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Quando ancora la Nick Bollettieri Tennis Academy non era completamente aperta, il guru americano fu impressionato da Jimmy Arias. Il diritto di Arias diventò il diritto alla Bollettieri
di Luca Marianantoni | 08 dicembre 2022
Alla Nick Bollettieri Tennis Academy sono cresciuti gran parte dei campioni che hanno segnato la storia del tennis dalla fine degli Anni 80 in avanti. I primi nomi a venire in mente sono Andre Agassi, Jim Courier e Monica Seles, tutti numeri 1 del mondo, tutti pluricampioni Slam e leggende del tennis. La sfilza prosegue perché, anche per brevi periodi, dalle mani di Nick Bollettieri, che amava allenare i suoi ragazzi a torso nudo con indosso solo i pantaloncini, sono passati, seguendo l'ordine scelto dal guru nella sua autobiografia "Changing the game" (edito da New Chapter Publisher, 2014), Tommy Haas, Anna Kournikova, Mary Pierce, Boris Becker, Marcelo Rios, Jelena Jankovic, Maria Sharapova, Martina Hingis, le sorelle Williams e tanti altri.
Nick non era stato un giocatore di tennis ma, dopo aver abbandonato gli studi in legge a Miami, aveva intuito che un modo per fare soldi sarebbe stato quello di allenare e creare campioni di tennis nell'epoca del boom assoluto, quando gli Stati Uniti riuscivano a produrre 30-40 giocatori top 100 all'anno.
L'impresa non fu semplice: aveva plasmato a metà Anni 70 un giocatore come Brian Gottfried (finalista al Roland Garros e numero 3 del mondo), ma Nick non si sarebbe mai accontentato di fare il coach di uno o due giocatori, voleva fondare una scuola tennis con decine e decine di campi per farla diventare l'Accademia più grande e famosa del mondo.
La scommessa partì quando all'inizio degli Anni 80, Nick Bollettieri trovò i finanziatori del progetto e incontrò un giocatore di nome Jimmy Arias. Jimmy era nato nel 1964 a Buffalo ed era figlio di un migrante spagnolo che era scappato dalla guerra civile. Papà Antonio regalò al figlio una racchetta da tennis e lo mandò a lezione. L'intuizione che avrebbe cambiato la vita a Bollettieri arrivò proprio da Antonio. Seguendo il figlio a giro per l'America a raccogliere titoli juniores in ogni categoria, papà Arias, contravvenendo ai suggerimenti dei maestri, aveva convinto Jimmy a lasciare andare il braccio dopo l'esecuzione del diritto, per non togliere spinta, potenza e velocità alla palla. Il tutto cercando di anticipare il più possibile il colpo e cercando di schiacciare la palla dall'alto verso il basso.
Papà Arias non si accontentava dei titoli junior, voleva che suo figlio diventasse un campione e così inviò Jimmy a Sarasota per conoscere tale Nick Bollettieri, un manager che stava aprendo la sua Accademia. La "NBTA" non era ancora pronta ma Bollettieri fu folgorato dal ragazzo e decise di ospitarlo a casa sua. "Rimanemmo tutti stupiti - dichiarò Bollettieri - perché Jimmy volava e poco prima dell'impatto con la palla saltava in aria spostando tutto il peso del suo corpo sul diritto, accompagnando il movimento con un rapido e poderoso movimento della spalla. Tutti gli altri giocatori colpivano di dritto, Jimmy invece smashava dal fondo". In poco tempo il diritto eseguito da Arias divenne il diritto alla Bollettieri".
Arias diventò un buon giocatore, ma non riuscì a costruirsi una carriera da immortale. Vinse gli Internazionali d'Italia del 1983 battendo in finale José Higueras, trionfò in altri 4 tornei Atp (Tokyo 1982, Firenze, Indianapolis e Palermo 1983), arrivò fino al numero 5 del mondo nel 1984 (dietro McEnroe, Lendl, Connors e Wilander) e negli Slam fece la semifinale all'Open degli Stati Uniti del 1983, i quarti di finale al Roland Garros 1984 e gli ottavi a Wimbledon sempre nel 1984. A penalizzarlo fu un fisico piuttosto minuto (1.75 m) e un tennis che stava per diventare sempre più muscolare.
Ma Jimmy e suo padre contribuirono non poco alla formazione dei campioni immortali che di lì a poco sarebbero stati sfornati dalla Nick Bollettieri Tennis Academy, primi fra tutti Jim Courier, Andre Agassi e Monica Seles.