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Eventi internazionali

Bye bye 2022, maggio - Alcaraz firma Madrid, Nole si riprende il Foro

Alla “Caja Magica” Sinner e Musetti si fermano negli ottavi. Kevin Anderson appende la racchetta al fatidico chiodo. A Roma Sinner esce ei quarti contro Tsitsipas. Il piede sinistro fa preoccupare Nadal. #Isnerman, la stana coppia fa spettacolo. Niente Parigi per Berrettini. Ginevra è ancora di Ruud, Norrie vince a Lione. Sarà un Wimbledon senza punti e senza…Federer. Negli ottavi del Roland Garros il ginocchio tradisce Sinner

di | 22 dicembre 2022

Il Centrale della Caja Magica di Madrid (foto Getty Images)

La “Caja Magica” è il palcoscenico del “Mutua Madrid Open” (ATP Masters 1000 - montepremi 6.744.165 euro) sulla terra battuta della capitale spagnola (combined con un WTA 1000). Sonego e Fognini fanno poca strada. Il 26enne torinese, n.27 del ranking, all’esordio assoluto a Madrid (con le condizioni particolari del torneo), cede 64 63 al britannico Draper, n.124 ATP, in tabellone grazie ad una wild card, che ottiene la sua prima vittoria sul “rosso” a livello ATP (la settimana precedente, negli ottavi del Roma Garden Challenger, aveva raccolto solo cinque giochi contro Giulio Zeppieri). Il 34enne di Arma di Taggia, n.51 del ranking, è battuto 75 64 dal georgiano Basilashvili, n.27 ATP, in una giornata poco felice con la prima di servizio per il ligure.

Jannik Sinner e Lorenzo Musetti si spingono invece fino agli ottavi. Il 20enne di Sesto Pusteria, n.12 del ranking e 10 del seeding, batte in rimonta lo statunitense Pauln.35 ATP, annullando tre match-point nel secondo set (per la settima volta in carriera, la quarta in stagione dopo Dubai su Davidovich-Fokina e Miami su Ruusuvuori e su Carreno-Busta), lascia tre game all’australiano De Minaur, n.22 ATP, centrando la vittoria numero 100 nel tour, ma poi perde 61 62 contro il canadese Auger Aliassime, n.10 del ranking ed 8 del seeding, in una giornata decisamente storta.

Va peggio al 20enne di Carrara, n.63 del ranking, promosso dalle qualificazioni, che prima supera in tre set - e con l’aiuto di una grandinata provvidenziale - il bielorusso Ivashka, n.48 del ranking, quindi regola in due set lo statunitense Korda, n.30 ATP, ma poi è costretto a lasciare via libera al tedesco Alexander Zverev, n.3 del ranking e due del seeding, campione in carica e vincitore anche dell’edizione del 2018, ritirandosi sul punteggio di 63 1-0 per “Sascha”, a causa di un problema all’adduttore della gamba sinistra.

QUANDO SI DICE “BESTIA NERA”
Djokovic diventa il primo giocatore nell’Era Open a sconfiggere 18 volte, senza mai perdere, uno stesso avversario: il “fortunato” co-protagonista dell’impresa al secondo turno di Madrid è il francese Monfils, n.21 ATP.  Il numero uno del mondo inizia il suo percorso con un 63 62 che gli restituisce qualche certezza in più, e non solo per i rilievi statistici. Nole, sicuro di restare in vetta al ranking per un’altra settimana e di raggiungere così le 369 complessive, non si presenta nella condizione ottimale, ma quattro partite in quattro mesi, prima della finale a casa sua, a Belgrado, persa contro il russo Rublev, era impossibile immaginare qualcosa di diverso. Negli ottavi sfuma la sfida con Andy Murray, n.79 ATP (sarebbe stata la 37esima - la prima in cinque anni - nella città dove era iniziata la loro rivalità), perché lo scozzese che non giocava una partita sulla terra dal Roland Garros 2020 e non ne vinceva una dai quarti sempre a Parigi (2017, contro Nishikori) paga i due successi di fila ai danni di Thiem, n.91 ATP, e Shapovalov, n.16 del ranking e 14 del seeding.

Scivola, s’arrabbia, si lamenta ma alla fine grandi rischi non ne corre. Nel suo 88esimo quarto in un Masters 1000, Nole si impone in due set sul polacco Hurkacz, n.14 del ranking e 12 del seeding, superato per la quarta volta in altrettanti confronti. Ma a fare notizia è il nome del suo prossimo avversario, per un confronto senza precedenti.

L'abbraccio a fine match tra Gael Monfils e Novak Djokovic (foto Getty Images)

CARLITOS BUSSA
In semifinale, il numero uno del mondo incontra lo spagnolo Alcaraz, n.9 del ranking e 6 del seeding, che nei quarti vince 62 16 63 il derby generazionale con Nadal, n.4 ATP e terza testa di serie (che già aveva rischiato tantissimo negli ottavi, costretto ad annullare ben quattro match-point al belga Goffin, n.60 ATP). Rafa ha un sussulto d’orgoglio nel secondo set ma la fiamma progressivamente si spegne nella frazione decisiva quando è evidente che il 19enne di El Palmar (Murcia) - che festeggia il compleanno durante il torneo - ha una marcia in più. Con la vittoria che assomiglia ad un passaggio di consegne. Il tennista allenato da coach Juan Carlos Ferrero è il più giovane mai arrivato in semifinale a Madrid.

E se le prime volte sono sempre speciali, Alcaraz se ne regala una indimenticabile, sconfiggendo Nole con il punteggio di 67 (5) 75 76 (5) dopo oltre tre ore e mezza di lotta. Mai a partita mai un giocatore era riuscito a battere Nadal e Djokovic nello stesso torneo sulla terra. Inoltre “Carlitos” diventa il secondo tennista più giovane a sconfiggere Nole, dietro solamente a Krajinovic (che di anni ne aveva 18) e il più giovane a superare il numero uno da Nadal sconfisse Federer in semifinale a Roland Garros nel 2005 proprio nel giorno del suo 19esimo compleanno. 

La volée di rovescio di Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

Carlos Alcaraz con il trofeo del Mutua Madrid Open 2022 (foto Getty Images)

Carlos Alcaraz e Alexander Zverev scherzano durante la premiazione del Mutua Madrid Open 2022 (foto Getty Images)

UNA FINALE…FUORI ORARIO
Alcaraz diventa il sesto giocatore nell’Era Open capace di imporsi in tutte le prime cinque finali giocate (l’ultimo era stato…Nadal), e senza perdere un set: il teen-ager di El Palmar batte 63 61 il tedesco Alexander Zverev, n.3 del ranking e 2 del seeding, nonché campione in carica a Madrid, senza concedere nemmeno una palla-break. E mette in bacheca il quarto trofeo stagionale dopo Rio de Janeiro, Miami e Barcellona). Il 25enne di Amburgo, però, accusa l’ATP per la programmazione del venerdì e del sabato: sia dopo il quarto contro Auger-Aliassime che dopo la semifinale contro Tsitsipas, infatti, Zverev è andato a letto ben oltre le quattro del mattino. “In finale non avevo coordinazione: mi hanno tolto possibilità di competere e hanno tolto al pubblico una grande finale”, si lamenta il tedesco dopo aver fatto i complimenti di rito al suo avversario.

“Vedere Rafa alzare il trofeo in questo torneo mi ha spinto a lavorare duro per vivere questo momento - dice Carlos durante la premiazione -. Questo è il primo evento a cui ho assistito, quindi trionfare qui per me è una grande emozione”. Poi arriva la rinuncia agli Internazionali d’Italia: “Sto pensando di non giocare a Roma, soprattutto alla luce dei problemi al piede e alla caviglia destra".

KEVIN DICE BASTA
“Mio padre mi diceva che il successo non è definito dai risultati, ma dall'impegno che metti sulla strada per diventare la miglior versione di te stesso. Io ho dato il massimo”, così Kevin Anderson saluta il tennis con un lungo messaggio sui suoi profili social. Si chiude dunque la carriera del 35enne sudafricano che ha conquistato sette titoli ATP e raggiunto un “best ranking” di numero 5 nel 2018. In carriera, ha disputato due finali Slam: la prima agli US Open 2017 da numero 32 ATP battuto Nadal (63 63 64), la seconda a Wimbledon nel 2018, sconfitto da Djokovic (62 62 76) dopo superato Federer nei quarti, 13-11 al quinto set, ed Isner in semifinale, 26-24 sempre al quinto set.

Il sudafricano Kevin Anderson

Matteo Arnaldi esulta (foto Fioriti)

L'emozione di Francesco Passaro (foto Fioriti)

PRE-QUALI AL FORO
Vincendo le pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d’Italia 2022, Francesco Passaro (n.368 ATP) e Matteo Arnaldi (n.275 ATP) si assicurano le due wild card a disposizione per il tabellone principale maschile. A Giovanni Fonio e Francesco Forti (sconfitti in semifinale) vanno due wild card per il tabellone di qualificazione, che si aggiungono alle due conquistate da Luca Nardi e Gianmarco Ferrari.

ROMA, FASCINO SENZA TEMPO
Finisce comunque con un sorriso l’avventura di Passaro e Arnaldi agli “Internazionali BNL d’Italia” (ATP Masters 1000 - montepremi 5.415.410 euro) sulla terra rossa del Foro Italico. Il 21enne perugino cede in due set al cileno Garin, n.39 ATP: il 21enne sanremese è battuto sempre in due set dal croato Cilic, n.24 ATP. Escono subito di scena anche le altre due wild card azzurre: Flavio Cobolli, 20enne romano, n.150 del ranking, è sconfitto dello statunitense Brooksby, n.38 ATP, Luca Nardi, 18enne pesarese, n.201 del ranking, che senza troppi timori reverenziali disputa un buon match contro il britannico Norrie, n.11 ATP e nona testa di serie. Termina pure la bella avventura della “matricola” Giulio Zeppieri, 20enne di Latina, n.227 del ranking, promosso dalle qualificazioni al suo primo main draw “1000”, che cede in due set al russo Khachanov, n.24 ATP.

Nel 2021 sulla terra capitolina aveva vissuto una settimana da gladiatore: stavolta non va altrettanto bene a Lorenzo Sonego: il 26enne torinese, n.28 del ranking, protagonista dodici mesi prima di una splendida cavalcata fino alle semifinali (stoppato da Djokovic), cede 6-3 al terzo al canadese Shapovalov, n. 16 ATP e tredicesima testa di serie.

SFIDA TRICOLORE
Ha il volto sorridente e il sorriso un po’ beffardo di Fabio Fognini la prima vittoria azzurra della 79esimaedizione degli IBI. Su un Centrale di nuovo pieno il ligure, n.56 del ranking, supera l’austriaco Thiemn.162 ATP (in gara con il ranking protetto), rientrato nel tour dopo il lungo stop per l’infortunio al polso destro ed ancora alla ricerca della condizione migliore. E si fa trovare all’appuntamento per la sfida di secondo turno contro Jannik Sinner, n.13 del ranking e 10 del seeding, che a sua volta debutta battendo lo spagnolo Martinez, n.40 ATP, e commenta: “Questo pubblico è incredibile: uscire dal tunnel ed entrare in campo è stato emozionante”.

Tra l’altoatesino, che al Foro Italico aveva già raggiunto gli ottavi nel 2020, ed il ligure, arrivato nei quarti nel 2018, non c’erano precedenti. Fabio è stato il primo italiano in top ten dopo 41 anni di digiuno (traguardo tagliato il 10 giugno 2019): Jannik nell’élite mondiale ci è arrivato invece giovanissimo, il primo di novembre del 2021, a soli vent’anni. Un derby d’Italia che all’inizio non c’è ma che poi diventa partita vera. Grazie alle magie del più anziano dei due protagonisti - incitato in tribuna dalla moglie Flavia Pennetta e da Corrado Barazzutti - pronto al passaggio del testimone ma ancora voglioso di dare spettacolo. Alla fine però la spunta il più giovane, il 20enne di Sesto Pusteria, che batte 62 36 63 il 34enne di Arma di Taggia. “E’ stato un match duro: all’inizio ero molto concentrato, ma già alla fine del primo set mi sono reso conto che lui sentiva meglio la palla, poi nel secondo ha alzato tantissimo il livello come solo lui sa fare, nel terzo ha avuto delle chance ma è andata bene”, il commento a caldo del vincitore.

Fabio Fognini e Jannik Sinner (foto Sposito)

LA SORTE NON AIUTA JANNIK
Sinner supera anche il serbo Krajinovic, n.54 ATP, protagonista del sorprendete ko del russo Rublev, n.7 del ranking e 6 del seeding, e si presenta per la prima volta nei quarti a Roma. I presupposti ci sono tutti - il pubblico delle grandi occasioni, il palcoscenico del Foro Italico, il sole - per scrivere un’altra splendida pagina di tennis azzurro. Ma gli dei dell’Olimpo hanno altri piani. Non basta l’entusiasmo incontenibile degli appassionati del Centrale: Jannik cede 76(5) 62, dopo quasi due ore e mezza di battaglia, al greco Tsitsipas, n.5 del ranking e quarto favorito del torneo, complice un non meglio precisato problemino fisico intervenuto nel secondo set.

Jannik Sinner saluta il pubblico (foto Sposito)

OTTAVI AMARCORD
Wawrinka non si sentiva pronto per incontrare Djokovic: “Devo giocare ancora tante partite, certe sensazioni non le puoi allenare”, diceva alla vigilia. Ed il match conferma la bontà delle sue sensazioni. Sorride Djokovic, dopo il 62 62 che chiude la replica della finale del 2008. E compie un altro un altro passo verso il 38esimo smile (la faccina sorridente che usiamo tutti su Facebook o Whatsapp) sul suo borsone porta-racchette. Ce n’è una ogni Masters 1000 vinto, lui che è l’unico ad aver vinto almeno una volta tutti quelli oggi in calendario.

Un rovescio in allungo di Stan Wawrinka (foto Getty Images)

IL PIEDE DI RAFA
Un set di controllo, poi il dolore che arriva e toglie il sorriso. Dominante per quasi un’ora Nadal, n.4 del ranking e 3 del seeding, vede sfumare il centesimo quarto di finale Masters 1000 in carriera. Colpa del dolore al piede sinistro, conseguenza della sindrome di Muller-Weiss, malformazione ossea con cui convive dal 2005 e che l’ha costretto a fermarsi anche nella seconda parte del 2021. Shapovalov, n.16 ATP e 13esima teta di serie, due volte sconfitto da Rafa a Roma, chiude 16 75 62.

Curiosamente era stato proprio il canadese l’ultimo mancino ad aver sconfitto il maiorchino: era il terzo turno a Montreal nel 2017, Denis aveva diciotto anni ed era numero 143 ATP. “Verso la metà del secondo set ho iniziato a sentire molto dolore al piede - spiega lo spagnolo -. Non sono infortunato, sono un giocatore che convive con un infortunio. Non voglio togliere nulla a Shapovalov, i meriti vanno a lui. Ma per me era impossibile giocare. Vedremo come andrà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane. Non è un momento facile per me”.

In dubbio la sua partecipazione al Roland Garros: se dovesse recuperare giocherebbe Parigi per la prima volta senza aver disputato nemmeno una finale nei “1000” in stagione sul rosso.

Nadal guarda sconsolato il suo piede sinistro (foto Getty Images)

Novak Djokovic con il trofeo di Roma 2022 (foto Getty Images)

“DJOKER” HA VOGLIA DI GIOCARE…
Si è autoinflitto lunghi mesi di inattività, per via della scelta di non vaccinarsi contro il Covid e adesso scalpita. Battuto subito al rientro a Monte-Carlo dall’atletismo dello spagnolo Davidovich Fokina, sconfitto in finale nella sua Belgrado dal russo Rublev dopo aver fatto una fatica da matti per arrivare al match per il titolo, e stoppato in semifinale a Madrid dallo spagnolo Alcaraz, poi vincitore del titolo. Anche a Roma non è ancora il miglior Djokovic ma basta per battere nei quarti il canadese Auger-Aliassime, n.9 ATP ed ottava testa di serie - assicurandosi un’altra settimana da re, la 370esima (più di 7 anni…) - ed in semifinale il norvegese Ruud, n.10 ATP e quinta testa di serie, inanellando la vittoria numero 1.000 nel circuito.

…TSITSIPAS DI RIPRENDERSI LA SCENA
I tifosi greci in tribuna sono tra i pochi a divertirsi durante Tsitsipas-Zverev. Dopo le semifinali a Monte-Carlo e Madrid, al Foro il duello non scalda il pubblico nonostante un pomeriggio d’estate anticipata. Il greco vince 46 63 63 e raggiunge la quinta finale in carriera in un Masters 1000. Stefanos imposta la partita con un obiettivo chiaro già dai primi game: allontanare “Sascha” dal centro con i primi colpi per poi chiudere in lungolinea. I due quasi non si guardano: non si stanno simpatici, anche se il 25 di Amburgo dopo il match parla di un rapporto sostanzialmente buono con il 23enne di Atene.

NOLE RITROVA IL SORRISO
Vince il suo sesto trofeo al Foro Italico Djokovic che in finale s’impone 60 76(5) su Tsitsipas. Il serbo festeggia l’87esimo titolo ATP, il primo da Parigi-Bercy 2021, e il 38esimo Masters 1000. Il greco, che ha vinto più partite di tutti nel 2021, subisce la dodicesima sconfitta in 20 finali ATP. “Avevo un piano di gioco chiaro nel primo set - dice Nole - poi ho sbagliato qualcosa all'inizio del secondo. Quando lui era avanti 4-1 e 30-40 sul mio servizio, la partita avrebbe potuto andare al terzo set. Ma in qualche modo sono riuscito a ribaltare il match: ho fatto le scelte giuste. Sono stato bravo a recuperare e nel tie-break sono stato…un centimetro migliore di lui”.

#ISNERMAN, LA STRANA COPPIA
Una coppia formata per caso, Diego Schwartzman e John Isner. L’argentino, alto un metro e settanta, è il giocatore più basso ad essere arrivato tra i primi otto del mondo dal 1981. Lo statunitense, due metri e otto centimetri, è il più alto mai arrivato in top ten. A Roma provano a giocare il doppio insieme: partita dopo partita, la coppia che ricorda l’articolo “il” diventa un’attrazione. E nasce l’hashtag Isnerman, crasi dei due cognomi, che è la vera etichetta del duo. La loro marcia li porta fino alla finale dove si arrendono 62 67 12-10, dopo quasi due ore di battaglia, solo ai croati Nikola Mektic e Mate Pavic, che confermano il titolo vinto nel 2021.

John Isner e Diego Schwartzman (foto Fioriti)

IBI22 DA RECORD
Dopo due anni di pandemia gli italiani hanno voglia di sport, bisogno di partecipazione, desiderio di ripartire. Gli Internazionali d’Italia testimoniano con i fatti e con i numeri quanto questi bisogni sono forti, sentiti e allo stesso tempo soddisfatti al Foro Italico. Sono 230.277 le presenze degli spettatori paganti all’edizione 2022, record del torneo: superato il dato del 2019, quando erano stati in totale 224.417. L’incasso finale è stato di 16.070.331,89 euro. "L'1% dei ricavi della biglietteria degli Internazionali BNL d'Italia sarà devoluto alla Federazione tennis ucraina", annuncia il presidente della FIT Angelo Binaghi, nella conferenza stampa di chiusura del torneo.

Il Centrale del Foro Italico (foto Sposito)

NIENTE PARIGI PER MATTEO 
Berrettini sta meglio, ma rinuncia al Roland Garros. Il numero uno azzurro lo annuncia con un post su Instagram. Il romano aveva già rinunciato ai tre Masters 1000 sul “rosso” - Monte-Carlo, Madrid e Roma - dopo l’operazione alla mano destra. Ora arriva anche la conferma che Matteo tornerà direttamente per la stagione sull’erba, dove difende i due storici traguardi del 2021, quando è diventato il primo italiano a vincere al Queen’s e a raggiungere la finale a Wimbledon.

Matteo Berrettini

GINEVRA E’ DI RUUD, DI NUOVO
Fognini esce subito di scena nel “Gonet Geneva Open” (ATP 250 - montepremi 534.555 euro) sulla terra rossa di Ginevra, in Svizzera: il 34enne di Arma di Taggia, n.52 del ranking, apparso fisicamente un po’ “scarico”, cede in due set all’australiano Kokkinakis, n.85 ATP, mostrando il suo tennis migliore solo a sprazzi. Marco Cecchinato, n.134 ATP, promosso dalle qualificazioni, invece, batte l’austriaco Thiem, sceso al n.194 del ranking dopo il lunghissimo stop per l’infortunio al polso destro, prima di perdere 62 63 dal polacco Majchrzak, n.81 ATP.

Casper Ruud, n.8 ATP e seconda testa di serie, festeggia il sesto titolo negli ultimi sette “250” disputati sulla terra, l’ottavo in carriera. Il norvegese sconfigge in finale 76(3) 46 76(1) Joao Sousa, il portoghese con la miglior classifica ATP di sempre, oggi n.79 ATP ma salito al n.28 nel 2016. Il 33enne di Guimares serve per il match sul 5-4 del set decisivo ma Ruud aumenta la profondità dei colpi, soprattutto il rovescio, ribaltando la situazione e dominando il tie-break. Campione in carica a Ginevra, il 23enne di Oslo è il primo dopo l’elvetico Wawrinka (2016-17) a trionfare in questo torneo per due anni di fila e il quinto ad avere in bacheca almeno due trofei ATP nel 2022 dopo gli spagnoli Alcaraz (4) e Nadal (3), il russo Rublev (3) e lo statunitense Opelka (2).

Casper Ruud esulta a Ginevra

NORRIE FIRMA LIONE
Finisce nelle semifinali del “Open Parc Auvergne-Rhone-Alpes Lyon” (ATP 250 - montepremi 534.555 euro) sulla terra francese il percorso di Rune, uno dei candidati principali per un posto alle Intesa Sanpaolo Next gen ATP Finals. A Lione il danese, n.40 del ranking, si arrende 62 57 64 al favorito numero uno del tabellone, il mancino britannico Cameron Norrie, n.11 ATP. Il 19enne di Gentofte recupera un break di svantaggio nel secondo set riuscendo ad allungare oltre le due ore il loro primo confronto ma deve cedere al terzo.

A Lione evidentemente il 26enne britannico di origini sudafricane (è nato a Johannesburg) si trova bene: finalista nel 2021, fermato da Tsitsipas, stavolta per conquistare il trofeo al Parc de la Tete d’Or Cameron non deve sfidare un top ten come nell’edizione dello scorso anno o a Delray Beach a febbraio quando ha perso contro Nadal. In una finale tutta tra mancini Norrie si impone 63 67(3) 61 sullo slovacco Alex Molcan, n.47 del ranking, alla terza finale ATP in carriera, che deve ancora attendere per il primo titolo.

Un recupero in allungo di Cameron Norrie (foto Fioriti)

WIMBLEDON SENZA PUNTI
Con un comunicato ATP e WTA annunciano che l’edizione 2022 dei “The Championships” non assegnerà punti validi per le classifiche a causa della decisione degli organizzatori di escludere russi e bielorussi. “Decisione sproporzionata, siamo profondamente delusi”, la risposta dell’All England Club. Il torneo diventa di fatto un’esibizione. "La possibilità per i giocatori di qualsiasi nazionalità di partecipare ai tornei solo sulla base del merito e senza alcuna discriminazione è fondamentale per il tour - si legge nel comunicato diffuso attraverso il sito ufficiale ATP -. La decisione di escludere russi e bielorussi dalla competizione della prossima estate mina questo principio e l'integrità del ranking ATP, e disobbedisce al nostro accordo sul meccanismo che regola le classifiche. E' con grande dispiacere che, date le circostanze, annunciamo che non vediamo altre opzioni se non rimuovere i punti ATP da Wimbledon 2022". Sulla stessa linea si muove la WTA. Non resteranno nemmeno i punti di Wimbledon 2021: usciranno dalle classifiche come prescrivono le regole al termine delle 52 settimane dall’evento.

Wimbledon

IL RIENTRO DI FEDERER
Prima la Laver Cup, poi Basilea, con un obiettivo chiaro di lungo periodo: Wimbledon 2023. E’ questa la road map di “King Roger” che non gioca dal quarto di finale perso ai “The Championships” nel 2021 contro il polacco Hurkacz. Il fuoriclasse di Basilea, che l’8 agosto compie 41 anni, è ottimista: "Sono pronto a dare tutto di nuovo, aspetto solo l'ok dei medici", dice lo svizzero che sta aumentando l’intensità degli allenamenti, anche se preferisce non documentare questa parte della sua attività sui social. "Pubblico poche foto dei miei allenamenti perché ho sempre pensato che tutti lavorano duramente, è scontato. Io mi sono giurato che non sarei arrivato completamente a pezzi a fine carriera - spiega -. Continuo a fare riabilitazione non solo perché voglio rientrare nel circuito, ma perché dopo voglio andare a sciare con i miei figli, giocare a pallone. E' una scelta per la mia vita, non solo per la mia carriera".

Roger Federer

Il Centrale "Philippe Chatrier" del Roland Garros (foto Getty Images)

“QUALI” ROLAND GARROS
Sono 15 gli azzurri - Agamenone, Gaio, Fabbiano, Moroni, Bonadio, Giustino, Mager, Nardi, Zeppieri, Seppi, Caruso, Arnaboldi, Vavassori, Giannessi e Cobolli - in gara nelle qualificazioni dello Slam parigino: in 9 superano l’esordio (Agamenone, Moroni, Giustino, Nardi, Zeppieri, Caruso, Vavassori, Giannessi e Cobolli), in 4 approdano al turno di qualificazione (Agamenone, Nardi, Zeppieri e Giannessi) ma solo uno conquista sul campo l’ingresso nel main draw, Giulio Zeppieri.

PARIGI, PRIMA SETTIMANA
Si alza il sipario sul “Roland Garros”, secondo Slam stagionale (montepremi 21.256.800 euro). Salutano subito Thiem (n.189 ATP), finalista nel 2018 e nel 2019, Shapovalov (n.15 del ranking e 14 del seeding) che cede a Rune (n.40 ATP), e Tsonga (n.296 ATP), in tabellone con una wild card: il francese gioca un gran match perdendo in quattro set contro Ruud (n.8 del ranking e del seeding). E’ la sua ultima partita in carriera: l’ex numero 5 del mondo viene celebrato con grande commozione.

Al secondo turno lo spagnolo Alcaraz, n.6 del ranking e del seeding, annulla un match-point al connazionale Ramos Vinolas (n.44 ATP). Un altro spagnolo, “il signore della terra” Nadal, n.5 ATP e quinta testa di serie, batte Moutet, n.139 ATP, e fa 300 vittorie Slam (terzo nella speciale classifica dopo Federer e Djokovic).

CAPITOLO ITALIANI
Lotta contro i crampi, dà l’anima Alessandro Giannessi, ma non basta per evitare l’eliminazione al primo turno: il 31enne mancino spezzino, n.173 del ranking, ripescato in extremis in tabellone e alla seconda presenza nel main draw parigino, cede in cinque set dopo una battaglia di quasi cinque ore al croato Gojo, n.223 ATP, passato attraverso le qualificazioni. Fuori anche Franco Agamenone, che nonostante la sconfitta dimostra i progressi fatti nelle ultime due stagioni: il 29enne italo-argentino (è nato a Rio Cuarto), n.156 del ranking, lucky loser e alla sua prima esperienza nel tabellone principale non solo di un Major ma in assoluto di un torneo del tour maggiore, è battuto in quattro set dallo statunitense McDonald, n.60 ATP. Esordio amaro anche per Giulio Zeppieri: il 20enne mancino di Latina, n.216 ATP, promosso dalle qualificazioni, lascia via libera al polacco Hurkacz, n.13 del ranking e 12 del seeding.

Il sorteggio peggiore tocca indubbiamente a Lorenzo Musetti: il 20enne di Carrara, n.66 ATP, mostra per un paio di set tutte le sue magie prima di cedere 57 46 62 63 62, dopo oltre te ore e mezza di grandissimo tennis, al greco Tsitsipas, n.4 del ranking e del seeding, finalista nell’edizione del 2021. Ancora un quinto set fatale dunque per Lorenzo a Parigi 12 mesi prima, al suo primo Roland Garros, cedeva negli ottavi da Djokovic: il Next Gen toscano, dopo essere stato avanti due set a zero, era stato costretto a ritirarsi a metà del quinto set per un infortunio.

FOGNINI SFORTUNATO
Parte bene Fabio che gioca a Parigi per la 15esima volta e vanta come miglior risultato i quarti del 2011, quando non poté nemmeno scendere in campo contro Nole perché infortunato (per lui anche gli ottavi nel 2018 e nel 2019, l’anno dell’ingresso in top ten). Con una prestazione ordinata e concreta il ligure, n.52 ATP, batte l’australiano Popyrin, n.103 ATP: “Sono molto contento: è sempre bello vincere qui - commentato a caldo -. E poi riuscirci in tre set non è mai facile. Tra due giorni compio 35 anni e il mio fisico non è più quello di una volta. Come vedo il prosieguo del torneo? Cominciamo a vedere con quanti dolori mi sveglio domattina…. Amo Parigi”. Il suo Roland Garros, però, finisce nel peggiore dei modi, con un infortunio al polpaccio destro e un ritiro sul punteggio di 64 76(2) 3-2 per l’olandese Van de Zandschulp, n.29 ATP e 26esima testa di serie.

Fabio Fognini saluta il pubblico (foto Getty Images)

“CECK” TORNA A VINCERE UN MATCH, “SONNY” DUE
Si complica la vita che la metà basta ma alla fine recupera una partita quasi persa Marco Cecchinato, n.132 ATP, che supera 6-0 al quinto, dopo una maratona di tre ore e tre quarti, il veterano spagnolo Andujar, n.98 del ranking. Il 29enne palermitano - semifinalista nel 2018 quando sconfisse Djokovic nei quarti prima di cedere a Thiem - raccoglie però solo sette game contro il polacco Hurkacz, n.13 del ranking e 12 del seeding, che all’esordio aveva eliminato pure Zeppieri.

Esordio sul velluto per Lorenzo Sonego, n.35 del ranking e 32 del seeding, che lascia solo cinque giochi al tedesco Gojowczyk, n.94 del ranking. Poi sempre in tre set il 27enne torinese supera anche il portoghese Sousa, n.63 ATP, tornando a vincere due partite di fila dopo oltre tre mesi e mezzo. Al terzo turno dà tutto ma non basta: il norvegese Ruud, n.8 del ranking e del seeding, si impone 62 67(3) 16 64 63, dopo una battaglia di quasi tre ore e mezza, approdando per la prima volta agli ottavi.

Se faccio del mio meglio posso anche vincere: devo servire bene e mettere i piedi in campo, e devo essere ancora più aggressivo”, aveva detto alla vigilia l’azzurro. E finché l’umidità della sera parigina non appesantisce campo e palline la tattica funziona. Poi a condizione mutate prevale la grande capacità difensiva dello scandinavo.  

L'urlo di Lorenzo Sonego (foto Getty Images)

JANNIK, CHE “SFIGA”!
Sinner, n.12 del ranking ed 11 del seeding, debutta regolando in tre set lo statunitense Fratangelo, n.186 ATP, proveniente dalle qualificazioni. Poi, pur non giocando al meglio - e contro un avversario che non aveva nulla da perdere - supera in quattro set lo spagnolo Carballes Baena, n.89 ATP. Lottando e soffrendo per un ginocchio sinistro non proprio a posto, ed annullando la bellezza di 11 set-point (!) nel secondo set, il 20enne di Sesto Pusteria batte lo statunitense McDonald, n.60 del ranking, ed ottiene l’obiettivo minimo fissato alla vigilia del torneo: per la terza volta di fila approda negli ottavi del Roland Garros.

Il finale, però, è il peggiore possibile. Jannik esce di scena dopo un primo set dominato - il migliore giocato nel torneo (accidenti!) - ma a metà del secondo il dolore si fa vivo, prepotentemente, e non c’è nulla da fare. Sinner, unico azzurro rimasto in corsa, è costretto a lasciare via libera al russo Rublev, n.7 del ranking e del seeding, ritirandosi all’inizio del terzo set sul punteggio di 16 64 2-0 in favore del 24enne moscovita.

Il saluto di Jannik Sinner e Andrey Rublev dopo il ritiro (foto Getty Images)

RUNE E’ GIA’ GRANDE
Il danese raggiunge Alcaraz nei quarti di Parigi: è la prima edizione con due teen-ager fra i migliori otto dal 1994. Milano insegna: Rune è stato il finalista delle Next Gen ATP Finals 2021, lo spagnolo il vincitore. Negli ottavi il 19enne di Gentofte, alla terza presenza in uno Slam, mostra la convinzione dei grandi e la maturità dei top-player contro il greco Tsitsipas, n.4 del ranking e del seeding, finalista dodici mesi prima, sconfitto 73 36 63 64. E diventa il primo danese nei quarti nel singolare maschile nella storia del torneo, e il primo in uno Slam dai tempi di Jan Leschly, semifinalista agli US Championships del 1967. Nei quarti, però, ci pensa il norvegese Ruud a riportarlo con i piedi per terra anche se a Casper, n.8 ATP ed ottava testa di serie, servono quattro set.

Holger Rune esulta (foto Getty Images)

GLI ALTRI QUARTI
Nell’altro quarto Rublev, promosso a causa del ritiro di Sinner, non affronta l’amico e connazionale Medvedev, n.2 del ranking e del seeding, ma il croato Cilic, n.23 ATP e 20esima testa di serie: negli ottavi, infatti, Marin non concede palle-break, lascia appena 7 game a Daniil e torna tra i migliori otto in uno Slam per la prima volta dal 2018. Da segnalare che Cilic, che non aveva mai battuto un top-ten sulla terra rossa, fa anche il bis: supera al tie-break del quinto set Rublev, ancora una volta deludente nei Major.

“Sasha” Zverev, n.3 del ranking e del seeding, sbatte fuori dal Roland Garros uno dei favoriti, il “baby” spagnolo Alcaraz, n.6 ATP e sesta testa di serie, che, per puntare decisamente allo Slam sulla terra rossa aveva rinunciato agli IBI di Roma. Il tedesco ci riesce quando sembra preda dello scatenato spagnolo che era arrivato a Parigi con l’eclatante bilancio di 28 partite vinte e 3 perse. Alexander “si mangia” quasi tutto il vantaggio acquisito sull’avversario più giovane di 6 anni, cioè i due set iniziali vinti sfruttando i 32 (!) errori gratuiti dell’allievo di Juan Carlos Ferrero ma riesce comunque ad imporsi al tie-break del quarto set dopo aver rischiato di essere trascinato al quinto.

Ma tutti, non solo Zverev, aspettano la sfida Nadal-Djokovic….


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