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Le idee, i campioni, le sorprese, il wheelchair: perché Rotterdam vale più di un 500

Rotterdam, Atp 500, è un torneo variegato come la città che lo ospita. E come gli olandesi che la vivono. Nessun giocatore, dalla prima edizione del 1974 in poi, è riuscito a conquistare il titolo più di tre volte. L'unico a compiere l'impresa è stato Sua Maestà Roger Federer...

15 febbraio 2023

Rotterdam, Atp 500, è un torneo variegato come la città che lo ospita. E come gli olandesi che la vivono. Nessun giocatore, dalla prima edizione del 1974 in poi, è riuscito a conquistare il titolo più di tre volte. L'unico a compiere l'impresa è stato Sua Maestà Roger Federer. Alle sue spalle tutti gli altri, con al massimo due trofei. Rotterdam è un torneo democratico e vivace, incerto e attraente. Lo sta diventando sempre di più, negli ultimi anni, grazie anche alla spinta di uno che quel torneo lo ha vinto, Richard Krajicek, ex campione di Wimbledon e oggi direttore dell'evento più importante d'Olanda. Magari non un 1000 in miniatura, ma forse una sorta di 750, se esistesse questa categoria.

L'ALBO D'ORO

Per capire quanto questo appuntamento di fine inverno sia entrato fra i classici del circuito, pur senza avere lo status di Slam o Masters 1000, basta dare un'occhiata al suo albo d'oro, come sempre la migliore controprova del valore di una manifestazione. Ebbene, a parte Federer, ci troviamo Andy Murray, Stan Wawrinka, Juan Martin del Potro, Lleyton Hewitt. Più indietro nel tempo, ecco personaggi come Kafelnikov, Ivanisevic, Stich, Becker, Edberg, Mecir, Connors, Borg, Ashe. Serve altro?

Rotterdam story: da Krajicek a Federer

GLI ITALIANI

Forse sì, serve un tocco di italianità. E anche in questo caso non siamo carenti. Nel 1991, a trionfare sul campo indoor di Rotterdam fu Omar Camporese, capace di infilzare coi suoi diritti a 200 all'ora un peso massimo come Ivan Lendl. Restò il trionfo più prestigioso della carriera del bolognese e l'unico sigillo azzurro nella città architettonicamente più bizzarra d'Europa. Ma ci sono altri episodi che collegano Rotterdam all'Italia: su tutti, l'unico confronto diretto (su nove) vinto da Andreas Seppi contro Rafael Nadal. Era il 2008, Rafa era la prima testa di serie e Andreas (che festeggiò degnamente il compleanno) sarebbe diventato di lì a poco numero 1 del movimento tricolore.

LE SORPRESE

Camporese fu una sorpresa, in quel 1991. Ma non è l'unica che spunta nell'albo d'oro del torneo. Fra i pochi non top 10 che hanno alzato il trofeo c'è lo svizzero Heinz Gunthardt (vincitore nel 1980 su Gene Mayer), ma pure l'idolo di casa Jan Siemerink (1998, su Thomas Johansson) e il francese Nicolas Escudé, autore addirittura di una doppietta fra 2001 e 2002, con gli scalpi di Federer e Henman a fare bella mostra nelle finali. Il successo più clamoroso, tuttavia, rimane quello di Maksim Nikolaevic Mirnyi, detto 'The Beast': era il 2003 e il bielorusso raccolse il suo unico titolo in singolare centrando la settimana perfetta: fatti fuori Ancic, Ljubicic, Kafelnikov e Federer, trovò come 'regalo' nell'ultimo atto il morbido olandese di Rotterdam Raemon Sluiter, spazzato via dal servizio bomba della Bestia.

LA CITTÀ

Il torneo si gioca da sempre alla Ahoy Arena, complesso inaugurato nel 1950 e poi rimodernato, fino a toccare una capienza di oltre 16 mila posti. Un luogo che ospita sport e concerti, e che si è rivelato la casa ideale dell'evento. Il tutto in una città che è da sempre all'avanguardia nel mondo per le idee, se non per la bellezza. Rotterdam non è per tutti: le sue case cubiche sono diventate un'attrazione e un'installazione di arte moderna, ma in realtà l'eccentricità sta ad ogni passo di un luogo in gran parte ricostruito al termine della Seconda Guerra Mondiale dopo i bombardamenti tedeschi. Rotterdam è anche il più grande porto commerciale d'Europa, e come tale è luogo d'incontro e di incroci.

IL WHEELCHAIR TENNIS

Da sempre avanti a tutti in campo sociale, l'Olanda si distingue in modo particolare per l'attenzione che riserva a coloro che devono muoversi in carrozzina: niente barriere architettoniche, niente barriere di nessun tipo.

Il torneo segue l'esempio della città, visto che ogni anno – accanto all'evento Atp – viene organizzato quello che nel mondo del Wheelchair tennis definiscono il quinto Slam: a dirigere l'evento indoor più importante del mondo c'è Esther Vergeer, icona della disciplina e sette volte campionessa paralimpica.

Un torneo che – come eventi collaterali – prevede anche la possibilità per i normodotati di sperimentare il tennis su sedia a rotelle. Un'altra delle idee che rendono speciale Rotterdam.

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