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Casper Ruud proverà a rovinare la festa di Novak Djokovic che aspira al record di sei titoli alle Nitto ATP Finals
di Alessandro Mastroluca, da Torino | 19 novembre 2022
"Se una partita indoor dipendesse la mia vita, la farei giocare a Novak Djokovic". Quando ha parlato così a Eurosport questa settimana, non immaginava di doverlo battere in finale alle Nitto ATP Finals per conquistare il più prestigioso traguardo in carriera. In una stagione di prime volte, in cui ha perso la prima finale in un Masters 1000 e le prime due in uno Slam, Casper Ruud giocherà anche la prima alle Finals grazie al 62 64 su Andrey Rublev, che in carriera aveva sconfitto solo l'anno scorso a Torino alle Finals togliendogli il posto in semifinale.
"Andrey mi ha battuto pesantemente un paio di volte, oggi è stata un po' una rivincita - ha detto Ruud -. E non avevamo più giocato dopo la partita dell'anno scorso. Non voglio esagerare, ma penso che a Torino contro di lui le cose mi vadano bene".
La partita non ha avuto storia se non per i primi quattro game. Rublev ha perso il servizio da 40-15 nel quinto, Ruud ha vinto sette game di fila e arginato la tardiva reazione del moscovita che ha accorciato da 1-5 a 4-5 nel secondo set. "Qualche volta quando le cose vanno bene, o quasi troppo bene, magari cominci a pensare che puoi mandare la pallina dove vuoi, ti monti la testa. Non penso mi sia successo questo, però. Quando ho servito per il match la prima volta Andrey ha risposto alla grande, sempre aggressivo con il diritto. Io ho esitato un po', è vero. ma sapevo di avere due break di vantaggio per cui non mi sono fatto troppi problemi".
Il norvegese, che abitualmente si allena all'accademia di Rafa Nadal, aspira per una volta a provare il potere di Jep Gambardella, il protagonista del film premio Oscar "La Grande Bellezza" con il volto di Toni Servillo. Ovvero, quello di far fallire le feste. Non è riuscito a esercitarlo a Miami né allo US Open contro Carlos Alcaraz, a New York peraltro con il primo Slam e il posto di numero 1 del mondo in palio per entrambi. Non ci è riuscito al Roland Garros, nella sua prima finale Slam, ma la missione era praticamente impossibile contro l'idolo Nadal, il più vincente e titolato di sempre alla Porte d'Auteuil.
Ruud può riprovarci contro Djokovic ma nei tre precedenti confronti diretti, infatti, non ha vinto nemmeno un set.
"Non credo che molti avrebbero pensato di vedermi in finale domani, ma credere in se stessi è importanti. E' un traguardo incredibile per me, spero di poter tirar fuori un po' del mio tennis migliore - ha detto a caldo dopo la partita -. Negli ultimi 12 mesi ho iniziato a credere sempre di più di poter stare a questo livello, di poter battere i top player. Servizio e rovescio sono migliorati tanto nell'ultimo anno. Sono contento che il lavoro duro stia pagando".
Primo scandinavo in finale alle Nitto ATP Finals dopo lo svedese Stefan Edberg nel 1990, Ruud avrà bisogno della partita perfetta con i colpi di inizio gioco.
Secondo i Leaderboard dell'ATP, indicatori che misurano l'efficienza nelle diverse dimensioni del gioco, la vera differenza Djokovic la fa in risposta. E' infatti il terzo miglior giocatore in risposta nelle ultime 52 settimane, Ruud invece è soltanto 43mo. Il serbo figura in Top 10 anche nelle altre due classifiche, che misurano il rendimento al servizio e nelle situazioni di pressione come set decisivi o tie-break. Ruud, sempre dietro al serbo e in Top 10 solo per quanto riguarda l'efficacia del servizio, non si nasconde le difficoltà della sfida.
"Djokovic è un giocatore praticamente senza punti deboli - ha detto dopo la partita -, ma è umano anche lui. Ha avuto una stagione straordinaria, però due settimane fa è stato battuto da Rune in finale a Parigi-Bercy. Neanche lui gioca finali così tutti i giorni, sentirà un po' di pressione anche lui. In palio c'è tanto. Potrei finire davanti a lui in classifica, ma chiaramente non sono favorito. Lui ha vinto cinque volte questo torneo e l'ho visto sempre in televisione".
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