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La toscana vince il match più importante della carriera e racconta i progressi fatti negli ultimi mesi: "Ho più fiducia sulle superfici dure e a Indian Wells sto trovando le condizioni ideali per esprimere il mio tennis". Contro la Golubic, al prossimo turno, un'altra partita possibile
13 marzo 2022
È la vittoria più bella della carriera di Jasmine Paolini, per il valore dell'avversaria e per l'importanza del torneo. La toscana rimonta Aryna Sabalenka e vola al terzo turno di Indian Wells, dove incontrerà la svizzera Viktorjia Golubic in un altro incontro alla sua portata.
“Sono felice – esordisce Jasmine in conferenza stampa – perché battere una giocatrice così forte lascia una sensazione incredibile. Ho cercato di restare concentrata su ogni singolo punto, di farla giocare più possibile lontana dalla linea di fondo, perché sapevo che altrimenti mi avrebbe potuto fare male. Lei all'inizio stava colpendo con molto anticipo, puntando molto sui primi colpi, servizio e risposta; poi sono riuscita a variare e questo le ha dato fastidio”.
Il diritto di Jasmine Paolini (foto Getty Images)
FIDUCIA E CONDIZIONI IDEALI
“Questo successo significa molto per tanti motivi. Intanto non avevo mai battuto una top 10, poi non avevo iniziato benissimo questa stagione, avevo bisogno di fiducia e questo risultato me la fa ritrovare. Adoro i campi di Indian Wells, il clima, le condizioni di gioco in generale. In più ho dei bei ricordi degli anni scorsi, dunque questo può avermi aiutato nel ritrovare buone sensazioni”.
“Dopo aver perso il primo set non pensavo di poter vincere il match. L'ho perso 6-2, quel parziale, dunque non le ero nemmeno vicina. Ma ho cominciato a dire a me stessa che dovevo smettere di guardare al punteggio, concentrandomi soltanto su ogni singolo punto. Così ho fatto. Punto dopo punto ho cominciato a sentire meglio la palla e dunque ho iniziato a crederci”.
FARE QUALCOSA DI DIVERSO
“Ovviamente sono entrata in campo con la convinzione di poter vincere, se non ce l'hai è inutile che giochi. Aryna è una giocatrice differente dalle altre, può colpire molto forte e allora ti mette in grande difficoltà, ma allo stesso tempo per tutti è complicato restare sempre al top quando spingi così tanto. Come ha detto una volta Jenson Brooksby, il tennis non è tanto colpire forte la palla, quanto fare qualcosa di diverso”.
“Fino allo scorso anno non credevo molto nelle mie possibilita` sui campi in duro, mentre avevo molta più fiducia in me stessa quando giocavo sulla terra. Però sappiamo che il Tour si sviluppa molto più sugli hardcourt, e allora mi sono convinta che avrei dovuto cambiare qualcosa. Molto importante nel mio percorso è stato anche il lavoro di videoanalisi (fatto con Danilo Pizzorno, ndr). I progressi più concreti? Li ho fatti nel servizio e nel diritto”.
LE BIG ITALIANE E LA NUOVA GENERAZIONE
“L'eredità delle big italiane? Loro hanno fatto un lavoro incredibile, sono state straordinarie. Ma io e le altre ragazze italiane siamo arrivate nel Tour quando in sostanza Flavia Pennetta, Francesca Schiavone e Roberta Vinci si erano già ritirate".
"Noi abbiamo fatto il nostro percorso, che non è stato semplice. Parlo di me, ma anche di Martina Trevisan, di Camila Giorgi che è ancora lì in alto e di tutte le altre della nostra generazione”.