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Tre settimane fa, nella notte tra il 5 e il 6 febbraio, una serie di scosse di terremoto violentissime ha catapultato la Turchia in un incubo. Adesso il Paese, che nell'ultimo decennio ha assunto il ruolo di palestra per i futuri protagonisti del circuito, prova a ripartire
28 febbraio 2023
Tre settimane fa, nella notte tra il 5 e il 6 febbraio, una serie di scosse di terremoto violentissime ha catapultato la Turchia e la Siria in un incubo che continua anche in queste ore. Una tragedia che ha colpito duramente soprattutto la parte meridionale della Turchia, bloccando ogni attività non strettamente necessaria anche laddove il sisma si è avvertito sì, ma senza conseguenze così catastrofiche. Per il mondo del tennis, la Turchia è un Paese che nell'ultimo decennio ha assunto il ruolo di palestra per i futuri protagonisti del circuito.
Antalya, in modo particolare, è diventata la sede di un numero impressionante di tornei Itf: dei professionisti, dei giovani, dei protagonisti del wheelchair. Per tutti, ritrovarsi sui campi degli hotel della costa turca è ormai diventata una piacevole abitudine, mentre i tornei proliferano grazie alla sinergia con le strutture turistiche. Il terremoto, tuttavia, aveva fermato tutto. Per due settimane, nessuno ha nemmeno lontanamente pensato allo sport, là dove l'emergenza era tale da impegnare chiunque negli aiuti.
Dopo quindici giorni, però, la Turchia ha provato a ripartire. E anche il tennis ha fatto la sua parte in questo tentativo di ritorno a una sorta di normalità. Antalya è tornata a essere centro di riferimento per chi va a caccia di punti – magari i primi della carriera – nel circuito. Il titolo alla ripresa lo hanno vinto lo spagnolo Alex Marti Pujolras, 24 anni, e la russa Diana Demidova, 25. Non due promesse, non due campioni. Ma due dei tanti che in Turchia ci mettono le tende per buona parte dell'anno, con l'idea di inseguire il proprio sogno.
Tra loro, ovviamente, anche molti italiani: in questo caso la 20enne Sofia Rocchetti (giunta in semifinale), la 23enne Alessandra Mazzola, o ancora Ciavarella, Pieri, Tomasetto e Bacaloni nel tour maschile. Età media, 21 anni. Ne ha appena compiuti 22, invece, Andrea Fiorentini, che aveva vinto il suo primo punto Atp giusto pochi giorni prima, e che si è trovato a dover lasciare il Paese proprio alla vigilia delle ore più drammatiche: “Sono riuscito a rientrare in Italia – ha spiegato il bergamasco – secondo quelli che erano i miei piani, e per una volta la sconfitta sul campo mi ha permesso di evitare difficoltà e paure. Un sospiro di sollievo anche per la mia famiglia”.
Il concetto di famiglia lo esprime al meglio Renato Vavassori, tecnico bresciano che in Turchia, ad Adana, ha aperto da anni una sua accademia, succursale delle strutture italiane. “Adana – racconta – è fra le città più colpite dal sisma, e le scene che mi hanno raccontato i coach che sono sul posto sono apocalittiche. Nel nostro piccolo, visto che il centro tennis è rimasto in piedi, cerchiamo di aiutare chi ne ha bisogno”.
Andare avanti è un imperativo. E il lavoro – dunque in questo caso il tennis – in qualche modo aiuta a rientrare nel presente e nell'urgenza della vita. La Turchia – Antalya in particolare – è anche la sede di numerosi tornei del circuito di tennis in carrozzina, con le qualificazioni europee alla World Team Cup che sono pronte a partire nell'ultima settimana di marzo: “Pensavamo ci potesse essere uno spostamento di sede o un rinvio ad altra data – spiega Claudio Filipazzi, coach di Vanessa Ricci, una delle ragazze convocate – ma abbiamo visto che l'attività è ripresa e il torneo è confermato. Un bene sia così, visto che Antalya ha dimostrato di essere una sede ideale per i nostri eventi”.
A livello più alto, negli anni scorsi Antalya ha ospitato alcuni tornei Atp della categoria 250, persino sull'erba, con Lorenzo Sonego in trionfo nel 2019. Ma è scendendo di un gradino che si trova la vera ricchezza di questo luogo. Il 6 febbraio, quando già era chiara la portata della tragedia, il presidente della Federazione turca di tennis Cengiz Durmus si è subito attivato per mettere la stessa Federazione al servizio della raccolta necessaria per alleviare le sofferenze di coloro che erano stati maggiormente colpiti dal terremoto.
In poche ore, ha raccolto il sostegno delle massime organizzazioni internazionali della racchetta, con un tweet di risposta particolarmente significativo: quello della Federtennis ucraina. “La tragedia ha colpito tutti noi in un modo o nell'altro – ha spiegato Durmus – e cerchiamo per quanto è possibile di aiutare chi non ha più niente”. Pochi giorni prima, il movimento del tennis turco stava festeggiando degli ottimi risultati dei suoi giovani, per esempio il terzo posto in Winter Cup Under 14 maschile, dietro solo a Gran Bretagna e Polonia. O ancora il quarto posto nell'Under 16 femminile. Poco tempo dopo si è trovato a dover trasformare tanti centri sportivi delle città del Sud in accampamenti improvvisati per dare rifugio a coloro che non avevano più una casa.
Il sito della Federazione turca è ancora listato a lutto, ma lo scorso 25 febbraio è ricomparsa una immagine di sport. Proveniente, ovviamente, da Antalya. Un luogo che vuole ricominciare a vivere di quel tennis ormai entrato nella routine quotidiana di tanti. Professionisti, appassionati, lavoratori dell'indotto. Lo sport continuerà ad aiutare la Turchia ancora per un po', offrendo strutture, collegamenti, risorse. E offrendo anche quella carica vitale che gli atleti provenienti da tutto il mondo possono portare quasi ogni settimana dell'anno.
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