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Cucelli-Del Bello-Gardini: col “vampiro”, il tennis diventa popolare

In occasione del centenario dell’Italia in Coppa Davis ripercorriamo, con cadenza settimanale, tutti i giovedì fino all’8 settembre, la storia del tennis nostrano attraverso i grandi eventi del tennis azzurro e i personaggi cardine delle varie epoche, che hanno caratterizzato anche le squadre nella massima competizione mondiale per nazioni del nostro sport

di | 18 agosto 2022

La squadra di Coppa Davis dei primi Anni Cinquanta: da sinistra Marcello Del Bello, Rolando Del Bello, Gianni Cucelli, Fausto Gardini

La squadra di Coppa Davis dei primi Anni Cinquanta: da sinistra Marcello Del Bello, Rolando Del Bello, Gianni Cucelli, Fausto Gardini

Cucelli-Del Bello-Gardini è la triade che fa da cerniera al tennis azzurro degli anni 40-50 sulla strada del primo super-eroe, Nicola Pietrangeli e dell’abolizione del Challenge Round con Stati Uniti e Australia che attendevano riposate e sull’amata erba la sfidante di una lunga e dura selezione.

Cucelli èil leone”, Del Bello, er lacrima”, Gardini “il vampiro”. Cucelli, figlio del popolo e dei danni della guerra, è povero, si autodefinisce un contadino”, parte da raccattapalle, il gradino più basso della scala tennistica, cresce inseguendo soldi e riscatto sociale, ed è all’antitesi di Del Bello, Marcello e il fratello Rolando, che sventolano la bandiera della borghesia medio-alta, favoriti da papà Oberdan, gestore di un club a Roma.

Gianni Cucelli fa l’esordio in coppa Davis nel 1939 e, fino al 1954, disputa 55 match vincendo 17 singolari su 38 e 21 doppi su 27. Marcello De Bello, che in tutto gioca 39 match (8 singolari vinti su 14 e 20 doppi su 25), fa coppia con lui dal 1948, dalla delicata trasferta di Zagabria contro la Jugoslavia dov’è mattatore, mentre per il ragazzo di Fiume, Cucelli, la prima trasferta proprio in Jugoslavia è uno choc ma dà comunque il “la” alle semifinali della Zona europea. Battendo la Danimarca e inchinandosi all’allora Cecoslovacchia del miglior giocatore dellepoca, Jaroslav Drobny, sul centrale del Tennis Club Bonacossa.

E’ un trampolino per la terza finale interzona della Davis azzurra, l’anno dopo, nel 1949, con l’impresa contro la Francia al Roland Garros. Con l’epica rimonta del “leone” Cucelli da 1-6 6-8 0-4 contro Robert Abdesselam, il match point fallito dal “lacrima” (perché in Campo si lamentava sempre) Marcello Del Bello che fallisce un match point al quinto set contro Marcel Bernard, si riscatta in doppio ma poi cede il secondo singolare. Finché, sul 2-2, Cucelli supera Bernard per 6-1 al quinto.

E’ un’altra pietra miliare del tennis sulla strada di sport popolare e non per “signori”. Anche se, a New York, complice l’erba, la finale interzone contro l’Australia, che prelude al Challenge contro gli USA, è una catastrofe, un 5-0 senza storia. 

Cucelli non riesce ad eccellere per colpa dellla Guerra che gli ruba il quinquennio fra i 25 e i 30 anni, ma tocca tre volte i quarti di finale al Roland Garros, gli ottavi a Wimbledon, la finale di Roma del 1951 e la semifinale di doppio con Marcello Del Bello nel 1949 a Forest Hills.

A Cucelli & Del Bello si aggiunge quindi Fausto Gardini, che apre una terza matrice di tennisti azzurri: la borghesia benestante, ma non nobile. Figlio di un avvocato di Milano, “il vampiro” - magrissimo di fisico e bianchissimo di carnagione, sembrava pronto a succhiare il sangue agli avversari - si trasforma ed accende il pubblico, soprattutto della sua città e dello stadio Porro Lamberhenghi al TC Bonacossa, dov’è imbattibile. Di sicuro, con la sua forte personalità e la capacità dei campioni di giocare al meglio i punti importanti, contribuisce ad avvicinare la gente al tennis e si esalta in coppa Davis.

In Australia, nel 1952, nell’anno dell’esordio, partecipa alla finale interzone che l’Italia perde 5-0 contro gli USA. Ma lui, lottando 5 set contro Vic” Seixas e strappando un set anche a Tony Trabert, viene invitato ai campionati australiani e a Forest Hills. L’ultimo acuto lo regala contribuendo alla scalata fino alla finale interzone del 1955, che si conclude con un altro 0-5, a Philadelphia contro il dream team d’Australia di Hoad e Rosewall. E’ il suo anno migliore e anche quello dell’addio, col successo agli Internazionali dItalia nel derby contro Beppe Merlo, al quale salvò due match point prima di batterlo per crampi.

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