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La figlia del tycoon Terry Pegula, proprietario della squadra di hockey dei Buffalo Sabers e di quella di football dei Buffalo Bills, è l’unica giocatrice Top 10 sia in singolare che in doppio. Battendo la cinese Yue Yuan si è qualificata per gli ottavi a New York, dove sfiderà Petra Kvitova
di Enzo Anderloni | 03 settembre 2022
Formichina Pegula ha fatto un altro passo avanti dei suoi: battendo la cinese Yuan (6-2 6-7 6-0)si è qualificata per gli ottavi di finale degli Us Open, lo Slam di casa per lei che è nata 28 anni fa a Buffalo. Un passettino verso i quarti di finale che quest’anno ha già raggiunto agli Open d’Australian e al Roland Garros. Un piccolo avanzamento anche in termini di punti per consolidare la sua posizione nella Top 10: attualmente è n.8.
Jessica Pegula è così, una che non ha il fisico e il carisma di una Sharapova, la sfrontata freschezza delle diciottenni stile Gauff o Raducanu, la statura per sparare missili stile Sabalenka. Però non si accontenta mai e migliora sempre, un passo alla volta, rendendo il suo tennis, solido e incisivo da fondocampo ma senza guizzi particolari, sempre più efficace.
La progressione è davvero stupefacente: n.110 a fine 2018, n. 55 a fine 2019, n.59 nel 2020 (anno del quasi stop per la pandemia), n.18 nel 2021, n.7 il 18 luglio di quest’anno. Seguita dal coach Davis Witt, Jessica ha messo un mattoncino sull’altro, andando a completare il suo bagaglio tecnico, al punto che è diventata anche un’ottima doppista: cambiando spesso compagna (Muhammad, Keys, Gauff ecc.ecc) ha colto ottimi risultati al punto di raggiungere l’attuale n. 6 della classifica WTA di specialità: al momento è l’unica giocatrice a comparire nella Top 10 sia in singolare che in doppio.
Le manca ancora la grande affermazione, l’acuto che lascia il segno nella storia (anche se insieme a Coco Gauff quest’anno è arrivata in finale la Roland Garros) ma il suo conto in banca nel frattempo si sta gonfiando parecchio: solo quest’anno (e di soli premi) ha già incassato 2.531.081 dollari. Quasi la metà di quello che aveva incassato in tutta la carriera (5.334.721 dollari).
Di fatto Jessica, che pure è figlia di un miliardario, non ha più bisogno da tempo dei dollari di papà, Terrance “Terry” Pegula, che grazie alla specialità del “fracking” (raggiungere nuovi giacimenti di gas o petrolio creando, con avanzate tecnologie, profondissime fratture in terreni rocciosi) ha da tempo superato il “billion” sul conto corrente.
E’ noto infatti per esser e anche il proprietario della squadra di hockey su ghiaccio dei Buffalo Sabres che partecipa alla NHL e di quella dei Buffalo Bills (in società con la moglie Kim) protagonista nella NFL.
Sotto un certo profilo l’impegno giorno per giorno di Jessica per scalare la classifica pur non avendo le doti naturali di una fuoriclasse è ammirevole: denota una grande passione per il gioco. E per raggiungere i suoi risultati serve un duro lavoro quotidiano che da figlia di un tycoon, poteva anche evitarsi, avesse preferito sorseggiare cocktail a bordo piscina vita natural durante.
Invece lei va in campo tutti i giorni a fare a sportellate con la sua Yonex in pugno, come oggi contro Yue Yuan, 23 anni e n.142 del mondo lanciata a seguire le orme di Li Na (vincitrice al Roland Garros nel 2011 e agli open d’Australia nel 2014) insieme alle altre giocatrici cinesi emergenti.
Pegula ha tenuto in pugno l’inerzia del match sin dall’inizio ma si è complicata la vita, cedendo il secondo set dopo il netto 6-2 del primo, a suo favore. Nella seconda partita, sul 5-4 del tie-break, le si è sciolta la lunga treccia nel gesto del servizio (ha perso l’elastico che la teneva) e ha sbagliato il colpo successivo. E’ riuscita comunque a procurarsi un match point subito dopo, sul servizio dell’avversaria, ma Yue Yuan l’ha annullato, attaccando coraggiosamente. E ha continuato ad aggredire con successo, chiudendo il tie-break 8 punti a sei e portando così l’incontro al terzo set. Non si è scomposta però l’americana: cambiato campo ha inanellato 6 giochi consecutivi chiudendo la sfida senza altri brividi.
Ora le tocca il confronto contro Petra Kvitova, oggi ben più indietro in classifica (n.21) ma con due Slam nel palmares, conquistati a Wimbledon nel 2011 e 2014.
La ceca ha infatti avuto la meglio su Garbine Muguruza, n.10 del mondo e anche lei a quota due Slam (Parigi 2016 e Wimbledon 2017) al termine di una partita dal finale rocambolesco. Muguruza è arrivata infatti a servire per il match sul 5-3 del terzo set, e a condurre 30-15. Kvitova, recente finalista a Cincinnati, non si è arresa. Ha rimontato, fatto il break e allungato la partita.
Poi quando era lei a servire sul 5-6, ha dovuto salvare due match point. Raggiunto il tie-break decisivo se lo è aggiudicato 12 punti a 10. Kvitova aveva iniziato male la stagione: alla vigilia del torneo di Eastbourne era scivolata al n.31 del mondo. Il successo sull’erba inglese e le complessive 15 vittorie negli ultimi 18 incontri l’hanno rilanciata. Un gran bel test per le prossime ambizioni di “formichina” Pegula.