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Eventi internazionali

Jannik, il fenomeno battezzato col fuoco

Sinner perde 10-8 al tie-break del terzo set contro Medvedev, il n.2 del mondo una partita che aveva iniziato subendo un clamoroso 6-0. Tennis strepitoso, un livello da primi 3 del mondo. Al Pala Alpitour di Torino è nata definitivamente una stella del tennis mondiale. E’ azzurra

di | 18 novembre 2021

La partita più bella del torneo è anche la più inutile. Ma chi se ne frega: nessuno se ne è accorto. Jannik Sinner mette il braccio nel tennis rovente di Daniil Medvedev e ha la forza di tenerlo fermo, farsi marchiare a fuoco dal n.2 del mondo e uscirne trasformato ancora una volta. In meglio.

La partita che non conta, perché tanto i giochi nel 'Gruppo rosso' delle Nitto ATP Finals sono già fatti (primo Medvedev, secondo Zverev), diventa l’esame, non di maturità, né di laurea, ma del master finale per Sinner, quello che dà diritto a giocare per la leadership mondiale.

Il neo-laureato Top 10 ci arriva con l’entusiasmo di quelli freschi di alloro ma sbatte contro il nuovo gradino. E’ molto più alto di quello che pensava. Daniil Medvedev è in grande condizione ed è il campione che ha fatto svanire il sogno Grande Slam del n.1 dei numeri uno, Novak Djokovic, impallinandolo in finale a New York. E’ potente e maligno, spacca la palla con il servizio e in attacco ma arriva anche dappertutto in difesa.

Il primo set per Sinner è una condanna. A un certo punto sembra addirittura una sentenza capitale. Il ventenne di Sesto Pusteria non sa più dove tirare, come tirare per fare un 'quindici'. Tutto quello che colpisce gli torna indietro, più forte o più avvelenato. Un incubo.

E’ 6-0 in 26 minuti in cui Medvedev lo schiaccia terra e gli si infila dentro come una lama rovente. E lui deve subire, sentendosi addosso gli occhi dei quasi ottomila del Pala Alpitour che sono lì tutti per lui, con i tricolori, con gli striscioni. C’è persino un “Mancini convoca Sinner”. Tutta Italia lo sta vedendo in diretta su Rai2. E lui perde 6-0.

Provo a immaginarmi schiacciato lì sotto. Con un diavolo che mi martella a 200 all’ora sulle righe. Il peggiore degli incubi: l’umiliazione. Vorrei dissolvermi. Sparire.

Non Sinner, non lui. Non il ragazzo dai capelli rossi che parla, mangia, dorme, respira tennis insieme al suo coach Riccardo Piatti e a tutto il team che oggi è lì a bordo campo a soffrire (Andrea Volpini, Claudio Zimaglia, Dalibor Sirola). Pausa toilet. Breve, regolare, non alla Tsitsipas. Si torna in campo e si prova a rialzarsi. A cancellare il 6-0. A far vedere che tra lui e il n.2 del mondo non c’è quella differenza. A confortare la gente con la bandiera.

Jannik si rialza. Alza il suo livello, combatte un punto alla volta. Agita il pugno ad ogni 'quindici'. Comincia a reggere lo scambio. La sua palla è sempre più profonda. Mefisto Medvedev comincia a sbagliare, qualche volta. Gli scambi diventano furiosi, a velocità folle e Sinner la spunta sempre più spesso. Ora c’è partita. Ora si gioca alla pari. Uno spettacolo.

Bene, pensiamo tutti, che gran cosa che abbia dimostrato almeno di reggere il confronto. Siamo pronti a limitare i danni, ad accettare anche una onorevole sconfitta, un 6-4, dopo quella paura, quel primo set da incubo.

Non lui, non Sinner. Lui ha capito che ora Daniil non lo guarda più dall’alto. Ora sente di averlo agganciato. E allora, un pugnetto e un “c’mon”, un “forza”, un “andiamo” dopo l’altro, gioca per vincere. E va a vincere un set strepitoso al tie-break.

Il Pala Alpitour è una bolgia: le tribune tremano quando la gente lo incita battendo tutto quello che può: mani, piedi…

Il terzo set è un’altalena di emozioni, con un tennis stellare. Quello con i capelli rossi potrebbe essere Djokovic. Qualche volta tira anche più forte. Medvedev è Medvedev, un tennista fenomenale che si avvicina sempre di più al trono di Djokovic.

Si arriva sino al tie-break. E anche lì il livello è da brividi: scambi lunghissimi tirati col laser, da seguire in apnea. Arriva anche un match point Sinner, che il russo salva servendo una seconda palla a 201 km/h. Poi un altro.

Si lotta, si lotta: il pubblico impazzisce. Poi Medvedev piazza due colpi magici in più e chiude 10 punti a 8. Un match indimenticabile da 2 ore e 29 minuti: 6-0 6-7(5) 7-6(8), segniamoci anche questo punteggio.

E’ la grande anteprima di una grande serie tennistica che andrà in scena nei prossimi anni: Sinner alla conquista del mondo. E chi è a Torino stasera potrà dire: io c’ero. C’ero quando Jannik Sinner, il campione annunciato, il predestinato, poteva avere paura, poteva perdere la faccia, poteva bruciarsi.

E invece si è mostrato defintivamente quello che, salvo disastri e calamità naturali, un giorno sarà: uno dei primi due o tre giocatori del mondo. Uno di quello che si battono per la prima posizione,e per i grandi titoli.

Uno di quelli che entrando in campo fanno vibrare l’aria. Lui e Riccardo Piatti questa cosa la sanno da sempre. Tutti quelli che non si fidavano, volevano toccare con mano, stasera sono stati accontentati.

In semifinale ci va comunque Medvedev. Ma potrebbe essere l’ultima volta.


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