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Passione Nitto ATP Finals: Sinner e Zverev, la svolta a Torino

La prima edizione italiana delle Nitto ATP Finals incorona il tedesco Zverev. L'altoatesino Jannik Sinner mostra il suo lato più coinvolgente e trascina i tifosi, come farà poi al Pala Alpitour anche in Coppa Davis

di | 29 dicembre 2021

La staffetta che nessun tifoso avrebbe voluto vedere. Verso le cinque di pomeriggio di martedì 18 novembre Matteo Berrettini conferma a Jannik Sinner che non giocherà la seconda partita alle Nitto ATP Finals. La prima edizione del torneo in Italia, a Torino, diventa anche la prima con due italiani in campo in singolare.

Il numero 1 azzurro, che a lungo ha sognato questo momento e si è regalato una lunga visita al museo egizio prima di esordire contro Alexander Zverev, è uscito in lacrime per un infortunio agli addominali. Il suo messaggio al giovane Jannik, di cui è ottimo amico, è un invito affettuoso e puntuale: scaldati e divertiti. 

Dentro il Pala Alpitour trasformato per l'occasione per il tennis, con le luci blu per mantenere la confezione dell'evento simile alla grammatica visiva del decennio alla O2 di Londra, l'atmosfera per la prima di Sinner cambia. Jannik sposta gli entusiasmi, crea un abbraccio di passione e di energia che stravolge l'edizione più giovane delle Nitto ATP Finals dal 2009.

Padri e figli lo aspettano per gli allenamenti, per un selfie o un autografo. C'è anche chi lo vorrebbe attaccante della nazionale di calcio di Roberto Mancini e lo scrive su uno dei più simpatici striscioni esposti al Pala Alpitour. L'astronave di Torino da cui si può vedere e quasi toccare lo stadio Grande Torino dove batte il cuore granata si accende. La sfida contro Hurkacz, debutto assoluto di Sinner alle Finals, sembra una sfida di Coppa Davis, tutta cori e bandiere.

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Sinner, nato per il palcoscenico, tira fuori un lato di sé finora riservato alle occasioni meno formali. "Jannik è un ragazzo che ama questo sport e si diverte a giocarlo - ha detto Riccardo Piatti alla Stampa durante le Finals -. Il pubblico gli piace talmente tanto che a Madrid quando l'hanno messo sul 2 per la tv mi ha rotto le scatole perché non c'era pubblico". 

A Torino Sinner cerca l'applauso, l'interazione, si sbraccia, si gode l'energia che arriva dai tifosi. Succede anche dopo aver perso 6-0 il primo set contro Daniil Medvedev, l'uomo che ha rovinato la festa di Novak Djokovic a New York. Nemmeno in quel momento ha avuto paura. "Quella la provavo quando scendevo su un paio di sci da una montagna, lì se sbagli e cadi ti fai male. Qui al massimo ti possono prendere a pallate" ha detto dopo il match.

Sciolta la tensione, contro un avversario già qualificato alle semifinali, Sinner cambia ancora lo scenario. La sfida, tecnicamente una delle migliori del torneo, può diventare un punto di svolta. 

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"Dopo che ha perso il primo set 6-0, sapevo che ci sarebbe stata una reazione, anche se l’altro era il n.2 del mondo ed eravamo alle Nitto ATP Finals - ha detto Riccardo Piatti nell'intervista a Enzo Anderloni che abbiamo pubblicato a Santo Stefano -. Per questo ripeto sempre che lui ha bisogno di tempo, ha bisogno di giocare partite e di perdere: perché impara sempre di più. Lui impara di più quando perde. Quando vince, come contro Hurkacz a Torino, uno dice: ok, lo vedo tutti giorni in allenamento giocare bene come contro Hurkacz. Quello è il suo livello normale”.

Aver compreso in maniera lampante contro Medvedev che quel suo livello normale gli consente di pensare di batteree i migliori del mondo è una base su cui costruire un 2022 in cui confermare lo status di Top 10 e avviarsi verso orizzonti ancora più grandi.

La prima volta alle Nitto ATP Finals serve a Sinner quanto a Torino, che abbracciato l'evento anche nel salotto buono di piazza San Carlo cornice del Fan Village. 

Se le Olimpiadi del 2006 hanno portato l'arco rosso del Lingotto e i celebri e discussi "gianduiotti" di Giugiaro in piazza Solferino, stavolta un campo di dimensioni ridotte e gli stand degli sponsor abbracciano gli spazi fra il cavallo di bronzo e il Caffè Torino. Qui gli otto qualificati hanno sfilato sotto i portici per la foto ufficiale di apertura del torneo, come un gruppo di turisti normali tra jeans e giubbotti casual. 

Il tennis invade le vetrine dei negozi, campeggia con l'enorme immagine di Berrettini affacciata su piazza San Carlo, diventa arte. A Camera il fotografo inglese Martin Parr espone i suoi scatti ironici, il suo sguardo diagonale sul tennis attraverso i tifosi immortalati frequentando i quattro tornei dello Slam dal 2014. Il Museo Accorsi-Ometto espone su via Po una serie di oggetti d'epoca compreso un piatto in maiolica di fine Settecento che rappresenta una delle pochissime iconografie rimaste su ceramica del gioco della pallacorda.

Le Nitto ATP Finals a Torino, dichiara il presidente della Federazione Italiana Tennis Angelo Binaghi, sono "la tempesta perfetta", degna consacrazione tennistica di questo 2021, un anno fra i più memorabili nell'intera storia dello sport italiano. "Per Torino e per il Piemonte la manifestazione scatenerà lo stesso effetto positivo dei Giochi 2006 E pensare che non avremmo mai creduto di aggiudicarci le finali per cinque anni di fila". Un successo maturato durante la pandemia, ha aggiunto, grazie al "Sistema Torino e al Sistema Piemonte che hanno funzionato alla grande. Federazione, istituzioni pubbliche e partner privati hanno dimostrato che cosa significhi lavorare tutti insieme per raggiungere un unico obiettivo". 

La Torino città aperta alla cultura e allo sport, che nel 2022 ospiterà anche l'Eurofestival sull'onda lunga del successo globale dei Maneskin, ha finito per incoronare Alexander Zverev.

Il tedesco, capace dalle Olimpiadi di Tokyo in poi di mostrare il suo gioco migliore quando più veniva messa in discussione la sua condotta personale fuori dal campo, ha eliminato il numero 1 del mondo Novak Djokovic e riscattato in finale contro Medvedev la sconfitta nel girone in uno dei match più belli della stagione. 

Zverev è il quarto giocatore nella storia capace di vincere le ATP Finals sconfiggendo tra semifinale e finale i primi due giocatori del mondo dopo Ivan Lendl (1982), Stefan Edberg (1989) e Andre Agassi (1990).

“È qualcosa di speciale, sono super emozionato e felice adesso” ha detto Zverev, già campione alle Finals nel 2018. "In Italia i tifosi sono speciali, non c'è un pubblico che ti dia più energia" ha detto, "non vedo l’ora di tornare a giocare qui. Amo tantissimo l’Italia e spero che resti sempre così appassionata al tennis”. 

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