Chiudi
Da riserva a protagonista: Lorenzo Sonego gioca un match monumentale contro Denis Shapovalov e porta l’Italia in vantaggio nella semifinale di Davis contro il Canada. “Una delle vittorie più emozionanti: merito di aggressività e atteggiamento positivo, ma anche della carica e delle motivazioni trasmesse dal gruppo”
26 novembre 2022
Nella prima lista dei convocati di capitan Filippo Volandri per le Davis Cup by Rakuten Finals, Lorenzo Sonego non era presente. Poi, l’assenza dell’infortunato Jannik Sinner ha aperto un posto per l’evento di Malaga e il torinese sta vestendo il ruolo del protagonista. Prima ha dato all’Italia un punto fondamentale nel successo contro gli Stati Uniti, poi ha giocato un match monumentale contro Denis Shapovalov per firmare l’1-0 tricolore nella semifinale contro il Canada.
“La mia miglior partita in carriera? Mi è stata fatta la stessa domanda giovedì dopo il successo su Tiafoe – ha detto Lorenzo in conferenza stampa –, quindi mi auguro mi venga fatta ancora e ancora. Sicuramente questa è una delle mie vittorie più emozionanti, per l’atmosfera che si respirava ma anche per il modo in cui è arrivata, dopo una battaglia incredibile di oltre tre ore. Me la sono goduta, è stata splendida per me e per la Nazionale. Ma per il momento resto concentrato su ciò che ancora c’è da fare per raggiungere la finale”.
Una delle chiavi del successo del torinese, insieme a un servizio che l’ha aiutato tantissimo, è stata l’aggressività nei primi colpi dopo la battuta. “Abbiamo preparato la partita molto bene – ha spiegato –, con l’obiettivo di essere subito aggressivo dopo il servizio. Shapovalov è un giocatore fastidioso, perché non dà ritmo, ha la palla pesante ed è difficile tenere il suo passo. Per questo era molto importante metterlo in difficoltà da subito, nel momento in cui ancora non ha la possibilità di comandare, di mettere i piedi dentro il campo e fare male. Ho cercato di mettergli pressione, come già avevo fatto con Tiafoe, e mi è riuscito abbastanza bene. Sono stato bravo anche a reagire ai vari momenti difficili attraversati durante l’incontro, cercando sempre di continuare a proporre un tennis aggressivo”.
Il vantaggio di 5-2 mancato nel tie-break del secondo set poteva lasciare delle scorie mentali difficili da eliminare, invece Lorenzo ha superato il problema da campione. “Non è stato semplice rimanere concentrato sul mio tennis dopo aver perso un set in quel modo – ha detto –, ma ho cercato di continuare a pensare positivo. Sentivo di avere l’energia giusta, sapevo di aver comunque fatto le cose giuste. Il capitano mi ha dato una grossa mano per rimanere in partita”.
L’altro aiuto fondamentale, invece, è arrivato dal gruppo. Dal suo caro amico Matteo Berrettini che l’ha incitato per tre ore abbondanti (“mi urlava che sono un guerriero, un animale, che dovevo lottare con tanto cuore”), e anche dagli altri componenti della lunga panchina azzurra. “Per me – ha aggiunto Sonego – siamo come una famiglia, siamo molto legati. Ci teniamo tanto a fare bene e in campo questa carica si sente, aiuta a superare le difficoltà. È bello vedere i volti dei miei compagni dopo un punto vinto: mi trasmettono emozioni, carica, motivazioni in più. Ho cercato tanto il contatto con loro e i loro sguardi, e mi hanno dato davvero tanta energia”.
Prima di volare a Malaga con la squadra, Sonego ha approfittato delle Nitto ATP Finals nella sua Torino per allenarsi con i big. “È stato un modo sia per vivere in anticipo un’atmosfera come questa, con tanto pubblico e tanta energia, sia per prepararmi al meglio all’appuntamento, allenandomi a un ritmo altissimo. Allo stesso tempo è stata importante anche la settimana di vacanza prima di Torino: mi è servita per staccare, liberare la mente e arrivare qua riposato”. Fino a qui ha funzionato a meraviglia.
Nel secondo singolare non è riuscita l’impresa a Lorenzo Musetti, superato in due set da Felix Auger-Aliassime in un match deciso da pochi episodi. Li ha interpretati meglio il canadese, meritando il successo. “Felix – ha detto Musetti – ha giocato molto bene, tenendo un livello sempre alto e aiutandosi col servizio nei momenti importanti. Io invece ho avuto un po’ troppa fretta, ero un po’ nervoso, poco tranquillo. Per la seconda volta di fila ho avuto la chance di dare la vittoria all’Italia e non ci sono riuscito. Mi spiace molto, anche perché, malgrado il mio avversario sia uno dei giocatori più in forma del momento e quindi il match era molto complicato, credo che avrei potuto infastidirlo di più. Ma fra me e lui non vedo chissà quale differenza: a questi livelli basta davvero poco per determinare una vittoria o una sconfitta”.
“Berrettini in campo in doppio? Si sentiva pronto: per il singolare magari no, ma per il doppio, nel quale lo sforzo fisico è minore, credo sia la scelta giusta. È il leader del nostro team, anche nello spogliatoio, e il giocatore con più personalità. Questo è l’incontro più importante e ritengo che sia giusto schierarlo. Specialmente in queste condizioni di gioco: può essere molto pericoloso”.