Djokovic verso l'Australian Open, l'ex ministro non ci sta: "Uno schiaffo"

La possibilità di rivedere Novak Djokovic in campo all'Australian Open è sempre più concreta. Dopo la revoca del visto decisa l'anno scorso a causa della sua decisione di non vaccinarsi contro il COVID-19, il serbo non può entrare in Australia fino al 2025.  Ma il governo può cancellare questo provvedimento e appare orientato a prendere questa decisione.

Non tutti, però, sono convinti che sia la strada giusta. Non lo è, ad esempio, l'ex Ministro degli interni Karen Andrews che l'anno scorso aveva preso la decisione di espellerlo. Riammetterlo, ha detto a ABC Radio, "sarebbe uno schiaffo in faccia alle persone che hanno fatto la cosa giusta e si sono vaccinate. Perché a Djokovic dovrebbe essere consentito tornare in Australia solo perché è un ricco tennista di alto livello? Non ci dovrebbe essere una regola per lui e una diversa per tutti gli altri".

L'Australia, che rispetto allo scorso gennaio ha un nuovo governo, a luglio ha stabilito che i viaggiatori in arrivo dall'estero non devono più dimostrare di essere vaccinati contro il COVID. 

Djokovic non è andato oltre una prudente manifestazione di speranza. HA espresso l'augurio di ricevere buone notizie, ma né il suo team né il direttore dell'Ausytralian Open e CEO di Tennis Australia Craig Tiley hanno acceso i toni sulla vicenda.

Tuttavia secondo Andrews il nuovo e più leggero protocollo non dovrebbe avere alcun impatto sulla cancellazione del ban triennale per Djokovic. A meno che, sottolinea, "non si prenda la stessa decisione per altre persone a cui il visto sia stato revocato. Se l'immigrazione sceglie di prendere una deroga speciale per Novak Djokovic, la domanda più ovvia a questo punto è: cosa faranno per tutti gli altri che sono nelle stesse circostanze?".