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Eventi internazionali

Elizabeth Mandlik, chi è la figlia d'arte pronta a sfidare Badosa

Con una madre nella Hall of Fame, Elizabeth Mandlik cerca la sua strada. Nel suo primo torneo WTA, a San Jose, ha ottenuto le prime vittorie contro una Top 100. Al prossimo turno incontrerà Paula Badosa

di | 03 agosto 2022

Elizabeth Mandlik non aveva mai affrontato una Top 100 prima di questa settimana. Al WTA di San Jose, il suo primo torneo nel circuito maggiore, ha superato all'esordio Alison Riske-Amritraj 6-3, 6-3. E nella notte italiana sfiderà Paula Badosa, numero 4 del mondo: il match, come tutto il torneo, si potrà seguire su SuperTennis e sulla nostra piattaforma digitale SuperTenniX.

L'exploit di Mandlik, che ha scoperto in extremis di aver ottenuto una wild card per le qualificazioni, fa notizia anche per un altro motivo. E' infatti la figlia di Hana Mandlikova, ex numero 3 del mondo che vinse quattro Slam in carriera ed è una delle tredici giocatrice nell'era Open ad aver raggiunto la finale in tutti gli Slam.

Il grande giornalista americano Bud Collins ha ricordato come Mandlikova abbia interrotto la serie di 72 vittorie di fila sulla terra rossa di Chris Evert (al Roland Garros 1981), due serie di 56 e 54 vittorie consecutive di Martina Navratilova e una più "modesta" di 23 di Chris Evert.

Mandlik, che ha conquistato tre ITF da 25 mila dollari quest'anno, ha cominciato la stagione fuori dalla Top 500. Ma a San Jose è cambiato tutto, grazie alle vittorie nelle qualificazioni sulla semifinalista di Madrid Jil Teichman e su Fernanda Contreras Gomez. Due successi che le hanno aperto le porte del main draw.

Mandlik, il tennis è arte di famiglia: storia e curiosità

In una lunga intervista pubblicata sul sito della WTA, Mandlik ha raccontato di aver cominciato a 7-8 anni a giocare a tennis. Ma era più un passatempo che altro, infatti praticava anche calcio e ginnastica. Tuttavia, essendo competitiva e volendo essere artefice del proprio destino senza contare su compagne di squadra, ha scelto abbastanza presto il tennis. Come Jannik Sinner, fino ai 13-14 anni anche lei si è divisa tra tennis e sci per cui era anche molto portata.

A 15 anni ormai la scelta era fatta. "Mio fratello gemello voleva andare all'università, e così ha fatto: si è iscritto alla Oklahoma University. Io invece sapevo già che avrei voluto diventare una tennista professionista. Mia madre ha dovuto accettare che non avrei continuato gli studi" ha spiegato.

Le sfide nella sua carriera non sono mancate. La più difficile, ha proseguito nell'intervista alla WTA, resta sempre superare le sconfitte. "Ci sono periodi di tre o quattro settimane in cui perdi tanto, ma succede solo perché stai lavorando per migliorare qualcosa: giochi bene in allenamento ma non riesci a trasferire tutto in partita. Non è semplice in quei momenti restare positivi".

Soprattutto se, come Elizabeth, tendi a essere introverso, con pochi amici, ma hai una notevole testa da tennis. "Lo guardo sempre, ogni volta che ci sono partite in televisione, anche se lo tengo solo sullo sfondo - ha detto -. Mia madre poi arriva e spegne la televisione: ormai non sopporta più di sentire nemmeno il suono della pallina".

Ma un consiglio importante l'ha lasciato a Elizabeth, una lottatrice dal tennis aggressivo che gioca d'anticipo e pressa da fondo. "Mia madre mi ha insegnato che i momenti duri passano - ha concluso -, ma le persone dure restano".

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