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Eventi internazionali

Miami Open, da Key Biscayne all'Hard Rock Stadium: storia del “Wimbledon d'inverno”

I luoghi del Miami Open, nato nel 1985 come primo grande torneo nel calendario del tennis mondiale. Perché la seconda tappa del Sunshine Double è così prestigiosa

di | 24 marzo 2022

Una immensa discarica dopo il ponte che porta all'isolotto di Key Biscayne. È qui che Butch Buchholz, tennista considerato numero 5 del mond nel 1960, ha immaginato la sede per dar forma alla sua visione. Voleva creare un Wimbledon d'inverno, così diceva, un grande torneo prima degli Slam estivi. Siamo all'inizio degli anni Ottanta, e l'Australian Open è all'epoca l'ultimo degli Slam in calendario, si gioca a dicembre.

 

La sede non sembrava così incoraggiante ma in fondo, anche lo Us Open si gioca a Flushing Meadows, nella collina dei rifiuti del Grande Gatsby. La prima edizione si gioca nel resort del cugino di Rod Laver, con un montepremi di 1,8 milioni di dollari: solo Wimbledon e lo Us Open ne hanno uno maggiore in quella stagione. Il primo punto, il 4 febbraio, lo vince Manuela Maleeva che batterà Angeliki Kanellopoulou. Il torneo lo conquistano Tim Mayotte e Martina Navratilova, in uno dei più entusiasmanti duelli con Chris Evert. Per il Wimbledon d'inverno ha chiamato il referee dei Championships Alan Mills e come direttore del protocollo chi il protocollo di Wimbledon l'aveva sconvolto con gonnellini e pizzi ricamati, Ted Tinling.

Si va a Crandon Park

Dopo un'edizione a Boca West, Buchholz capisce che deve spostarsi. I residenti dei resort che ospitano le due settimane di tennis si lamentano, e poi non è così, sostiene Buchholz, che si crea una tradizione. Non basta un alto montepremi se non si trova un posto in cui fissare il torneo per trent'anni o forse più.

Crandon Park diventa teatro del torneo, che beneficia dell'accordo con Lipton come title sponsor. Il Lipton diventa il primo grande appuntamento dopo gli Slam: nella prima edizione c'erano 84 dei primi 100 e 97 delle prime 100 del mondo. 

Il tabellone è a 128, ma diventerà a 96, perché il singolare maschile si gioca al meglio dei cinque set, poi sulla distanza lunga resterà solo la finale. Nel 1988 Steffi Graf, nell'anno del Golden Slam, batte in finale Chris Evert: è il moderno, di biancovestito con decori geometrici e stelle argentate, che trionfa sul classico con tanto di gonnellino rosa. Come faranno due anni dopo Monica Seles, la campionessa più giovane nella storia del torneo, e Andre Agassi, il più vincente nell'albo d'oro del singolare maschile.

Lo Stadium Court

Manca ancora uno step, però. Manca ancora un'emozione, un centrale permanente. I lavori iniziano nel 1992 ma l'Uragano Andrew e la Tempesta del secolo del 1993 rimandano i piani. “Abbiamo nove vite, il nuovo stadio sarà pronto per l'anno prossimo” promette Buchholz. L'11 marzo 1994 Karin Kschwendt supera Kathy Rinaldi-Stunkel 6-3, 6-4 nel primo incontro nel nuovo Stadium Court, che ai giocatori piace eccome.

A Miami passano i tempi, le stagioni e le generazioni. Passa Marcelo Rios, che trionfa nel 1998 su Agassi e diventa il primo sudamericano numero 1 del mondo, nell'anno in cui Anna Kournikova, simbolo effimero di un tennis che non c'è più, si spinge fino alla finale, prima di fermarsi contro Venus Williams. Miami vede il primo Federer-Nadal della storia del tennis, nel 2004, e nel 2006 e la prima chiamata di Hawk Eye, di Jamea Jackson che però perde il primo duello con la macchina nel match contro Ashley Harkleroad, la prima tennista a posare per Playboy. Saranno 167 le chiamate in quel torneo, solo in 53 i giocatori avranno ragione. Quella è anche l'edizione del montepremi uguale fra uomini e donne, come a Miami non succedeva dal 1989, e dell'ultima finale al quinto set: vince Federer su Ljubicic.

Il presente all'Hard Rock Stadium

Il resto è cronaca, e memoria di un trasloco all'Hard Rock Stadium, dove giocano i Miami Dolphins, la squadra locale di football. Il patron Stephens Ross ha investito oltre 50 milioni di dollari per costruire l'impianto. 29 i campi permanenti dove prima c'erano i parcheggi per entrare nello stadio del football, più lo Stadium vero e proprio, il Centrale che è invece provvisorio e montato all'interno del terreno di gioco.

Una scelta per certi versi simbolica, per quello che era il primo grande torneo in calendario negli anni Ottanta. Proprio in un parcheggio, a Flushing Meadows durante lo US Open del 1988, nacque l'ATP Tour che conosciamo oggi. Quale futuro raccoglierà il vecchio Wimbledon d'inverno fra trent'anni?


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