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Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas, con la finale raggiunta a Parigi, si sono garantiti (anche se non matematicamente) l'approdo a Torino. Ma dietro di loro sarà battaglia aperta. Con gli azzurrini che non staranno a guardare: sono in 5 tra i primi 24 della Race...
di Cristian Sonzogni | 15 giugno 2021
Per avere delle certezze matematiche è ancora troppo presto. Ma quando la stagione si è già lasciata alle spalle i primi due Slam (e quattro Masters 1000 su nove), ci sono già un paio di giocatori che possono ragionevolmente prenotare i biglietti aerei per Torino, per giocare la prima edizione italiana delle Nitto Atp Finals, in calendario dal 14 al 21 novembre.
Grazie alla finale raggiunta a Parigi, Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas hanno rafforzato la loro leadership in vetta alla Race, scambiandosi però le posizioni: adesso è il serbo a condurre, il primo a superare quota 5000 punti, abbondantemente sufficienti negli anni passati per garantirsi il posto nel torneo dei tornei. Il greco, del resto, è poco lontano, a quota 4560. La coppia d'oro dell'ultimo Roland Garros lascia tutti gli altri in seconda fila, ma proprio dietro di loro si accende la bagarre e comincia il bello.
Intanto, iniziamo col dire che quest'anno più che mai – fatta eccezione per Djokovic – potrebbe esserci un equilibrio difficile da spezzare nelle prime 15-20 posizioni della classifica. Al momento, Alexander Zverev e Rafael Nadal sembrano a un passo dalla qualificazione per Torino: entrambi sono vicini a quota 3000 punti e con quella cifra, in epoca recente, in pochi sono rimasti esclusi.
Appena più indietro, la coppia russa formata da Daniil Medvedev e Andrey Rublev, che dalla loro hanno la conclusione della stagione dei grandi eventi su terra e l'inizio delle prove che contano sul veloce, il terreno sul quale i due moscoviti trapiantati in Europa possono rendere al meglio.
Ma da Matteo Berrettini in giù, tutto può ancora succedere, e teniamo conto che al numero 27 troviamo – appaiati – Denis Shapovalov e Dominic Thiem, mentre Roger Federer è appena dentro ai 100 (numero 98). Situazioni limite, che tuttavia testimoniano un dato fondamentale: l'incertezza sugli ultimi qualificati sarà probabilmente destinata a durare a lungo.
Numeri che contano il giusto, adesso, ma che servono per farsi un'idea di quello che ci attende nei prossimi mesi: una straordinaria battaglia, settimana dopo settimana, che ci porterà fino alla kermesse di novembre. Una battaglia che vivrà i momenti clou nei due Slam che mancano, Wimbledon e Us Open, ma che poi come al solito si svilupperà pure nei tornei di prestigio inferiore.
Perché quando ci sono in ballo i punti per quello che una volta si chiamava Masters, nessuno rinuncia a cuor leggero. Questioni economiche? Certo, forse. Ma soprattutto la motivazione arriva dal prestigio. Dopo gli Slam, o meglio insieme ai Major, le Atp Finals rappresentano ormai il sogno e l'obiettivo di chiunque, campionissimi compresi. E per qualcuno – leggi Rafael Nadal – c'è anche la motivazione extra di non essere mai riuscito ad alzare quel trofeo, quello che elegge il maestro dei maestri.
In tutto questo, fa un certa impressione vedere le posizioni degli italiani. Molto meglio che dal ranking Atp, ancora congelato per via della pandemia, la forza del movimento tricolore si nota dalla Race. Al momento troviamo Matteo Berrettini numero 7, Jannik Sinner numero 9, Lorenzo Sonego numero 17, Lorenzo Musetti numero 21 e Fabio Fognini numero 24. Roba da stropicciarsi gli occhi, roba da non credere. E invece è tutto vero.
Se Berrettini le Atp Finals le ha già giocate e si trova in ottima posizione per ritornarci, se Fognini le ha sfiorate negli anni scorsi, sarebbe clamoroso un ingresso di chiunque degli altri tre. Sinner e Musetti, dovessero farcela, andrebbero a segnare un primato di precocità straordinario, mentre Sonego sarebbe uno dei pochi giocatori della storia in grado di giocare le Finals nella sua città. L'ultimo a riuscire nell'impresa fu Vitas Gerulaitis a New York nel 1984, quando però i qualificati erano 12 e non 8.
Sognare non costa nulla, ed è altrettanto chiaro che nello sport non ci si debba mai accontentare. Tuttavia, se anche solo uno dei nostri campioni in corso fosse in grado di agguantare le Nitto Atp Finals alla prima edizione in quel di Torino, si tratterebbe di un premio che andrebbe indirettamente a tutto il movimento.
Un premio che in realtà sarebbe solo un inizio: avanti di questo passo, a vedere gli azzurri nel torneo di fine stagione ci potremmo persino abituare. Poi, fra un po', esserci non ci basterà nemmeno più, dovremo puntare a qualcosa di più importante. Ma quella sarà un'altra storia, che non vediamo l'ora di poter scrivere.
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