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Keys prima semifinalista, Barty da paura

La statunitense che due settimane fa era n.87 del mondo, batte anche la n.4 del mondo e dopo il successo nel torneo di Adelaide 2, torna tra le prime 4 dello Slam australiano, 7 anni dopo l’ultima apparizione. Affronterà in semifinale una sempre più sicura Ashleigh Barty che ha rispedito negli spogliatoi Jessica Pegula (in lacrime) in soli 63 minuti

di | 25 gennaio 2022

Madison Keys, scesa al n.51 del mondo, ha lasciato solo 5 giochi alla n.4 Barbora Krejcikova (Foto Getty Images)

Madison Keys, scesa al n.51 del mondo, ha lasciato solo 5 giochi alla n.4 Barbora Krejcikova (Foto Getty Images)

Non si ferma più Madison Keys: è la prima semifinalista degli Open d’Australia 2022, 7 anni dopo la sua ultima presenza a questo livello a Melbourne.

Una ripartenza fantastica dopo la difficilissima stagione 2021 in cui era precipitata, dopo 5 anni di onorata e continua presenza nella Top 20 mondiale, fuori dalle prime 50. Con un baratro finale alla vigilia del torneo WTA di Adelaide2 due settimane e mezzo fa: n.87.

Da quel giorno la 26enne di Rock Island, Illinois, non ha più perso un solo match. E se nell’andare alla conquista del suo sesto titolo in carriera nella capitale dell'Australia meridionale aveva superato avversarie del calibro di Elina Svitolina e Cori Gauff, una volta arrivata a Flinders Park da n.51 del mondo, è stata in grado di esprimere un ulteriore salto di qualità.

La vittoria di oggi, contro Barbora Krejcikova, n.4 del mondo, arriva dopo i successi del primo turno contro Sofia Kenin, n.13, e quello degli ottavi di finale contro Paula Badosa, n.6. Un rendimento da Top 10 che rilancia la statunitense verso quel livello che l’aveva vista n.7 nel 2016 e poi finalista agli Us Open nel 2017.

La partita di oggi è vissuta sostanzialmente tutta in due game: sul 2-2 nel primo set, Keys ha dovuto salvare 4 palle break, tra cui due consecutive sul 15-40, ma alla fine è riuscita a tenere la battuta in un gioco durato più di 8 minuti. E battagliando altri 8 minuti e mezzo è riuscita a strappare la battuta alla campionessa del Roland Garros 2021 nel game successivo. Un vantaggio che poi ha mantenuto fino al 6-3 che ha chiuso la prima partita.

In avvio della seconda, l’allieva di coach David Witt è subito volata 3-0, con due break di vantaggio. Se ne è fatta annullare uno ma ha comunque chiuso in sicurezza 6-3 6-2 in un’ora e 25 minuti.

Una bella differenza ha fatto la sua grande condizione atletica: nel gran caldo umido di Melbourne si è mossa con disinvoltura, abituata al clima della Florida dove si allena. Krejcikova è parsa invece molto provata, nonostante gli asciugamani imbottiti di ghiaccio che ha usato in abbondanza ai cambi di campo per cercare refrigerio.

Dodici mesi orsono era a casa, ammalata di Covid-19, a guardare il torneo alla tv. 

Oggi, in attesa di sfidare la n.1 del mondo Ashleigh Barty, è già sicura di risalire nel prossimo ranking almeno al n.28. Più di 50 posizioni recuperate in tre settimane: una specie di resurrezione.

Barbora Krejicikova e Madison Keys alla stretta di mano finale (Foto Getty Images)

A proposito di Barty, c’è da mandare agli annali un’altra prestazione da paura (per le sue avversarie). Jessica Pegula, finita ostto il treno di un 6-2 6-0 durato solo 63 minuti, è uscita dal campo trattenendo a stento le lacrime.

Troppo si cura di sé l’aborigena australiana, in tutte le zone del campo e situazioni di gioco, a partire dal proprio servizio. Nel torneo non ha ancora perso un set, ma nemmeno ha rischiato di perderlo. Ha lasciato per strada 17 game in tutto. Un ruolino che ricorda, a chi ha l’età per averlo vissuto di persona, quello di Steffi Graf, oggi signora Agassi ma dominatrice del tennis a fine Anni ’80.

Come la tedesca, 22 Slam nel palmares, il gioco della 25enne di Ipswich (cittadina del Queensland) è sempre più solidamente ancorato su una battuta potente ma anche molto versatile (giocata in sicurezza scegliendo angoli e rotazioni), un diritto coperto (in top) che trova facilmente profondità e angoli e un rovescio in backspin (cioè tagliato sotto), alternato alla botta piatta bimane, con cui la vivace Ashleigh mette la palla sempre esattamente dove vuole.

Ne derivano enormi problemi per tutte le attuali avversarie che mettono le paritie sui binari del cannoneggiamento dalla riga di fondo. Barty non si spaventa (perché fisicamente è bella solida), non arretra e comincia a variare ritmo, tagli e angoli a piacimento suo.

Jessica Pegula (Foto Getty Images)

Se non si riesce a sfondare (come in certi frangenti è riuscita a fare solo Amanda Anisimova negli ottavi di finale) il destino è segnato. Grandi corse e rincorse, pochi punti: il bottino finisce sempre nelle tasche di Ashleigh, tranquilla, sorridente e semifinalista senza troppi patemi.

Ormai le mancano due match per ricongiungersi alla storia del tennis australiano con l’ultimo successo femminile a Melbourne, quello di Evonne Goolagong del 1977.

La Rod Laver Arena, che quando c’è lei in campo si riempie in ogni ordine di posti, è pronta a festeggiare. Prossima tappa di avvicinamento giovedì, contro Madison Keys.

Ashleigh Barty all'impatto con il diritto (Foto Getty Images)

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