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L'addio di Serena Williams al circuito che ha frequentato dal 1995 a oggi porta con sè una valanga di emozioni. Ma è lei stessa a dire che il mondo del tennis potrà rimanere parte della sua vita. Con una frase che lascia intravedere una possibilità in più...
03 settembre 2022
Le lacrime a dipingerle il viso, mai così emozionato nemmeno dopo le vittorie più grandi. La voce che piano piano esce e poi trova sicurezza, per il discorso più complicato della sua vita. Serena Williams ha lasciato il tennis con queste parole.
SERENA WILLIAMS
“Grazie papà, so che mi stai guardando. Grazie, mamma. Mio Dio, grazie a tutti quelli che sono stati con me durante questo viaggio incredibile, durato anni, decenni. Mio Dio, decenni. Ma tutto è cominciato dai miei genitori, devo dire grazie soprattutto a loro. Queste sono lacrime di gioia, mio Dio. E non sarei stata la Serena che sono stata, senza Venus, mia sorella. È la sola ragione se adesso io sono qui. E poi grazie alla mia famiglia, a mio marito, a mia figlia Olympia, grazie a tutti coloro che stanno nel mio box. Sono tanto riconoscente a tutti loro, sono grata di aver potuto vivere questo viaggio così divertente e meraviglioso”.
“Chance che io ci ripensi? In questo torneo sono andata in crescendo, trovando il mio gioco, avrei dovuto cominciare a giocare un po' prima quest'anno... Non penso di tornare, ma non si sa mai. Non lo so”.
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Un concetto che poi Serena specifica un po' meglio in conferenza stampa, lasciando tuttavia spazio a interpretazioni. “Giocare così bene nel mio ultimo match è qualcosa che da un lato rende le cose più difficili se si vuole dire addio, ma dall'altro conferma quello che ho fatto durante tutta la carriera, cioè dare sempre il massimo di quello che avevo. La porta rimane aperta? Devo dire che l'Australia mi è sempre piaciuta (risata, ndr)".
"Per un po' di tempo ho pensato che Wimbledon dello scorso anno potesse rimanere il mio ultimo torneo, e il fatto di aver chiuso in un altro modo mi dà maggiore serenità, mette quel torneo sotto un'altra luce. Ho dimostrato di essere ancora capace di giocare ad alto livello, ma sono pronta per fare la mamma, per esplorare una nuova versione di me stessa. Tecnicamente diciamo che come persona sono ancora giovane, dunque voglio approfittare di questo per godermi qualcosa di diverso nella vita. Cosa farò domani? Starò con mia figlia, farò la mamma”.
“La cosa di cui sono più orgogliosa nella mia carriera? Roland Garros 2015, aver vinto quel torneo. Sono quasi morta eppure ho vinto, sono molto fiera di come ci sono riuscita. Ad ogni modo il tennis resterà parte della mia vita, ne sono sicura. Non riesco ancora a vedere come, ma resterò nel mondo del tennis, che in questi anni mi ha concesso tante opportunità”.
AJLA TOMLJANOVIC
“Ero molto nervosa, all'inizio. Non avevo mai giocato in questo stadio, non avevo mai affrontato Serena. Poi, quando abbiamo iniziato mi sono rilassata, ho lasciato che mi guidasse l'istinto. Sapevo che era il momento della mia avversaria, ma allo stesso tempo volevo che fosse anche il mio momento, volevo concentrarmi su me stessa perché sapevo che questa era una chance che capita una sola volta nella vita. È stato difficile lasciare fuori dal match tutto ciò che si è detto, tutto il rumore attorno a Serena, ma sono riuscita a gestire bene questo aspetto e sono contenta di come ho reagito”.
“I match-point mancati? Serena una volta ha detto che nella sua carriera ha sempre cercato di concentrarsi sul punto successivo. Diciamo che io ho preso spunto da lei, in quella situazione. Ho smesso di contare dopo il secondo. Mi sono detta che anche se avesse fatto il break, non sarebbe accaduto niente di strano. Era normale per lei dare il massimo in quella situazione”.
"In realtà avrei voluto affrontare Serena prima del suo ritiro. Se avessi perso stavolta mi sarei sentita triste, mentre adesso sono dentro a una specie di conflitto. Sono contenta per la vittoria, ma sono un po' addolorata per lei. Non pensavo di poter entrare nella storia del tennis in questo modo, ma è qualcosa che mi gratifica. L'unico problema sarà che nessuno potrà pronunciare bene il mio nome quando troveranno una domanda su questo match nei giochi da tavolo...”.
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