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Humbert, il pianista maratoneta

Ugo Humbert ha raggiunto i quarti a Parigi-Bercy. Dopo aver eliminato Stefanos Tsitsipas in tre tiebreak, dopo oltre tre ore, ha sconfitto in tre set Marin Cilic. Affronterà Milos Raonic

di | 05 novembre 2020

Da pianista a maratoneta il passo è breve. Dopo le tre ore e diciassette minuti necessari a battere Stefanos Tsitsipas, Ugo Humbert gioca altri tre tre set e altre due ore e mezza per superare Marin Cilic. Nonostante la stanchezza evidente nella seconda parte del match, la sua qualità di far uscire velocemente la palla dalle corde fa la differenza. Il croato alza il suo livello con i colpi di inizio gioco nel secondo set ma per gran parte del match insegue si gioca alle condizioni del ventiduenne di Metz. 

Il 6-3 6-7[4] 6-3 proietta il francese al primo quarto di finale in carriera in un Masters 1000, contro il canadese Milos Raonic. Sull'Equipe, alla vigilia del match, Guy Forget ne ha parlato come un ragazzo di valori positivi, educato e rispettoso. 

Tecnicamente, dice, "può migliorare in diversi settori ma sa fare tutto in campo. Deve potenziarsi fisicamente e lavorare sul gioco di volo. Se fossi il suo allenatore, gli consiglierei di giocare in doppio il più possibile. Lo dovrebbe prendere come una scuola, dove hai il diritto di sbagliare, dove puoi osare e provare quel che normalmente non faresti in singolare". Ad esempio, suggerisce Forget, qualche serve and volley, anche contro i top player.

Humbert sta iniziando a mettere in pratica il consiglio. A Bercy si è iscritto al torneo di doppio con un compagno che in quanto a libertà di osare non è secondo a nessuno nel tennis francese di oggi. Lo gioca infatti con Hugo Gaston, il "piccoletto" che ha raggiunto gli ottavi al Roland Garros e intontito di back e palle corte Dominic Thiem.

Forget, peraltro, parla sulla base di un'esperienza diretta e personale. Giocare il doppio è servito a lui a dare una svolta alla sua carriera, che l'ha portato fino al numero 4 del mondo nel 1991. L'ha ammesso anche Henri Leconte, che in Humbert rivede proprio Forget. "Con un dritto come il suo, lo pregavamo di andare a rete più spesso, il doppio gli ha fatto capire che riusciva a farlo" ha ricordato Leconte, mancino di rara sensibilità creativa, finalista al Roland Garros del 1988.

Humbert, ha spiegato Leconte all'Equipe, "può fare tutto, scendere a rete e stare a fondo campo. Deve lavorare sulla parte alta del corpo, che gli serve anche per giocare meglio le volée a metà campo. deve lavorare sul servizio in kick. Ha margini importanti e la qualità dei mancini, la scintilla improvvisa, il lato giocoso e creativo".

Due aspetti che viaggiano di pari passo da sempre nella sua storia. Il fisico un po' acerbo è cresciuto troppo in fretta da adolescente. Dopo l'arrivo al Pôle espoir di Poitiers, che ha frequentato fra 12 e 16 anni, non ha retto ai carichi di lavoro. Non ha toccato la racchetta per un anno e mezzo e ha imparato a suonare il pianoforte. Dipende tutto dall'emisfero destro del cervello, che regola l'estro e le qualità artistiche. Qualità d'aiuto anche nel tennis. Non a caso in francese, come in inglese, suonare e giocare si esprimono nello stesso modo, con lo stesso verbo (jouer). 

Il gioco è una cosa seria per Humbert, che ha mostrato di sapersi prendere le vittorie un centimetro alla volta senza aspettare l'errore dell'avversario. L'arte, nelle sue varie forme, è storia di famiglia. Gli Humbert, a Metz dove è nato, prima del suo successo sportivo erano soprattutto i proprietari di una ricercata salumeria-rosticceria gourmet. Anche la cucina, Master Chef e simili insegnano, è artistica espressione di sé al servizio del pubblico. Come il tennis del pianista Humbert, serio ma non serioso. L'enfant de la patrie che sogna il suo giorno di gloria.

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