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Sinner dimostra grandi capacità di resilienza. Resiste agli urti senza spezzarsi. Nemmeno il caldo estremo e i colpi potenti di Khachanov lo piegano. Il match su SuperTennis alle 8 e alle 13
di Alessandro Mastroluca | 29 marzo 2021
Due anni fa, quando il Masters 1000 di Miami si giocava per l'ultima volta prima della pandemia, Jannik Sinner non era nemmeno tra i primi 300 della classifica mondiale. Oggi l'Hard Rock Stadium, l'impianto dove gioca la locale squadra di football NFL in cui è stata ricavata la nuova sede del torneo, si appassiona al giovane azzurro.
Sinner è numero 31 del mondo, gioca per la quarta volta un Masters 1000 ed è già testa di serie. E con quella testa, può fare quel che vuole. Anche conquistare il suo primo ottavo di finale in questa categoria di tornei dopo quasi tre ore di battaglia contro Karen Khachanov, sconfitto 4-6 7-6 6-4. "Giocare a tennis è quel che amo di più fare" ha detto l'azzurro dopo il match. "Stare anche cinque ore su un campo è un onore e un piacere, perché so di essere un privilegiato. Posso vivere giocando a tennis mentre ci sono persone che non possono nemmeno permettersi una racchetta".
Una sfida emozionante che esalta Sinner come manifesto della resilienza. Il termine definisce la proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi. Il materiale di cui è fatto Sinner ce l'ha eccome. E' lo stesso materiale di cui sono fatti i sogni. Rivedere per credere. La partita, infatti, è in differita integrale su SuperTennis alle 8 e alle 13.
Di urti ne ha dovuti sopportare parecchi, a partire dai servizi e dalle pesanti accelerazioni di dritto del russo che ha impostato il braccio di ferro da dietro sulla ricerca della massima potenza sempre e comunque. Una partita brutale in condizioni estreme, sotto un sole che dà alla testa. Sinner si avvolge nell'asciugamano ripieno di ghiaccio, ma appare provato nel fisico. Piegato sì, ma non spezzato. Nemmeno dopo aver perso un primo set durato oltre un'ora in cui ha ottenuto molto poco con la prima di servizio.
Sinner di avere la stoffa del campione in divenire. E' rapido ad adattarsi alle situazioni, estremamente duttile quando si tratta di variare i dettagli del piano di gioco se le condizioni non consentono di restare fedele alla teoria prestabilita.
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Sinner di avere la stoffa del campione in divenire. E' rapido ad adattarsi alle situazioni, estremamente duttile quando si tratta di variare i dettagli del piano di gioco se le condizioni non consentono di restare fedele alla teoria prestabilita.
"Come si cambia per non perdere" sembra il suo motto. Gioca la sua mano al meglio con le carte che ha, l'azzurro. Cerca di verticalizzare di più, di sfruttare maggiormente il contropiede sul lato del dritto in un secondo set più lineare senza break o colpi di scena. Al tiebreak, il suo rifiuto della sconfitta emerge con forza. Khachanov, a pochi punti dalla vittoria, dimostra ancora una volta che in lotta si smarrisce, che è fatto di un'altra pasta, meno malleabile.
Nel terzo set Sinner accelera ancora, e nel vederlo spingere e scattare più che a inizio match sembra di risentire il famoso autoritratto di Marco Pantani: "Corro forte in salita per accorciare l'agonia". Si concede anche uno scatto da sprinter con annessa controsmorzata in diagonale difficile anche solo da pensare dopo due ore e tre quarti di match.
Vincere così aiuta a vincere. Vincere così è una lezione all'università del tennis. E' un passo nemmeno troppo piccolo verso un grande traguardo. Con la certezza che ogni passo avanti è un passo in meno.
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