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Jannik, via col vento: "La chiave? Saper cambiare"

L'azzurro si dice soddisfatto dei progressi fatti negli ultimi mesi. "Ascolto i consigli di Cahill - spiega - che mi suggerisce di divertirmi e di essere orgoglioso di ciò che faccio". Alcaraz analizza la sfida: "Con Jannik ci spingiamo al limite, per questo ci divertiamo"

17 marzo 2023

Sarà di nuovo Sinner-Alcaraz, la partita che sta diventando il nuovo classico del tennis mondiale. Jannik supera Fritz in tre set, Carlos regola Auger-Aliassime in due. La conferenza stampa post match, per entrambi, diventa un modo per fare le carte alla sfida numero 6 tra l'azzurro e l'iberico.

JANNIK SINNER

“Era un match duro – racconta Jannik a proposito del match contro Fritz – perché avevo di fronte un giocatore che qui aveva vinto il titolo nel 2022 e mi aveva battuto nel 2021. Sapevo che in queste condizioni lui può dare il massimo, e per questo sono particolarmente soddisfatto della mia prestazione. Ho cominciato bene facendo un break, mantenendo un ottimo rendimento. Poi dal secondo set Taylor ha iniziato a essere più aggressivo e a darmi più fastidio. Inoltre le condizioni di gioco non erano ideali, c'era molto vento. Ma nel terzo sono stato di nuovo io a prendere in mano il gioco, e alla fine questo atteggiamento ha pagato”.

“Il vento ha giocato un ruolo, nella partita, non c'è dubbio. Quando eravamo contro vento dovevamo cercare di spingere, ed era più complicato fare il punto, ma allo stesso tempo in favore di vento c'era il rischio di perdere la misura dei colpi. Alla fine mi sono adattato bene, cambiando anche la posizione in risposta quando serviva, e penso che il livello dell'incontro sia stato comunque molto alto”.

“I favoriti nel vento? Sono quelli che giocano con molto spin, penso a Rafa (Nadal, ndr) o Carlos (Alcaraz, ndr), ma anche quelli che servono bene come Fritz. Già è complicato rispondere in condizioni normali, si può immaginare quando la palla viene spostata dal vento. Venendo dai tornei indoor, adeguarsi non è semplice, ma sappiamo che questo è un torneo nel quale il vento gioca un ruolo. Bisogna adattarsi”.

Nel team Sinner è ormai perfettamente integrato il super coach Darren Cahill, valore aggiunto importante al fianco di Simone Vagnozzi. “Con Darren non parliamo tanto prima del match, ma mi dà sempre qualche buon consiglio sotto l'aspetto mentale. Mi dice di essere orgoglioso di quello che sto costruendo e di divertirmi in campo. Io cerco di farlo sempre, anche se magari non sorrido molto mentre gioco, posso confermare che mi godo questi momenti, sui campi importanti contro avversari di prestigio”.

La condizione fisica, nel corso del 2022, è stato uno dei temi principali per Sinner. “Ma adesso mi sento in una situazione molto migliore rispetto a un anno fa. Mi conoscono meglio, so quando devo spingere e quando invece devo fermarmi. I problemi che ho avuto mi hanno permesso di capire dove c'era bisogno di fare progressi. Adesso molte cose sono cambiate e credo che fra due o tre anni sarò al top delle mie possibilità”.

Ma non c'è solo il fisico, a rendere Sinner un giocatore diverso dal passato. “Come sono cambiato? Col mio team analizziamo meglio i miei avversari, cerchiamo di capire cosa ci aspetta. E questo per me è fondamentale. A volte in passato non sapevo cosa fare in campo, se non funzionava il mio piano principale. Oggi sto capendo come e quando devo cambiare, e senza dubbio è un fattore importante. So che ho davanti ancora tanto lavoro per arrivare dove voglio, ma so di essere sulla buona strada”.

CARLOS ALCARAZ

L'analisi della sfida di semifinale, invece, la fa Carlos Alcaraz: “So che contro Sinner sono sempre sfide speciali. Lui colpisce più forte la palla, io mi muovo meglio, abbiamo caratteristiche molto diverse l'uno dall'altro e anche per questo escono partite divertenti. Mi spinge al limite, ma in fondo è questo ciò che mi piace del confronto con lui, mi aiuta a migliorare”.

Entrando nel dettaglio tecnico, ecco uno dei colpi preferiti dallo spagnolo. “La palla corta nel tennis moderno può essere un'arma importante per tanti giocatori. A me piace farla, ma quando la subisco cerco di capire come poterla contrastare nel modo migliore, cerco di pensare a come è meglio rispondere, se con un altro drop shot oppure con un colpo più profondo. Di certo è un'arma in più nel repertorio ed è qualcosa che mi diverte”.

“Sorpreso dal mio rendimento? Non direi, adesso. Sono rimasto sorpreso a Buenos Aires, quando sono riuscito a vincere il titolo al rientro. Ma in questo momento sento di aver ripreso una buona condizione e credo di essermi lasciato alle spalle il periodo di recupero. Nel momento di difficoltà ho cercato di prendere spunto da come Nadal e Djokovic hanno lavorato nei loro periodi di stop. Sapere di poter essere come loro, se parliamo di questo aspetto, mi ha dato tanta motivazione”.

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