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Jannik Sinner arriva a venti set vinti di fila indoor e raggiunge il decimo quarto di finale stagionale. Ha dominato Novak e firmato la quarta vittoria di fila senza mai perdere il servizio
di Alessandro Mastroluca | 29 ottobre 2021
Una vittoria senza storia, quella di Jannik Sinner sull'austriaco Dennis Novak all'ATP 500 di Vienna. Una vittoria che contiene molte storie e altre è destinata a produrne. Il duello con Casper Ruud non vale solo la semifinale, ma mette in palio anche un possibile ingresso in Top 10 e un pezzo di qualificazione per le Nitto ATP Finals.
Nel 64 62 che vale il decimo quarto di finale stagionale (7-2 il bilancio) c'è la cura dell'artigiano Riccardo Piatti, che ha individuato in Sinner il prototipo del giocatore moderno quando l'altoatesino era solo un progetto. E a quel progetto ha dato forma, con un team ampio e un lavoro di lungo periodo, agevolato dall'intesa con la mentalità del giovane Jannik, già naturalmente portato a viaggiare sulle stesse frequenze.
C'è la storia di Sinner, di questo ventenne normale che compie imprese eccezionali. Un ragazzo che non fa notizia per comportamenti fuori dalle righe, flirt da copertina, look vistosi, eccentricità assortite. Lavora per sottrazione, si alleggerisce di quello che non serve perché il campo possa raccontare la sua verità. E la verità è apparsa chiara a tutti, anche a chi ha raccontato il match per la tv dell'ATP e dal secondo set ha iniziato a chiamarlo Jannik Djokovic.
Nel modo di condurre la partita contro Novak c'è tutta l'evoluzione di Jannik dalla promessa alla realizzazione. Sinner l'impaziente, che si infastidisce se qualcosa non gli riesce bene presto, ha imparato a canalizzare l'ambizione e non volere tutto e subito.
Ha accettato di limare i pezzi del suo puzzle aspettando che l'incastro rivelasse la magia al momento giusto. Ha cambiato la meccanica del servizio, accettandone i rischi e le conseguenze negative. Ma da quattro partite non subisce break, un record nella sua carriera.
La serie di 20 set vinti di fila indoor lo avvicina a due grandi sogni. A un'altra grande storia, quella del tennis italiano. Se dovesse arrivare in semifinale, infatti, sono Felix Auger-Aliassime potrebbe impedirgli di entrare domani in Top 10 nel ranking ATP. E allo stesso tempo supererebbe l'amico Hubert Hurkacz nella Race to Turin, diventando virtualmente l'ultimo dei qualificati per la prima edizione italiana delle Nitto ATP Finals, che potrebbe diventare anche la prima di sempre con due azzurri in singolare al via.
"Provo a non pensare alle Finals - ha detto l'azzurro dopo la partita -, ma alla fine non ci riesco. Voglio qualificarmi, se non ci riesco quest'anno spero di farcela il prossimo" ha detto.
Non ci sarà però l'atteso derby contro Lorenzo Sonego, a cui non è bastato giocare un gran match per fare un ulteriore favore al ventenne di Sesto Pusteria. Non ce l'ha fatta a battere Casper Ruud al termine di tre set di fuoco. Jannik ha già battuto il norvegese, proprio a Vienna un anno fa. Ma in dodici mesi anche il norvegese, come lui, ha cambiato marcia. "Ruud è migliorato incredibilmente, soprattutto sul veloce - ha detto l'azzurro -. È davanti a me nella Race, è in fiducia. Mi aspetto una grande battaglia". Difficile dargli torto. Impossibile non continuare a sognare.
ERSTE BANK OPEN: GUARDA GLI HIGHLIGHTS DEGLI INCONTRI
Schwartzman b. Monfils 76(5) 46 62
Tiafoe b Tsitsipas 36 63 64
Ruud b Sonego 75 46 64
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