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Trevisan supera Sasnovich e sfodera lo stesso sorriso che ha accompagnato la favola parigina del 2020. E non ha intenzione di smettere
di Alessandro Mastroluca | 29 maggio 2022
Quando sorride così, Martina non si batte. Quel sorriso da pubblicità è un segnale che rassicura i tifosi e intimorisce le rivali. Come il "Vamos" col pugno al cielo di Nadal, come il ghigno col canino in vista di Murray, come Valentino Mazzola che si arrotolava la manica e faceva scattare il momento del tremendismo, il quarto d'ora di fuoco del Grande Torino.
Quando estrae quel suo sorriso di chi si è ripresa il suo posto nel mondo e scopre quanto ci può stare bene, Martina tira fuori il meglio. Il suo tennis leggero ha bisogno di escludere pensieri pesanti, di stare nel momento senza troppo ragionare di passato o di futuro. Valeva nell'autunno del suo ritorno, al Roland Garros del 2020, quando ha eliminato Cori Gauff, Maria Sakkari e Kiki Bertens tra match point annullati e un entusiasmo capace di riscaldare i tifosi infreddoliti.
È diventata così la terza italiana nell'era Open con due quarti all'attivo al Roland Garros dopo Sara Errani e Francesca Schiavone.
"Sono stanca ma felice - ha commentato Martina -. Mi sono lamentata molto dei miei errori perché sentivo che il mio corpo faceva fatica a seguirmi. Per questo ho fatto poche palle corte e pochissime discese a rete in contro tempo. Però mi sono convinta che potevo giocarmela fino in fondo".
Rispetto al quarto di finale che del 2020, ha sottolineato, "questa è tutta un'altra storia. Pensavo solo alle cose negative, avevo paura, non avevo la fiducia e la consapevolezza che ho adesso. Ora penso solo a godermi il momento".
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La toscana, numero 59 questa settimana ma virtualmente numero 31, sta entrando in una nuova dimensione. Il primo titolo a Rabat ha creato le premesse. A Parigi, il luogo dell-anima, ha allargato gli orizzonti. Trevisan ha interpretato al meglio il match contro Sasnovich. Coach Catarsi guida la sua, di catarsi, in un ottavo teso, pieno di desideri, speranze, errori.
Le aveva suggerito, come aveva detto a SuperTennis, di giocare alto per impedire a Sasnovich di colpire una palla "dritta" all'altezza dell'anca, la sua situazione ideale. Ha caricato contro il diritto più incerto della bielorussa, in campo come atleta neutrale, più incerta quando ha avuto l'occasione di chiudere. Come nel primo set quando era avanti nel tiebreak, il secondo più lungo della stagione nel circuito WTA, o nel secondo quando ha subito il break sul 5-5.
Martina ha eseguito, con quel senso indefinibile ma tangibile di premonizione che ha segnato tutto il suo cammino al Roland Garros del 2020. Come se alle sue spalle ci fosse una mano a guidare i suoi passi, a deviare le palline e le scelte. Eppure, dopo quell'exploit, tra il Roland Garros 2020 e gli Internazionali BNL d'Italia 2020, la 28enne ha vinto solo 5 partite su 25 nel circuito WTA, pur mantenendo un posto in Top 100 grazie alle buone prestazioni nei WTA 125, l'equivalente dei Challenger, e negli ITF.
Qualcosa però è scattato la scorsa settimana a Rabat. Trevisan ha vinto le ultime nove partite di fila, una serie nella quale ha ceduto solo un set, in Marocco al secondo turno contro Garbiñe Muguruza.
Il viaggio di Martina, con quel sorriso pieno e lo sguardo dritto e aperto sul futuro, prosegue con il secondo quarto di finale nelle ultime tre edizioni del Roland Garros. Giocherà contro Leylah Fernandez, tanto rapida negli spostamenti quanto tenace nella difesa, che ha sconfitto 63 46 63 Amanda Anisimova, più potente e schematica, che aveva battuto cinque Top 20 sul rosso quest'anno.
Si erano già affrontate a Indian Wells al secondo turno: Anisimova mancò quattro match point poi si ritirò alla fine del secondo set, lasciando di stucco i 5000 spettatori dello Stadium 2. Avrebbe poi spiegato sui social che quel ritiro era dovuto a un malessere che sarebbe potuto peggiorare.
La canadese, la testa di serie più alta nella parte bassa del tabellone, incarna la modernità della Generazione Z, quella dei ragazzi e delle ragazze nati dopo il 1997. Cittadini del mondo, con gli orizzonti allargati dalle tecnologie o dallo sport. A Parigi Fernandez, campionessa junior nel 2019, ha rischiato contro l'oro olimpico di Tokyo Belinda Bencid. Ha ripreso il match da sotto 0-2 0-40 nel terzo set. E raggiunto per la seconda volta i quarti di finale di uno Slam. La prima, allo US Open dell'anno scorso, sarebbe arrivata in finale contro la "champagne supernova" Emma Raducanu.
"E' mancina come me, giocherà tutta la partita in spinta e sempre in anticipo: sarà una partita difficile - ha detto -. A Parigi è tutto bello, mi piace molto giocare su questi campi perché sono molto veloci, la palla rimbalza molto alta. Sono i campi più belli del mondo, qui sento una carica incredibile. Quando sto giocando un punto importante penso che sono in campo per un posto nei quarti di finale al Roland Garros: il massimo che può succedere è che perdo un punto, ma poi ne ho un altro da giocare e la vita continua".
Martina ha ancora un sorriso da regalare. Un sorriso imbattibile.
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