempio della terra battuta del Roland Garros. Chissà se Nadal si farà ingolosire e cercherà di allungare la sua carriera per potersi giocare un’altra medaglia in quel prestigioso “teatro” dove si è imposto ben 14 volte. Sarà invece solo la seconda volta da quanto il tennis è stato ufficialmente riammesso alle Olimpiadi (1988) che il torneo si giocherà sul “rosso”. Proprio Rafa per conquistare il suo oro ha dovuto dimostrare di saper primeggiare anche lontano dalla terra e lo ha fatto sul cemento di Pechino nel 2008, battendo in finale il cileno Fernando Gonzalez.

Fabio Fognini (foto Getty Images)

MONTREAL E’ POCO AZZURRA
Una “prima” assoluta in Canada tutt’altro che indimenticabile. Nella più classica delle “giornate no”, di quelle dove non funziona nulla, a cominciare dal tuo colpo migliore, Matteo Berrettini esce subito di scena nel “National Bank Open” (sesto ATP Masters 1000 stagionale - montepremi 5.926.545 dollari) sul cemento di Montreal (dove si gioca ad anni alterni con Toronto), in Canada. Il 26enne romano, n.14 del ranking e 11 del seeding, rimedia solo cinque giochi contro lo spagnolo Carreno Busta, n.23 ATP, che si prende una sonora rivincita per la sconfitta in tre set rimediata dall’azzurro negli ottavi degli Australian Open lo scorso gennaio. Con qualche rimpianto anche Fabio Fognini saluta già al primo turno: il 35enne di Arma di Taggia, n.60 del ranking, promosso dalle qualificazioni, cede in due set tirati al danese Rune, n.26 ATP.

Un tentativo di recupero di Jannik Sinner (foto Getty Images)

PABLO NON DIMENTICA
Non la miglior versione dell’altoatesino: troppo falloso all’inizio, irretito dalle trame fatte di colpi senza peso, ma sufficientemente solido da riuscire a cambiare marcia approfittando anche del problema fisico del suo avversario. Ad ogni modo Jannik Sinner stacca il pass per il terzo turno: l’azzurro, n.12 del ranking e settimo favorito del seeding, entrato in gara direttamente al secondo turno, batte in rimonta il qualificato mancino francese Mannarino, n.70.

Quei cinque match-point mancati a Miami devono essere stati davvero difficili da digerire, ed alla prima occasione Pablo lo spagnolo si prende la sua rivincita. Con una prestazione praticamente perfetta costringe il 21enne di Sesto Pusteria a salutare già negli ottavi: il 31enne di Gijon infila così la terza vittoria pesante dopo quelle su Berrettini all’esordio e su Rune al secondo turno (solo tre i game concessi al giovane danese), per giunta senza perdere un set.

Nick Kyrgios firma autografi (foto Getty Images)

KYRGIOS ON FIRE
E’ un Nick piuttosto pimpante quello che è arriva a Montreal volando dal successo di Washington, L’australiano, risalito al n.37 del ranking, sbriga subito la pratica Baez (l’argentino è n.32 ATP) all’esordio. Il 27enne di Canberra da Wimbledon in poi ha perso un solo match grazie al suo tennis capace di alternare colpi esplosivi e tocchi delicati (supportato da un servizio devastante). Chiedere a Daniil Medvedev per informazioni: il russo n.1 del mondo è superato in rimonta dall’australiano che tira fuori le poche forze fisiche e nervose che gli sono rimaste dopo l’en-plein (singolare e doppio) di Washington e vince la 13esima delle ultime 14 partite giocate. Kyrgios liquida in due set anche il connazionale De Minaur, n.21 ATP, e avanza nello slot della testa di serie n.1, in rotta di collisione nei quarti con il polacco Hurkacz, n.10 del ranking ed 8 del seeding.

ALTRO CHE FAVORITI
Oltre Medvedev escono di scena al secondo turno - che per loro però è l’esordio - anche il fenomeno emergente, lo spagnolo Alcaraz, n.4 del ranking e secondo favorito del seeding, eliminato da Paul n.32 ATP, lo statunitense allenato da Brad Stine, storico coach dell’ex n.1 del mondo Courier, che pur continuando a soffrire di alti e bassi quest’anno ha battuto altri top-player come Zverev, Sinner e Shapovalov, ed il greco Tsitsipas, n.5 del ranking e 3 del seeding, battuto in due set tirati dal 20enne britannico Draper, n.82 ATP.

Il diritto di Casper Ruud (Foto Getty Images)

Hubert Hurkacz - foto Getty Images

HAI CAPITO HUBERT…
Devastante prova di forza del norvegese Ruud, n.7 del ranking e 4 del seeding, che a Montreal zittisce un intero stadio, rumoroso come per una festa nazionale, che tifa per il beniamino di casa Auger-Aliassime, n.9 ATP e sesta testa di serie, lasciandogli solo briciole: per Casper - al quale capita una di quelle rarissime giornate (i giocatori a fine carriera ne ricordano 4 o 5 al massimo) in cui ti riesce tutto, ma proprio tutto quello che decidi di fare - è la terza semifinale stagionale in un “1000” e la sfida con il polacco Hurkacz si annuncia spettacolare.

E sì perché quando Kyrgios vince lo spettacolo è assicurato, ma anche quando perde è capace di tirar fuori anche lo showman che c’è nell’avversario trascinandolo in un duello di prodezze che per il pubblico è goduria allo stato puro. Succede nel match dei quarti contro il 25enne di Wroclaw, uno dei giocatori più educati e gentili del circuito. Hubert è ragazzone di un metro e 96 centimetri per 81 kg, buono come il pane, ma con un servizio devastante e una mano sensibilissima: dopo due set equilibratissimi, decisi al tie-break, schianta al terzo un Kyrgios oramai in riserva di energie.

Il pubblico in tribuna assiste ad una splendida semifinale, ricca di colpi vincenti e spettacolo. Merito del vincitore, Hurkacz, ma anche dello sconfitto, Ruud, poiché per fare un grande show tennistico servono due giocatori capaci di produrre un tennis di qualità, vario e con capovolgimenti di fronte.  Esattamente quello che regalano il polacco e il norvegese: vince “Hubi” con il punteggio di 57 63 62. Un successo che vale la seconda finale Masters 1000 in carriera per il polacco dopo quella raggiunta e poi vinta a Miami contro Sinner nel 2021. 

Tutta la soddisfazione di Pablo Carreno Busta (foto Getty Images)

L’URAGANO CARRENO BUSTA SI ABBATTE SU MONTREAL
Nessuno riesce a fermare lo spagnolo, nemmeno l’ottimo Hurkacz ammirato in tutto il torneo. È il primo titolo Masters 1000 vinto in carriera da Pablo, che si conferma avversario assai temibile per tutti sul cemento nordamericano. A 31 anni Carreno Busta, n.23 ATP, conquista il trofeo più prestigioso in carriera battendo in rimonta 36 63 63 il polacco Hurkacz, n.10 del tanking e 8 del seeding. Un successo davvero meritato per il tennista di Gijon per quello che dimostra nell’intera settimana canadese: forte di una condizione psicofisica stratosferica, Pablo ha dominato ogni avversario riuscendo ad imporre il suo tennis, fatto di pochi fronzoli ma tanta sostanza e qualità nella spinta dalla linea di fondo. Il suo settimo titolo in carriera lo porta al n.14 del ranking e al n.11 della “Race”. E pensare che nel corso del torneo aveva dichiarato: “Questa è una delle annate peggiori della mia carriera recente, non ho ottenuto i buoni risultati che mi aspettavo. Ho raggiunto la finale a Barcellona, ma poi poco altro: all'improvviso sto ritrovando il mio miglior tennis. È il momento di spingere, non mi voglio fermare”. E infatti non si ferma….

Il capitano dell'Italdavis Filioppo Volandri (foto Sposito)

DAVIS: I CONVOCATI AZZURRI PER BOLOGNA
In vista della fase a gironi delle Davis Cup by Rakuten Finals 2022, che si svolgerà dal 13 al 18 settembre prossimi sul veloce indoor della Unipol Arena di Casalecchio di Reno a Bologna, il capitano della Nazionale italiana Filippo Volandri convoca Matteo Berrettini, Simone Bolelli, Fabio Fognini, Lorenzo Musetti e Jannik Sinner. La Davis Cup torna dopo 46 anni nella città felsinea ospitando uno dei quattro gironi della fase finale e vedrà protagoniste quattro squadre: oltre all’Italia, all’Unipola Arena scenderanno in campo Argentina, Croazia e Svezia. Ognuno dei quattro gironi promuoverà le prime due classificate alla poule finale di Malaga (22-27 novembre). Il ritorno della più antica competizione sportiva mondiale per squadre nazionali a Bologna coincide con un anniversario storico: quest’anno ricorre infatti il centenario dalla prima partecipazione della Nazionale italiana alla Coppa Davis.

Matteo Berrettini colpisce di rovescio (foto Getty Images)

Il movimento di chiusura del diritto di Lorenzo Musetti (foto ATPtour website)

NEL “CINCI OPEN” NON SI PARLA ITALIANO
I progressi, tanti, rispetto al ko contro Carreno-Busta - comunque in settimana di grazia - a Montreal si vedono. E questo è già parecchio incoraggiante. Ma una prestazione complessivamente buona non basta a Matteo Berrettini, uscito subito di scena anche nel “Western & Southern Open” (settimo ATP Masters 1000 - montepremi 6.280.880 dollari) sul cemento di Mason, un sobborgo di Cincinnati, in Ohio (combined con un WTA 1000). Il 26enne romano, n.15 del ranking e 12 del seeding, cede al tie-break del set decisivo allo statunitense Tiafoe, n.25 ATP. Una partita vivace e spettacolare, giocata bene da entrambi, ma con l’americano un filo più determinato e coraggioso ai limiti dell’incoscienza, spinto dal tifo (peraltro più che corretto) del pubblico di casa.

Fuori anche Lorenzo Sonego: il 27enne torinese, n.56 ATP, promosso dalle qualificazioni, si fa sorprendere in tre set dal giovane statunitense Shelton, n.229 del ranking, in tabellone grazie ad una wild card. Il piemontese non gioca bene e soprattutto finisce per pagare carissima - lui, il più esperto tra i due - l’interruzione per pioggia arrivata proprio al momento di servire per restare nel match. Saluta pure Lorenzo Musetti: il 20enne di Carrara, n.33 ATP, anche lui qualificato, perde in due set contro il croato Coric, n.152 ATP, in gara con il ranking protetto. Il 25enne di Zagabria, rientrato a marzo dopo oltre un anno di stop per l’infortunio e conseguente operazione alla spalla destra, in carriera è fino al n.12 ATP (novembre del 2018) e nemmeno immagina cosa riuscirà a fare in Ohio.

Un'espressione buffa di Fabio Fognini (foto Getty Images)

Jannik Sinner - foto Getty Images

Supera l’esordio Fabio Fognini, n.61 del ranking, ripescato in tabellone come lucky loser, che supera per l’undicesima volta in tredici confronti Albert Ramos-Vinolas, n. 40 ATP. Il mancino spagnolo non ha mai capito granché delle variazioni dell’azzurro, troppo geniale per il suo tennis consistente ma monocorde. Al secondo turno, però, quella che probabilmente è la miglior versione del ligure vista quest’anno non è sufficiente. Per due set e mezzo Fabio gioca alla pari contro un giocatore molto più giovane e più forte: poi va in riserva e perde 6-2 al terzo contro il russo Rublev, n.8 del ranking e sesto favorito del seeding, finalista in questo torneo nel 2021.

Il migliore è Jannik Sinner, n.12 del ranking e 10 del seeding, che nel giorno del suo 21esimo supera, ma solo al tie-break del set decisivo, l’australiano Kokkinakis, n.75 ATP: poi nel secondo turno il serbo Kecmanovic, n.36 ATP, si ritira sul punteggio di 75 3-1 per l’altoatesino. Negli ottavi però Jannik rovina tutto: dopo essere arrivato al doppio match-point nel dodicesimo gioco del secondo set, cede nettamente al canadese Auger-Aliassime, n.9 ATP e settima testa di serie, che completa una super rimonta, imponendosi 26 76(1) 61.

Rafael Nadal e Borna Coric (foto Gretty Images)

IN OHIO E’ CEMENTO BOLLENTE
Murray, n.47 ATP, e Wawrinka, n.306 ATP, in gara con il ranking protetto, scrivono un altro capitolo della loro lunga rivalità con lo scozzese che stacca il pass per il secondo turno alla fine dell’ennesima, epica battaglia chiusa (76 57 75 lo score). L’ex numero uno del mondo tira fuori ancora una volta tutte le sue doti di combattente che, però, nel derby contro Norrie, n.11 del ranking e 9 del seeding, non bastano visto che Cameron, in piena corsa per un posto alle Nitto ATP Finals di Torino, si impone in rimonta.

Qualche avvisaglia c’era stata. Per esempio, bisognava dare un'occhiata ai precedenti, 2-2, bilancio non certo usuale per Nadal, n.2 del ranking e del seeding. In particolare a quella sconfitta proprio a Cincinnati (61 63 nel 2016). Sei anni più tardi Coric, n.152 ATP, in gara con il ranking protetto, ripete l’impresa ed elimina al secondo turno lo spagnolo vincitore di 22 Slam (76 46 63 lo score), rimandano le ambizioni di Rafa di tornare sul trono mondiale. Vero che il maiorchino non giocava da Wimbledon, vero che le sue condizioni erano tutte da verificare, ma poi a Cincinnati la posta in palio era talmente alta da imporre la massima concentrazione e il massimo sforzo.

Taylor Fritz colpisce di diritto (foto Getty Images)

Se Fritz batte Kyrgios è una sorpresa fino a un certo punto: l’americano è n.13 ATP ed undicesima testa di serie, l’australiano è n.28. Se però Nick viene da due settimane di prestazioni sontuose, tra cui la vittoria sul n.1 Medvedev, e il risultato finale è un 63 62 la vicenda non è più normale, sa di eccezionale. Come i 16 ace messi a segno dal 24enne di Rancho Santa Fe, California, che approfitta anche della non perfetta condizione fisica dell’australiano che ha problemi a un ginocchio che l’intervento del trainer non risolve del tutto. Una sorpresa con la “S” maiuscola è invece quella firmata dallo statunitense Shelton, 19enne wild card, n.229 ATP, che liquida con un periodico 6-3 il norvegese Ruud, n.5 del ranking e del seeding. Così come il successo del gigante statunitense Isner, 37 anni, sceso al n.50 del ranking, che al secondo turno elimina il polacco Hurkacz, n.10 ATP ed ottava testa di serie.

Borna Coric bacia il trofeo di Cincinnati 2022 (foto Getty Images)

PARTE ALTA E PARTE BASSA
La forza mentale è forse la qualità che più di ogni altra divide i veri numeri uno dagli ottimi giocatori. La vittoria di Medvedev contro Fritz nei quarti ne è una chiara dimostrazione, esempio perfetto di come un campione riesca a soffrire, cancellare le chance al rivale, alzare il suo livello e piazzare la zampata decisiva nei momenti chiave. Il 26enne moscovita, attuale leader nel ranking ATP, sconfigge 76(1) 63 lo statunitense e porta a casa una partita tutt’altro che facile dopo un inizio incerto e contro un avversario motivato e in buonissima forma. In semifinale il russo trova il greco Tsitsipas, n.7 del ranking e 4 del seeding, che si sbarazza in tre set di Isner approdando per la terza volta al penultimo atto del “Cincy Open”.

Non fermano Alcaraz, n.4 del ranking e 3 del seeding, ben tre doppi falli di fila in un momento delicato del confronto, sul finire del primo set contro il croato Cilic, n.17 ATP, aggressivo e propositivo, che sta vivendo una seconda giovinezza. Ma ci riesce nei quarti Norrie, che ribadisce di essere uno dei giocatori più in forma del momento, nonché di poter prendere il posto di Murray nel cuore dei britannici: in una serata che sembra stregata Cameron, avanti 76 4-1 si fa riprendere dal “baby” spagnolo ma riesce ad imporsi comunque per 6-4 al terzo. Nella semifinale delle sorprese Norrie trova il croato Coric, che proseguendo nella sua settimana di grazia, non lascia scampo nemmeno al canadese Auger-Aliassime, n.9 WTA e settima testa di serie.

IL FINALE CHE NON TI ASPETTI
Le semifinali rappresentano il trionfo della tattica e della capacità di cambiare in corsa, e a giocarsi il titolo arrivano Tsitsipas e Coric. Il greco di fronte al numero uno Medvedev trova infatti nell’attacco e nel gioco di volo un alleato determinante per portare il match dalla sua parte, chiudendo 76 36 63. Il croato chiede invece aiuto al servizio per scardinare la resistenza di Norrie e non corre alcun rischio come testimonia lo score (63 64). 

Quando si dice “la settimana della vita”: Borna l’ha attesa, sognata, cercata e quindi vissuta in quel di Cincinnati, torneo che resterà scolpito nella sua carriera ma anche nei libri di storia del tennis. Coric trionfa in Ohio battendo in finale Tsitsipas 76(0) 62 ed alza il terzo trofeo in carriera, il primo di un Master 1000. Il croato diventa il giocatore con il ranking più basso, n.152 ATP, capace di vincere un torneo di questa categoria, superando il primato dello spagnolo Carretero che si aggiudicò il titolo ad Amburgo nel 1996 da n.143 ATP. Grazie a questo successo il 25enne di Zagabria risale al n.29 del ranking, guadagnando in un colpo solo 123 posizioni.

Il diritto di Lorenzo Sonego

A WINSTON-SALEM…PENSANDO A NEW YORK
Il “Winston-Salem Open” (ATP 250 - montepremi 731.935 dollari) sul cemento della città del North Carolina è l’ultima chance di rifinire la preparazione in vista degli Us Open. Fabio Fognini, n.61 ATP, supera all’esordio il serbo Lajovic, n.88 ATP, ribadendo il risultato della finale del “1000” di Monte-Carlo nel 2019, ma poi cede in tre set al secondo turno al Next Gen britannico Draper, n.55 del ranking. Secondo turno fatale anche per Lorenzo Musetti, n.30 ATP e quinta testa di serie (“bye” all’esordio), che perde in tre set contro il francese Gasquet, n.91 del ranking, la sfida tra due dei rovesci ad una mano più belli del tour.

Il più bravo è Lorenzo Sonego: il 27enne torinese, n.63 ATP e 14esima testa di serie, entra in gara anche lui direttamente al secondo turno battendo in due set il cileno Tabilo, n.72 ATP, ma poi cede negli ottavi al tie-break del set decisivo allo statunitense Cressy, n.34 del ranking e quarto favorito del seeding, uno degli ultimi interpreti del “serve and volley”, che sta vivendo finora la sua stagione migliore illuminata dal primo titolo ATP, conquistato sull’erba di Newport.

Adrian Mannarino (Getty Images)

Adrian Mannarino, n.65 del ranking, si guadagna la finale al termine di un percorso durissimo che inizia annullando quattro match-point all’australiano O’Connell, n.121 ATP. Poi elimina ben quattro teste di serie: il finlandese Ruusuvuori, n.44 del ranking e 9 del seeding, lo spagnolo Ramos Vinolas, n.42 del ranking ed 8 del seeding, Cressy e l’olandese Van De Zanschulp, n.23 ATP e secondo favorito del tabellone. Il 34enne Soisy-sous-Montmorency si gioca il titolo con il serbo Djere, n.89 del ranking, e lo batte 76(1) 64, diventando il primo francese nell’albo d'oro, ed anche il più anziano vincitore del torneo che dal 2011 si gioca sui campi della Wake Forest University.

Per il francese è il secondo trofeo in carriera dopo quello conquistato sull’erba di s’-Hertogenbosch, in Olanda, nel 2019, lui che aveva perso tutte le prime sei finali giocate nel circuito. In questo 2022 Mannarino è il sesto giocatore a conquistare un titolo ATP dopo essere stato ad un punto dalla sconfitta: gli altri sono l’australiano Kokkinakis (due match-point salvati ad Adelaide), il portoghese Sousa (tre a Pune), lo spagnolo Alcaraz (due a Barcellona), l’azzurro Musetti (due ad Amburgo) e l’altro australiano Kyrgios (cinque a Washington).

Novak Djokovic (Foto Getty Images)

NIENTE US OPEN PER NOLE
Novak Djokovic ufficializza la sua assenza dall’ultimo Slam del 2022. “Purtroppo stavolta non posso essere a New York per lo US Open - posta su Twitter -. In bocca al lupo a tutti! Resterò in buona forma e manterrò lo spirito positivo, aspettando un’opportunità per competere ancora". Dato che le qualificazioni sono già iniziate ma il tabellone non è stato ancora sorteggiato, il suo posto viene preso da un lucky loser con le teste di serie che riflettono l’ordine di classifica dei giocatori rimasti in tabellone. L’ex numero uno del mondo non ha i requisiti per entrare negli Stati Uniti in quanto da ottobre 2021 vige il divieto di ingresso sul territorio nazionale USA a stranieri che non abbiano ricevuto la completa vaccinazione contro il Covid-19. E Djokovic - come noto -non è vaccinato.

QUALIFICAZIONI US OPEN
Sono 18 i tennisti italiani nelle qualificazioni maschili del 142esimo US Open, quarto e ultimo Slam dell’anno che si disputa sui campi in cemento dell’USTA Billie Jean King National Tennis Center di Flushing Meadows, a New York (montepremi record: 60.000.000 dollari). Ci provano Agamenone, Zeppieri, Cobolli, Passaro, Mager, Nardi, Darderi, Pellegrino, Vavassori, Travaglia, Seppi, Arnaboldi, Bonadio, Maestrelli, Brancaccio, Arnaldi, Marcora e Moroni. In 10 approdano al secondo turno (Arnaldi, Cobolli, Maestrelli, Seppi, Agamenone, Passaro, Marcora, Travaglia, Bonadio, Brancaccio): in 7 al turno decisivo (Arnaldi, Cobolli, Maestrelli, Seppi, Agamenone, Bonadio, Brancaccio) ma nessuno riesce a conquistare un posto nel main draw.


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