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Leo Borg ha vinto la sua prima partita al Roland Garros junior, nel quarantesimo anniversario dell'ultimo successo a Parigi di papà Bjorn
di Alessandro Mastroluca | 08 giugno 2021
Lo sport ha modi tutti suoi per seminare il presente di indizi e premonizioni. Lo sa bene Leo Borg, che sul campo 14 ha vinto la sua prima partita junior in carriera al Roland Garros.
Figlio della leggenda Bjorn, Leo ha 18 anni. Per gli standard del tennis junior, si può dire che sia esploso tardi. Ma ha preso il tennis seriamente, ha raccontato, solo da teenager. "E' stata una grande esperienza, è straordinario che sia riuscito a trovare un modo per giocare il mio tennis e per vincere" ha detto.
La somiglianza con il padre è innegabile. E su questa ha anche giocato. Nel match vinto 3-6 6-3 6-4 contro il francese Max Westphal, infatti, è sceso in campo con una divisa Fila che i più nostalgici fra i presenti avranno ricordato indosso a papà Bjorn.
Da piccolo, ha dichiarato come riporta ESPN, non è stato facile abituarsi alla presenza di persone che lo seguivano fuori dai campi dove giocava. "Mi ci sono dovuto abituare, continueranno a seguirmi per tutta la mia carriera tennistica. "Non mi disturbano più, mi concentro solo sul mio tennis e sul mio obiettivo".
La prima vittoria di Borg junior è arrivata il 7 giugno 2021, in un giorno non casuale. Esattamente quarant'anni prima, il 7 giugno 1981, Borg senior trionfava al Roland Garros in quella che sarebbe passata alla storia come l'ultima partita della sua carriera nel torneo.
Borg, battuto solo da Adriano Panatta in carriera al Roland Garros, non aveva vissuto una grande stagione nel 1981 fino all'esordio a Parigi. A Montecarlo, nell'ultimo torneo prima di scendere in campo alla Porte d'Auteuil, aveva perso al primo turno. Ma dopo due settimane di duro allenamento, si dichiara pronto per vincere il titolo.
La valutazione si rivelerà corretta. "E' di un'altro pianeta, non so come altri giocatori riescano a vincere dei game con lui" ha ammesso sconfortato lo statunitense Terry Moore, battuto negli ottavi 6-0 6-0 6-1. "Ogni palla che giocava era alta, profonda, e sembrava anche annoiato" ha aggiunto.
In finale, ha incontrato Ivan Lendl che ha trascinato il confronto al quinto set. In quei momenti, diceva Borg, "può vincere chiunque. Io so di essere pronto a dare tutto, a scambiare per tutto il tempo che serve e a non regalare occasioni".
Quel giorno a battere Lendl 6-1 4-6 6-2 3-6 6-1 e ad alzare per la sesta volta la Coppa dei Moschettieri. Negli ultimi anni, il giocatore che più è stato accostato allo svedese, per livello di superiorità espressa sulla terra battuta, resta Rafa Nadal.
E' un altro punto di contatto fra le generazioni. Leo Borg, infatti, si è allenato per tre settimane all'accademia del maiorchino prima di tornare al Royal Tennis Club di Stoccolma, dove lavora il coach che lo segue fin da bambino, Rickard Billing.
Il padre Bjorn ha scelto un ruolo da genitore non invasivo, nonostante il suo passato. Nessuna interferenza, dunque, con l'allenatore. "Il miglior consiglio che mi ha dato è di organizzare tutto nella vita" ha detto Leo che affronterà al prossimo turno Max Hans Rehberg.
Il suo obiettivo di lungo periodo è arrivare in Top 10. Quello più immediato è di rimanere in tabellone almeno fino a giovedì, quando arriverà il padre che da sempre gli racconta quanto sia straordinario il Roland Garros.