Chiudi
La rumena, già n.1 del mondo, ha ritrovato la motivazione ad allenarsi e migliorare sotto la guida di Patrick Mouratoglou: con la vittoria di oggi a Toronto su Jessica Pegula tornerà tra le prime 10 del mondo ma il gioco non è ancora quello che vorrebbe verle fare il suo coach, a partire dal servizio, troppo incerto. E allora “Mou” la manda a provarlo e riprovarlo anche appena finiti i match
di Enzo Anderloni | 14 agosto 2022
Venerdì, alla fine di una partita vinta in due set, comandando sempre il gioco contro Coco Gauff, Simona Halep è andata direttamente su un campo di allenamento a provare e riprovare il servizio. Aveva strappato ben 6 volte la battuta all’avversaria ma era sta breakkata a sua volta cinque volte. E aveva commesso 8 doppi falli. Coach Mouratoglou non era contento e Simona, come una scolara entusiasta che vuole il massimo dei voti, era andata subito a ripassare la lezione.
Niente di eccezionale per chi conosce l’ambiente: si sa che chi è davvero motivato a ottenere il massimo dal suo tennis, perché ha grandi obbiettivi, fa così. Lo fanno spesso Rafael Nadal e Jannik Sinner. Il primo è un fenomeno extraterrestre di determinazione; il secondo è affamato di tennis e di gloria. Non ci sarebbe aspettato il medesimo atteggiamento da una giocatrice che ha compito 30 anni ed è già stata a lungo n.1 conquistando i tutoli più prestigiosi: Parigi nel 2018, Roma e Wimbledon nel 2019.
La Simona Halep che oggi ha battuto Jessica Pegula in tre set, 2-6 6-3 6-4 dopo 2 ore e 13 minuti di una partita ad alta intensità emotiva è però una giocatrice nuova. E potenzialmente con ampi margini di miglioramento.
Dopo la crisi del 2021, seguita all’infortunio occorsole a Roma, e il tracollo in classica (n. 20 a fine stagione, lei che dal 2014 al 2020 era sempre stata tra le prime e chiuso 2017 e 2018 al n.1), il cambio di allenatore l’ha trasformata. La fine del rapporto con Darren Cahill che l’aveva guidata ai suoi maggiori successi, forse le gioie del matrimonio e i 30 anni compiuti lo scorso settembre, le avevano fatto pensare che la sua bella favola tennistica fosse arrivata a un naturale finale. L’incontro con Patrick Mouratoglou, lasciato definitivamente libero in primavera da Serena Williams, le ha fatto ritrovare motivazioni fortissime, scoperto braci che evidentemente ancora ardevano sotto la cenere di una grande carriera.
Così nessuno in sala stampa si è stupito quando lei ha spiegato: "Patrick mi ha detto che devo esercitarmi un po' di più. Il mio servizio non è stato granchè oggi. E io l'ho fatto perché ho sentito che era una buona idea. L’allenamento è andato molto bene. Quindi spero che vada bene anche nella partita di domani”.
"Prima di incontrarlo ero super demotivata", ha spiegato Halep. “E' come se non potessi davvero più continuare a lavorare. E sentissi di aver ormai chiuso con il tennis. Patrick ha riacceso il mio fuoco e la mia motivazione. Era convinto che potessi ancora esprimere davvero un buon tennis. E mi ha trasferito questa convinzione”.
Il confronto con Pegula ha confermato tutte le premesse. Prima di tutto che la statunitense è una solidissima Top Ten (n.7 del ranking ma addirittura n.3 della Race, cioè in base ai soli punti conquistati nel 2022). In secondo luogo ha fatto vedere quanta voglia di lottare abbia ancora Halep, capace di portare a casa una partita giocata tutt’altro che bene, con l’avversaria a condurre gli scambi e lei caparbia a difendere e contrattaccare quando possibile. Terzo punto, il servizio è da migliorare.
Ha perfettamente ragione coach Mouratoglou a mandarla ad esercitarsi di più. Oggi Halep si è fatta strappare il tunro di battuta altre 5 volte. Per fortuna ha restituito la cortesia pari pari all’avversaria. I conti però alla fine sono tornati a suo vantaggio per un’inezia, un paio di giocate volonterose ma anche fortunate nell’ultimo game, quando serviva per la seconda volta per il match, le hanno permesso di godersi l’abbraccio di un pubblico, quello di Montreal, ad alta rappresentanza rumena, con tanto di bandiere e cori “Simona, Simona”.
I numeri rappresentano però molto bene le difficoltà al servizio che Halep può e deve superare se vuole provare a lottare di nuovo per i grandi titoli e i primi posti della classifica: solo 1 ace (contro i 3 di Pegula) contro 10 doppi falli (Pegula solo 2); 5 palle break trasformate su 13 e ben 17 concesse, 5 delle quali trasformate dalla 28enne di Buffalo, figlia del proprietario della squadra dei Buffalo Bills.
Questi numeri però sono persino generosi rispetto a quanto si è visto sul campo, la grande difficoltà di Halep nel tenere i suoi turni di battuta, nel mettere in difficoltà l’avversaria aprendosi il campo per arrivare con più decisione e autorevolezza a chiudere i punti.
Dopo aver subito la potenza di Pegula nel primo set (6-2 per l’americana), Halep, rinfrescata dopo il più classico dei toilet- break, ha spinto un po’ di più e lottato su ogni punto, riuscendo a dominare quasi più facilmente nei game di risposta.
Riequilibrato di slancio il match (6-3 Halep la seconda partita), la rumena si è di nuovo complicata la vita nel terzo set quando un doppio break l’ha portata a servire per il match sul 5-2. Lì sono riemerse tutte le incertezze di un colpo che fatica a portare punti diretti con la prima palla ed è troppo attaccabile quando Simona è costretta a giocare la “seconda”. Una fragilità che porta dubbi e le impedisce di esprimere qual tennis più aggressivo che potrebbe essere nelle sue corde e che il suo nuovo allenatore è convinto possa sbocciare. Rimontata fino a 4-5 Halep si è trovata proprio con il servizio a disposizione: in qualche modo “se lo è strappato”, con un rocambolesco “quindici” vinto in difesa e approfittando degli errori di Pegula che ha continuato ad attaccare, anche sconsideratamente, pure in quel frangente.
Con questa vittoria Halep raggiunge Ons Jabeur al secondo posto per le partite vinte in stagione: 37 (contro solo 10 sconfitte). Le precede solo Iga Swiatek (49 vittorie). La rumena, comunque vada la finale contro Beatriz Haddad Maia che ha superato in due set, 6-4 7-6(7), Karolina Pliskova, è anche sicura di tornare tra le Top Ten (per ora al n.9). Un bel modo di rilanciarsi e, se il fuoco della motivazione non si spegnerà, di alimentare nuove prospettive.
Simona Halep ha vinto i suoi primi due faccia a faccia con Haddad Maia (nel secondo turno di Wimbledon 2017 e, sempre al secondo turno, agli Australian Open di quest'anno). La brasiliana si è però imposta nel terzo scontro diretto, nella semifinale sull’erba di Birmingham dove poi ha conquistato il titolo.
Beatriz ha una grande stima di Simona. "E’ una campionessa e una persona che lavora molto duramente – dichiarato in vista della finale - So che sarà una battaglia molto dura, ma mi divertirò. Darò tutto sul campo. Cercherò di giocare in modo aggressivo. Ho imparato molto oggi perché nei momenti in cui non sono stata abbastanza aggressiva, la mia avversaria (Pliskova) ha preso il sopravvento. Oggi voglio fare meglio. Voglio divertirmi sul campo e giocare punto a punto".