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Inizio di stagione sfolgorante per Djokovic che prima regala l’ATP Cup alla sua Serbia e poi vince il suo ottavo Australian Open, domando al quinto set il miglio Thiem mai visto. E si riprende anche prima posizione del ranking togliendola a Nadal
di Tiziana Tricarico | 20 dicembre 2020
E’ da un continente australiano martoriato da incendi devastanti che riparte il circus del tennis mondiale maschile. E lo fa con una competizione tutta nuova: l’ATP Cup. Sono 24 le nazioni al via, suddivise in sei gironi distribuiti in tre città - Perth, Brisbane e Sydney (quest’ultima sede anche dei match decisivi per l’assegnazione del trofeo): ogni sfida prevede due singolari ed un doppio e il torneo assegna punti per la classifica (fino a 750 in singolare, fino a 250 in doppio). Alla fase finale passano le prime e le due migliori seconde: in caso di parità tra due squadre conta lo scontro diretto.
La Spagna del numero uno del mondo Rafa Nadal è di scena alla RAC Arena di Perth - come la squadra azzurra - ma è inserita nel Gruppo B con Georgia, Uruguay e Giappone. A Brisbane c'è Djokovic a guidare la Serbia nel Gruppo A con Francia, Cile e Sudafrica: al Queensland Tennis Centre scende in campo anche il Gruppo F con tanta Next Gen: la Grecia di Tsitsipas, il Canada di Shapovalov e Auger-Aliassime, la Germania di “Sascha” Zverev, l’Australia di De Minaur. A Sydney, infine, l’attesa è tutta per Dimitrov, leader della Bulgaria che nel Gruppo C sfida Gran Bretagna (orfana di Andy Murray), Belgio e Moldova. All'NSW Centre gioca anche il Gruppo E con Argentina, Austria, Croazia e Polonia. Qui, sulla Ken Rosewall Arena, si disputeranno anche quarti, semifinale e finale.
Gli azzurri lottano ma non basta - Inserita in un girone complicato e costretta a rinunciare a Matteo Berrettini, l’Italia (Fognini, Travaglia e il doppio Bolelli/Lorenzi) cede 3-0 alla Russia di Khachanov e Medvedev, supera 2-1 la Norvegia di Ruud grazie al doppio Bolelli/Fognini e poi batte 3-0 gli Stati Uniti ma non basta: la squadra guidata da Alberto Giraudo non viene ripescata tra le due migliori seconde per una peggiore differenza set (e per un regolamento che non prevede conseguenze per la rinuncia a disputare il doppio).
Djokovic regala la Coppa alla Serbia - Il trofeo della prima edizione dell’ATP Cup finisce in Serbia grazie a un Djokovic “mostruoso” che nella finale contro la Spagna batte Nadal (superato per la nona volta di fila sul veloce), pareggiando così la sconfitta di Lajovic con Bautista Agut, e poi trascina Troicki alla vittoria nel doppio decisivo contro Carreno Busta e Feliciano Lopez E stavolta le lacrime non sono di frustrazione, come alle Davis Cup Finals di Madrid a novembre, ma di gioia.
Si rivede il “principe” russo - Inizia con il piede giusto il 2020 di Andrey Rublev. Al "Qatar ExxonMobil Open" (ATP 250 per modo di dire visto il montepremi: 1.359.180 dollari) sul cemento del Khalifa International Tennis & Squash Complex di Doha, evento inaugurale della nuova stagione maschile, il 22enne moscovita, numero 23 del ranking e 2 del seeding, conquista il suo terzo trofeo in carriera grazie al successo in finale per 62 76(3) sul francese Corentin Moutet, n.81 Atp, promosso dalle qualificazioni e mai così avanti in un torneo del circuito maggiore. Per Rublev una bella iniezione di fiducia dopo che - per classifica - era stato escluso dalla rappresentativa russa per l’ATP Cup.
Si moltiplicano le iniziative di solidarietà - Anche la Federazione Internazionale e gli organizzatori delle altre tre prove dello Slam - Roland Garros, Wimbledon e US Open - scendono in campo a sostegno degli Australian Open e del popolo australiano duramente colpiti dagli incendi che da settimane devastano il Paese. Con un comunicato congiunto i vertici di ITF e dei tre Major annunciano una donazione aggiuntiva di 400.000 dollari in favore delle operazioni di soccorso. Cifra che si aggiunge a quanto raccolto attraverso la campagna “Aces for Bushfire Relief” lanciata da Tennis Australia, con la quale la comunità mondiale del tennis si è unita - donando una quota per ogni ace messo a segno - per aiutare le aree devastate. Fanno donazioni personali gli aussie Kyrgios e De Minaur ma anche Maria Sharapova, mentre i “Fab 3” - Federer, Nadal e Djokovic - scendono in campo per "Rally for Relief" alla Rod Laver Arena di Melbourne insieme a Kyrgios, Osaka, Wozniacki e Tsitsipas per raccogliere fondi in favore della Croce Rossa australiana.
Questo Rublev fa sul serio - Secondo titolo in otto giorni, e quarto in carriera, per Andrey Rublev che dimostra di voler recitare da protagonista in questo 2020. Dopo Doha il 22enne moscovita firma anche l’”Adelaide International” (nuovo ATP 250 - 532.695 dollari di montepremi - in calendario ha preso il posto di Sydney) sul cemento della città sulla costa dell’Australia meridionale, uno degli ultimi due appuntamenti per rifinire la preparazione in vista degli Aus Open. In semifinale il russo, n.18 Atp e terza testa di serie, si aggiudica una vera e propria battaglia contro il Next Gen canadese Felix Auger-Aliassime, n.22 Atp e secondo favorito del seeding, mentre nella sfida per il trofeo, in finale concede appena tre giochi al sudafricano Lloyd Harris, numero 91 del ranking mondiale, proveniente dalle qualificazioni, alla sua prima finale nel circuito maggiore.
Parla francese invece l’"ASB Classic" (ATP 250 - montepremi di 532.695 dollari) sul cemento di Auckland, in Nuova Zelanda, uno degli ultimi due appuntamenti per rifinire la preparazione in vista degli Australian Open. Il trofeo se lo aggiudica infatti, alla prima finale nel circuito maggiore, Ugo Humbert, 21enne mancino di Metz, numero 57 del ranking mondiale, che vince per 76(2) 36 76(5) il derby con il connazionale Benoit Paire, n.24 Atp e quinto favorito del seeding.
A Melbourne si alza il sipario - Altro che cambio di superficie o montepremi record (71 milioni di dollari locali), l’edizione 2020 degli Australian Open verrà ricordata come quella preceduta dalla più grave catastrofe naturale della storia dell’Oceania. Gli incendi scoppiati a dicembre in alcune zone d’Australia non accennano a placarsi e trasformano l’estate down under in un inferno. Intanto nelle qualificazioni - 11 gli italiani al via - si fermano al turno decisivo Lorenzo Musetti, campione junior a Melbourne nel 2019, Matteo Viola e Lorenzo Giustino. Ma per quest’ultimo, 28enne napoletano, il torneo non finisce così.
Sono 9 gli azzurri al via con sorteggi tutt’altro che “comodi”. Si fermano subito Lorenzo Sonego (battuto da Kyrgios), Marco Ceccghinato (sconfitto da Zverev), Salvatore Caruso (per mano di Tsitsipas), Stefano Travaglia (battuto da Garin) ed il lucky lose Giustino (stoppato da Raonic). Secondo turno fatale per Matteo Berrettini, numero 8 del ranking e del seeding, a cui non basta rimontare due set a Sandgren, Andreas Seppi, superato in cinque set da Wawrinka, vincitore del titolo nel 2014, ed il giovanissimo Jannik Sinner, alla sua prima esperienza Down Under, che paga un po’ d’inesperienza contro Fucsovics.
Fabio da applausi ma non basta - Per la terza volta in carriera (2014 e 2018 le precedenti) sfumano per Fabio Fognini i primi quarti agli Aus Open. Il 32enne di Arma di Taggia, numero 12 del ranking e del seeding, cede in quattro set allo statunitense Tennys Sandgren, n.100 Atp: 76(5) 75 67(2) 64 il punteggio, dopo tre ore e 27 minuti di lotta, in favore del 28enne di Gallatin, nel Tennessee, che eguaglia così il risultato ottenuto due anni fa nello Slam Down Under (l’americano al secondo turno aveva eliminato in cinque set anche Matteo Berrettini). Nella storia di questo torneo sono tre gli italiani ad aver raggiunto i quarti: Giorgio De Stefani nel 1935, Nicola Pietrangeli nel 1957 e Cristiano Caratti nel 1991, unico azzurro a riuscire in tale impresa nell’Era Open.
Resta comunque l’ottimo torneo di Fabio bravo nel primo turno a sfruttare lo stop per pioggia per recuperare due set di svantaggio allo statunitense Opelka, ed ancora di più in quello successivo per non aver perso la testa dopo aver subito il ritorno, da due set sotto, dell’australiano Thompson. Perfetto poi il suo match di terzo turno contro l’argentino Pella ed anche contro Sandgren se avesse chiuso in tre set non avrebbe rubato nulla.
I tennisti ricordano il “black mamba” -La tragica morte della leggenda dei Los Angeles Lakers Kobe Bryant, vittima di un incidente col suo elicottero privato a soli 41 anni (con lui scompaiono anche la figlia 13enne Gianna ed altre 6 persone), scuote il mondo. Compreso quello del tennis.
Oltre ai tweet e ai post di cordoglio che coinvolgono decine di tennisti e tenniste, arrivano i primi omaggi al 5 volte campione NBA direttamente dai campi di Melbourne Park. Nick Kyrgios, noto appassionato di basket, scende in campo contro Nadal indossando la maglia numero 8 dei Lakers e non riesce a trattenere le lacrime: Coco Gauff scrive “RIP” sulle scarpe rosa shocking con cui gioca il doppio e ricorda la “mamba mentality”.
Match spettacolari - Tante le partite emozionanti a Melbourne: la vittoria al super tie-break del quinto set di Nadal negli ottavi su un Kyrgios che lotta fino all’ultimo. Il primo successo di Wawrinka su Medvedev, sempre negli ottavi. Quello di Thiem su Rafa in quattro set nei quarti (con ben tre tie-break su tre vinti dall’austriaco). La rimonta di Federe su Sandgren con i 7 match-point annullati da “King Roger”.
La prima semifinale Slam conquistata da “Sascha” Zverev superando Wawrinka, il campione dell’edizione del 2014. Poche le emozioni, invece, nelle semifinali con Djokovic che stoppa un Federer ampiamente in riserva e con Thiem decisamente più centrato di Zverev.
8° Aus Open, 17° Slam e come bonus lo scettro mondiale… - Numeri da GOAT quelli di Novak Djokovic. Il primo uomo a vincere un titolo Major in tre decadi diverse conquistando l’ottavo Australian Open della sua vita e ritoccando il proprio percorso netto nelle finali Down Under.
Ma vincere il 17° Slam per Nole non è esattamente una passeggiata: 64 46 26 63 64 il punteggio con il quale, dopo quattro ore di lotta, il 32enne di Belgrado si impone su Dominic Thiem riprendendosi in un colpo solo anche lo scettro mondiale.
L’austriaco può recriminare per non aver sfruttato fino in fondo il calo di energie dell’avversario e di averlo rimesso in corsa nel quarto set abbassando un po’ l’intensità, permettendo così al serbo di rientrare e di aggiudicarsi la sua prima finale Slam recuperando da uno svantaggio di due set a uno (“E’ stato un match duro che ho rischiato di perdere: poi ho bevuto una pozione magica”, avrebbe scherzato Djokovic in conferenza stampa alludendo alla bevanda preparata dal suo fisioterapista).
“La tragedia degli incendi che l’Australia sta vivendo in questo 2020 e la morte di Kobe Bryant devono farci ricordare che ci sono cose più importanti nella vita e che dobbiamo essere sempre umili e uniti”, le parole pronunciate con commozione da Nole durante la premiazione.
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