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E’ stato il maestro e il punto di riferimento di più di una generazione di giornalisti sportivi ma anche, in gioventù, un ottimo giocatore, due volte in tabellone a Wimbledon. Nella Hall of fame del tennis dal 2006, il suo 500 anni di tennis è il libro di storia del nostro sport più tradotto nel mondo
di Enzo Anderloni | 06 giugno 2022
Per noi è immortale. Noi che siamo cresciuti leggendo i suoi racconti di tennis sui giornali (sì, perché ogni suo articolo era in realtà un racconto breve…) e che volendo fare i giornalisti sportivi e scrivere di tennis lo abbiamo guardato con venerazione mentre, dopo aver richiesto ‘silenzio’ in sala stampa, martellava sui tasti della sua Olivetti Lettera 22, Gianni Clerici non è mancato oggi, quando gli mancava poco più di un mese per compiere 92 anni. Semplicemente non è mancato, non mancherà mai, ci accompagnerà per sempre.
Sapevamo da tempo che non stava bene, che in un certo senso non era più lui come capita a tanti, anche i migliori, quando gli anni diventano tanti e pesanti. Il non vederlo più intorno ai campi di gioco o nelle riunioni letterarie era un segnale chiaro, di riservatezza.
Ci ha voluto lasciare con il ricordo di come era lui davvero, un Federer della penna, italiano. Così più di ogni altra chiacchiera ci piace ricordarlo con le motivazioni che lo hanno accompagnato nel 2006 alla Hall of Fame di Newport, per essere inserito davvero tra gli Immortali, unico italiano insieme a Nicola Pietrangeli, i due più grandi, uno sui tasti della macchina per scrivere, l’altro con in pugno una racchetta.
Gianni Clerici nella Hall of Fame di Newport, luglio 2006: le motivazioni
“Nato in Italia nel 1930, Gianni Clerici è un affermato giornalista, commentatore e scrittore; ha seguito il circuito del grande tennis per oltre 40 anni. Presente a oltre 170 tornei del Grande Slam ha pubblicato oltre 6.000 articoli di argomento sportivo, per la maggior parte sul tennis.
Ha cominciato scrivendo per Il Giorno nel 1956, come cronista e commentatore. Oggi Gianni Clerici scrive per il più autorevole quotidiano di Roma, La Repubblica (dal 1988) e per il settimanale L’Espresso (dal 1960).E’ uno scrittore di respiro internazionale, se si considera che il suo “500 anni di tennis” del 1974 è stato tradotto in francese, tedesco, giapponese, spagnolo e inglese e considerato il più importante volume mai scritto sul tennis.
Nel 1965 ha realizzato un primo testo didattico, il Vero tennis”, seguito nel 1972 da “Il tennis facile”. Nel 1984 ha pubblicato la biografia di Suzanne Lenglen, una delle prime icone del tennis femminile, alla quale hanno fatto seguito un lavoro teattrale andato in scena a Parigi. La sua arguzia e la sua conoscenza del tennis l’hanno lanciato nel mondo della televisione: è diventato un punto di riferimento per la più importante rete sportiva televisiva italiana, per la quale commenta il tennis da oltre 30 anni.
Clerici ha dedicato la sua vita a sviluppare e far crescere l’aspetto culturale del tennis, attraverso l’arte, con i suoi libri e i testi per il teatro. Ha contribuito alla creazione del Tenniseum al Roland Garros di Parigi, che ha aperto nel 2003. Clerici ha ricevuto molti premi: il premio Vallecorsi pe ril miglior lavoro teatrale italiano nel 1987, il premio Penna d’oro quale miglior giornalista sportivo dell’anno nel 1992 e nello stesso anno il Coni gli ha attribuito il riconoscimento “Scrittore di Sport per la vita”.
Gianni Clerici come tennista a livello giovanile ha vinto la Coppa de Galea nel 1950 e il torneo di Montecarlo nel 1952. E’ stato finalista ai campionati italiani Juniores nel 1950 e due volte vincitore del titolo nazionale in doppio (1947/48). Successivamente ha partecipato due volte al torneo di Wimbledon e agli Internazionali di Francia”
Del Clerici tennista conserviamo un’immagine, a lui molto cara: quella sul campo n.1 di Wimbledon, nel 1954, quando insieme a Orlando Sirola affrontò gli australiani Rex Hartwig e Mervin Rose, futuri vincitori del torneo.
Dello scrittore ci piace riproporre un autoritratto in versi, “Pallina” dove lui, meglio di chiunque altro, ci lascia un’indelebile immagine di sé. Ciao Gianni. Grazie.
Pallina
dalla raccolta di poesie ”Postumo in vita”
Ho passato una vita
a guardare una palla
divenuta nel tempo
da bianchissima gialla
rimbalzava leggera
lungo i prati di Wimbledon
risaliva dorata sopra i tigli di Auteil
nei tramonti vermigli
di stati affascinati
che credevano che fosse
il campione il re
ma cosa resterebbe
della Divina e Tilden
di McEnroe e Martina
senza quella pallina
mi dicono persone
affaccendate colte
come hai fatto
a sprecare le tue doti native
per una vita vana
avranno ragione forse
ma a ciascuno tocca una sua religione.
LE INTERVISTE A GIANNI CLERICI DALL'ARCHIVIO DI SUPERTENNIS
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