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Il CEO di tennis Australia Craig Tiley ha spiegato che non farà pressioni per convincere il governo a cancellare il ban e riammettere Novak Djokovic per l'Australian Open 2023
di Alessandro Mastroluca | 12 ottobre 2022
A un mese dalle Nitto ATP Finals a cui si è qualificato per la quindicesima volta, per Novak Djokovic è già tempo di pensare al 2023. La prima tappa è ancora incerta. La sua presenza al prossimo Australian Open, infatti, deve passare per una decisione governativa nient'affatto scontata.
"Non è un argomento su cui possiamo fare pressioni, saranno Novak e il governo federale che dovranno lavorarci. Noi seguiremo le regole che ci verranno date" ha detto Craig Tiley, CEO di Tennis Australia, la federtennis nazionale che organizza il primo Slam della stagione.
In quanto non vaccinato contro il COVID-19, quest'anno Djokovic è stato al centro di una vicenda sportiva e giuridica che si è conclusa con la revoca del visto e la sua espulsione dall'Australia. Ne è seguito un ulteriore provvedimento, un "ban" in base al quale il serbo non può più rientrare in Australia fino al 2025. Ma il governo australiano ha la possibilità di cancellare questo ban accessorio e riammettere Djokovic nel territorio nazionale.
Nelle ultime settimane, però, lo stesso Tiley aveva manifestato il suo augurio di vedere in campo tutti i più grandi giocatori. E lo stesso Djokovic si era mostrato cautamente ottimista sulle possibilità di essere in campo per il primo major del 2023.
Ma il serbo, che ha vinto più titoli di tutti nella storia del torneo, al momento non ha alcuna certezza. Il suo caso continua a dividere l'opinione pubblica, come ha dimostrato la dura presa di posizione dell'ex ministro dell'interno Karen Andrews, che per prima ha preso la decisione di revocare il visto d'ingresso a Djokovic lo scorso gennaio. "Permettergli di rientrare solo perché è un ricco tennista di successo sarebbe uno schiaffo per tutti gli altri che sono nella sua stessa situazione" ha detto.
Djokovic, tutti i 22 trionfi Slam
Ora Tiley ha pubblicamente preso una posizione più prudente. Si è messo sulla stessa scia di quanto dichiarato dalla USTA, la Federtennis statunitense, alla vigilia dello US Open. Nessuna pressione, nessuna ingerenza, dunque. Tennis Australia si limiterà ad accettare la decisione del nuovo governo australiano, che intanto ha cancellato l'obbligo di vaccinazione per i viaggiatori in arrivo dall'estero.
Tiley ha anche chiarito la posizione di Tennis Australia per quanto riguarda la presenza dei tennisti russi e bielorussi all'Australian Open 2023. L'anno scorso Wimbledon li ha esclusi mentre gli altri due Slam disputati dopo l'invasione dell'Ucraina (Roland Garros e US Open) hanno rispettato l'accordo tra tutte le organizzazioni che governano il tennis e ammesso giocatori e giocatrici di Russia e Bielorussia come atleti neutrali. Allo stesso modo, ha detto Tiley, "potranno giocare il prossimo Australian Open. Potranno scendere in campo ma non rappresentare la Russia, dunque non avranno né bandiera né inno nazionale. Dovranno giocare come atleti indipendenti".