Chiudi
Il primato al maschile di Wu si amplia con le solite ragazze, giovani e promettenti che si spingono l’un l’altra. Da Zhang a Zheng, da Wang a Yuan
di Vincenzo Martucci | 02 settembre 2022
Prima erano solo tenaci, oggi i tennisti cinesi sono anche tanti, addirittura un uomo e quattro donne, per la prima volta tanti insieme così avanti agli US Open e negli Slam in generale, e si vedono anche forti e belli. Da Wu Yibing, la prima racchetta maschile del suo Paese che tocca il terzo turno a New York, a Zheng Qinwen che posa orgogliosa per l’edizione di Harper's Bazaar Cina di settembre.
DAVIDE E GOLIA
Prima della pioniera Na Li, i tennisti cinesi temevano molto i muscoli dei professionisti, oggi gonfiano il petto: il 22enne Yibing Wu, campione a New York fra gli juniores nel 2017, debuttante Slam, da 174 ATP emerso dalle qualificazioni, coi 31 vincenti (9 ace) contro Basilashvili, è il primo cinese che vince un match in tabellone agli US Open dal 1935 (l’ultimo urrà nei Majors fu di Mei Fu Chi a Wimbledon 1959), e grazie alla rimonta in 5 set dopo 3 ore e tre quarti contro il portoghese Borges può confrontarsi col numero 1 del mondo e del torneo, Daniil Medvedev. Una sfida al terzo turno che mancava nello Slam da Kho Sin-Khie a Wimbledon 1946, che in patria viene vista in modo importante, come immagine del movimento e come possibile, sensazionale, volano per attrarre migliaia di nuovi aspiranti da selezionare per il tennis.
Per Wu è una duplice vittoria, sulla scia dei problemi post Covid al fisico e al sistema-Cina che l’hanno messo fuori gioco dal marzo 2019 al gennaio di quest’anno. A marzo era ancora n. 1.869 del mondo, poi ha vinto 14 match di fila. “Su WeChat e Weibo mi trovano bello? Lo so… Sono felice di aver fatto la storia, ci saranno una seconda e poi una terza volta. La cosa più importante è portare la speranza in Cina agli appassionati e ai bambini di modo che possiamo avere grandi giocatori nel nostro paese, come penso che avremmo dovuto avere già da tanto”.
A motivarlo c’è la concorrenza interna con l’amico 25enne Zhang Zhizhen che, nel febbraio 2020, è diventato il numero 1 cinese nell’ATP Tour, da 136 del mondo. Oggi è 137 ma ha scritto la storia portando due cinesi dalle qualificazioni al tabellone principale degli US Open, anche se ha perso poi subito con Van Rijthoven. “Siamo giovani e amici, ci piangiamo l’un l’altro e così alziamo il livello di tutti e due e del tennis cinese maschile in generale. Mentre lottiamo per entrare nei top 100”, racconta Wu.
SUPER DONNE
Undici anni fa Li Na aveva vinto il primo Slam cinese al Roland Garros, aveva lasciato la scena per 8 mesi, era tornata per conquistare gli Australian Open 2014 ed aveva lasciato in sospeso una domanda che forse solo ora trova risposta: chi sarà la prossima? Agli US Open sono in 4 al terzo turno. A 33 anni, Zhang Shuai è la veterana con due quarti nei Majors e due titoli di doppio (anche l’anno scorso a New York insieme a Sam Stosur), e sfida ora Rebecca Marino con buone possibilità. Ma la 19enne Zheng Qinwen, la 23enne Yuan Yue e la 21enne Wang Xiyu promettono grandi cose, considerando l’età, le potenzialità e la freschezza, visto che per Zheng e Yuan è la prima volta agli US Open.
La 21enne mancina Wang, alta 1.82, campionessa under 18 proprio degli US Open, tocca 14 successi negli ultimi 21 match sorprendendo una delle favorite, Maria Sakkari (n. 3 del torneo), in rimonta, sulla lunga distanza, in 2 ore e tre quarti di battaglia, sfoderando 35 vincenti con 11 ace ed esaltandosi nel salvare 12 palle break su 17, per proporsi alla sfida contro Alison Riske. Col primo scalpo di una top 10 ha anche l’aritmetica certezza di un altro bel balzo in avanti in classifica, da 75 d’inizio torneo.
Zheng, la più giovane, di Wuhan come Li Na, ha eliminato l’ex regina del Roland Garros e testa di serie numero 16, Jelena Ostapenko, e poi la ben più esperta Anastasia Potapova. Per lei lo sbarco di tante cinesi a New York non è una coincidenza: “Ci spingiamo l’un l’altra, e questo è positivo per portare avanti il nostro sport nel paese. Fra noi c’è una estrema, positiva, competitività. E, si sa, una situazione così fa rendere al meglio. Così, con questa spero che tutte noi andremo il più avanti possibile”. Zheng ha avuto qualche aiuto speciale: “Per 3 anni, dai 16 ai 19, mi sono allenata con Carlos Rodriguez, che è stato davvero un grande allenatore, di tennis e di esperienze. Raccontava tante cose di Li Na e di Justine Henin. Poi sono andata per metà stagione alla Mouratoglou Academy in Francia e quindi in Spagna”.
Negli ottavi del Roland Garros ha sfiorato l’impresa contro Iga Swiatek, arrendendosi ai dolori mestruali, e anche a Wimbledon ha avuto occasioni contro la futura campionessa, Elena Rybakina. Al terzo turno ha un non impossibile confronto con la tedesca Neimeier.
Da parte sua Yuan ha perso appena 18 games nei 3 match delle qualificazioni e, al secondo turno del tabellone, si è sbarazzata della veterana Irina-Camelia Begu per affrontare ora una delicata sfida con la statunitense Jessica Pegula.
Vogliamo rivolgere un pensierino anche ad un’altra pioniera del tennis cinese, la povera Shuai Peng, semifinalista agli US Open 2014, il cui destino è ancora... ignoto?
Non ci sono commenti