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Il padre, Ugo Pigato, è stato numero 164 Atp di doppio sul finire degli anni Ottanta. La figlia, Lisa, sta per compiere 19 anni ed è già numero 196 Wta della specialità, dopo aver vinto due tornei da 60 mila dollari consecutivi, a Roma e a Brescia. Ma l'obiettivo è salire anche in singolare
10 giugno 2022
Il padre, Ugo Pigato, è stato numero 164 Atp di doppio sul finire degli anni Ottanta. La figlia, Lisa, sta per compiere 19 anni ed è già numero 196 Wta della specialità, dopo aver vinto due tornei da 60 mila dollari consecutivi, a Roma e a Brescia. Non solo: la giovane bergamasca, che è una delle migliori speranze del tennis italiano al femminile, è già la numero 4 d'Italia nella gara di coppia ed è addirittura sul podio a livello mondiale se parliamo di Under 19. Insomma, il sorpasso al genitore è non solo possibile, ma quasi certo. Con una scommessa in famiglia a mettere pepe.
“Tempo fa, scherzando – spiega Ugo, ex professionista, 373 in singolare come best ranking – ho detto a Lisa che le avrei regalato mille euro nel caso avesse superato i miei record personali entro il 2022. Sia in singolare (dove è 401, ndr), sia in doppio, ormai è vicina, ma sarei molto felice di perdere questa scommessa. Quando si vedono i figli fare progressi del genere, è solo un piacere”.
Intanto Lisa, la 'piccola' di famiglia (dove c'è anche Giorgia, oggi in Florida per giocare a tennis e studiare) sta bruciando le tappe, con il doppio che le sta dando una bella spinta di fiducia per far bene anche in singolare. Nel 2020, insieme alla pugliese Eleonora Alvisi, aveva conquistato addirittura il trofeo del Roland Garros tra le Under 18, al termine di un evento che le due italiane non avrebbero nemmeno dovuto disputare. Poi, da professionista, ha vinto quattro trofei nella specialità con tre compagne diverse, tra cui le azzurre Matilde Paoletti e Nuria Brancaccio.
“Per me – spiega la 18enne orobica di base a Milano – avere a fianco un'amica è fondamentale. Certo dobbiamo completarci tecnicamente, ma il rapporto umano è determinante nella buona riuscita di una coppia di doppio. Con Eleonora, Matilde e Nuria, ci aiutiamo a vicenda, ci sosteniamo quando siamo un po' giù, ci troviamo a nostro agio e ci frequentiamo anche fuori dal campo. Così poi giocare è più semplice, vincere è più bello”.
Eleonora Alvisi e Lisa Pigato (foto Fioriti)
Non si tratta di un ripiego, per essere chiari, bensì di un progetto ben preciso che punta all'esperienza del doppio per fare progressi anche in singolare. E basta ricordare Roberta Vinci, in un passato recente, per capire quanto conti giocare in coppia per diventare grandi anche in singolare. “L'idea del doppio – continua Lisa – è nata un po' per caso e certamente con l'intenzione di lavorare più possibile sui colpi di inizio gioco, quindi servizio e risposta. Ma poi vincendo ci si appassiona... (ride, ndr). Ovvio che quando si inizia un torneo si vada per arrivare in fondo, per alzare il trofeo, ma devo fare in modo di applicare in singolare gli insegnamenti del doppio”.
“Sta già cominciando a farlo in effetti – interviene papà Ugo – ma ancora non riesce ad applicare questa idea con continuità. Però i miglioramenti ci sono. Il punto è che potrebbe fare di più, prendendo addirittura degli schemi che applica bene in doppio e adattandoli al singolare”.
“Il fatto è – risponde Lisa – che in coppia mi sento più libera, più tranquilla. Non c'è quella tensione che avverto in singolare. Anche se è un aspetto su cui stiamo lavorando parecchio e sul quale senza dubbio posso dire di aver fatto dei progressi importanti. Oggi, sia in campo sia fuori, sono più professionale, dunque anche l'approccio verso la partita è cambiato. Una sconfitta non è la fine del mondo e il torneo successivo resta la migliore motivazione per tornare in campo ad allenarmi”.
Ecco, i tornei. Lo scorso anno a Parma, nel Wta sbucato dalle incertezze della pandemia, Lisa si prese il main draw battendo una che oggi è numero 28 Wta, la russa d'Italia Liudmila Samsonova. Poi in tabellone giocò contro la regina Serena Williams, perdendo in due set ma ricevendo i complimenti della vincitrice di 23 Slam.
“Adesso posso dire che quell'esperienza – chiude Lisa – mi ha condizionato più in negativo che in positivo. Certo, non la dimenticherò, ma dopo quel torneo sembrava tutto facile. Invece ho imparato a mie spese che anche quando arrivi a un certo livello non c'è nulla di scontato. E che giocare bene un giorno non significa nulla. Bisogna vincere anche quando non si è al top, perché le giornate davvero buone in un anno sono poche. Adesso l'ho capito e anche da questo passerà la mia crescita”.
Orgoglioso papà Ugo, che ascolta e annuisce: “Sembrerà strano – dice – ma non mi capita così spesso di parlare di tennis con Lisa, visto che a seguirla nei tornei c'è sempre il suo coach, che è Giacomo Oradini. Ma ascoltarla dire queste cose mi dimostra che siamo sulla strada giusta, che è maturata e sa quello che vuole”. In sostanza, è pronto per pagare la scommessa.
Lisa Pigato (foto Fioriti)
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