-
Eventi internazionali

Evoluzione Trevisan: un carico di fiducia verso la terra

Non solo terra battuta. I risultati nel Wta 1000 di Miami, e prima ancora il successo in United Cup sulla Sakkari, ci consegnano una nuova Martina Trevisan, capace di esprimere il suo miglior tennis anche sul cemento

31 marzo 2023

Non ha confini il vento, come il talento di Martina Trevisan che in una Miami in balia di Eolo ha scoperto una nuova identità. Che sia stato il signore dei venti a spingere i colpi mancini della 29enne fiorentina oppure una rinnovata consapevolezza delle sue capacità non è dato sapersi, quel che è certo è che questo risultato – per la prima volta in carriera centrati i quarti di finale di un WTA 1000 – è il frutto di una maturazione sugli hardcourt o, come diremmo più semplicemente al nostro circolo, sul cemento.

Altro che terraiola. Le prime avvisaglie di questo cambio di rotta le avevamo avute all’inizio di gennaio, quando una Trevisan da favola aveva sconfitto per 6-3 6-7 7-5, in tre ore e 14 minuti di autentica battaglia, la greca Maria Sakkari, allora numero 6 del mondo, firmando il terzo successo – il più importante – contro una top ten su sei confronti totali. Quel match sulla Ken Rosewall Arena nell’Olympic Park Tennis Centre di Sydney aveva dato il la a una splendida vittoria in United Cup della squadra azzurra, capitanata per l’occasione da Vincenzo Santopadre. Non è un caso che Martina abbia trovato proprio nella serenità del team la forza e la fiducia necessarie per esaltarsi. A prescindere dalla superficie di gioco. 

Martina va veloce, i momenti clou dell'avvio di 2023

Un’autentica impresa offuscata in seguito da un inizio di stagione avaro di risultati: primo turno agli Australian Open (Schmiedlova), ad Abu Dhabi (Mertens), a Doha (Muchova), a Dubai (Kvitova), con il primo sorriso a Indian Wells contro l’americana Madison Brengle, prima di un nuovo stop in un match lottatissimo sempre di fronte alla ceca Karolina Muchova.

Poi, ecco la luce nella seconda tappa del Sunshine Double. Un bye al primo turno grazie alla 25esima testa di serie al via, poi il successo in due set contro la qualificata giapponese Hibino, la fantastica rimonta sulla statunitense Claire Liu in 3 ore e 17 minuti, e poi ancora il 6-3 6-3 rifilato alla lettone Jelena Ostapenko, che in questo torneo aveva giocato una finale nel 2018. A fermare il suo tennis di qualità c’è voluta una delle giocatrici più calde del momento, quella Elena Rybakina già finalista agli ultimi Australian Open e vincitrice ad Indian Wells.

Qualcuno potrebbe far notare che Martina ha avuto la fortuna di infilarsi nel corridoio liberatosi in tabellone dopo il forfait della polacca Iga Swiatek, e che i primi quarti di finale conquistati in un WTA 1000 sono anche il frutto di questo regalo della sorte. Ma, come diceva il filosofo Seneca, “la fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità”. Tanto più che Miami, dove le condizioni di gioco sono particolarmente rapide, non era esattamente il 1000 più adatto alle caratteristiche della mancina di Firenze.

Lo splendido sorriso ammirato sul cemento infuocato della Florida ha fatto innamorare molti spettatori americani che non conoscevano la numero uno azzurra. Va ricordato che questa era la prima partecipazione dell’atleta toscana nel main draw del Miami Open visto che, nelle prime due occasioni, era sempre stata sconfitta nelle qualificazioni. “Sto facendo il mio lavoro che è anche la mia passione – ha raccontato Martina nell’intervista post-partita dopo aver battuto la Ostapenko – dunque cosa può andare male? Sono contenta di quello che faccio ed è per questo motivo che sorrido”.

Certo, la terra battuta era e rimane la superficie di caccia preferita per la Trevisan, visto che le sue caratteristiche fisiche le consentono di poter colpire tante palle e di far correre molto le avversarie. La semifinale raggiunta al Roland Garros lo scorso anno, a cui si aggiungono le lacrime di gioia versate la settimana prima per festeggiare il successo al Wta di Rabat, testimoniano la sua predilezione per il rosso. E c’è già chi parla di rinascita, termine che per chi ha i natali nella città del giglio assume un sapore tutto particolare.

Intanto Martina si gode un possibile nuovo best ranking di n.20 al mondo: sarebbe l'ottava italiana di sempre a varcare questa importante soglia, che è anche un po' psicologica (solo la rumena Sorana Cirstea potrebbe superarla, vincendo il titolo). Un bel salto rispetto al gradino numero 88 che occupava solo dodici mesi fa. Il segreto è proprio questo: considerare il risultato ottenuto in Florida un nuovo punto di partenza per crescere e migliorare ancora di più. La fiducia guadagnata nel 1000 a Miami servirà a gestire meglio la pressione per i tanti punti che dovrà difendere nei prossimi mesi.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti