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L’azzurro vince al quinto set contro la bestia nera Fucsovics e prenota il faccia a faccia negli ottavi contro Stefanos Tsitsipas, n.4 del mondo che lo scorso anno lo superò nei quarti di finale. “Mi piace giocare gli Slam, mi piacere stare in campo. Mi piace il tennis”
di Dario Castaldo, da Melbourne | 20 gennaio 2023
Dopo le pillole ingioiate a Londra contro Djokovic e a New York contro Alcaraz, Jannik Sinner ribalta i ruoli e si aggiudica contro Marton Fucsovics la sua prima vittoria Slam dopo aver recuperato due set di svantaggio. 4-6 4-6 6-1 6-2 6-0 il punteggio dell’incontro sulla Margaret Court Arena, sulle cui tribune è spuntato anche uno striscione degli ultrà di San Candido.
L’ottava volta agli ottavi di uno Slam sa di pietra miliare non solo perché è la prima con una rimonta da 0-2 (e 0-2 nel quarto set), ma anche perché per trovare un tennista capace di qualificarsi 8 volte alla seconda settimana di un major alla sua età, bisogna sfogliare la biografia di un serbo di nome Novak.
Di fronte a certi traguardi, a numeri che impongono paragoni scomodi, Jannik fa spallucce, rifugiandosi sotto una coperta fatta di umiltà e imbarazzo. “Tutte le partite sono importanti e tutte le partite vinte sono indicative – spiega - però gli Slam mi piacciono in modo particolare. Forse anche perché a me piace stare in campo. Perché mi piace giocare a tennis”.
Tanto da pensare che anche lui a 36 anni si ritroverà come sir Andy Murray a lottare alle 4 di notte per guadagnarsi l’ennesimo pass per il terzo turno di uno Slam?
“Non è un orario ideale perché poi non hai spazio per recuperare. Ma sai… qualche volta può succedere. Anche a me in passato è capitato di finire molto tardi, ma in questo torneo sono stato fortunato perché mi hanno sempre fatto giocare alle 11 di mattina”.
Una fortuna che il tennista azzurro si era poi meritato sul campo, demolendo prima Edmund e poi Etcheverry. Contro l’amico Fucsovics (non solo fair-play di cortesia il saluto a rete e il pollice verso che i due si sono scambiati alla fine), Jannik è partito contratto, a dimostrazione del fatto che il ritardo negli scontri diretti non era né casuale né solo figlio della sua giovane età. L’ungherese si era portato a casa 2 dei 3 precedenti, lo aveva superato in entrambi i confronti a livello Slam e lo aveva già battuto a Melbourne. Persi i primi due parziali 6-4 6-4 (come nel match del 2020), Jannik ha rialzato la testa e ha cambiato pelle, replicando con tagli e variazioni agli slice del magiaro.
“Sono entrato in campo con un’idea tattica alla quale lui ha trovato le giuste contromisure. Ne è venuta fuori una partita difficile, nella quale mi sono dovuto adattare, cambiando qualcosa in corsa. Dopo aver ottenuto il break ad inizio terzo mi sono ripreso e ho cominciato anche a servire meglio”. Vinto il set 6-1, all’inizio del quarto parziale Jannik ha ceduto la battuta per la quinta e ultima volta nel match. Il game del 2-0 nel quarto, anzi, è stato l’ultimo del magiaro, surclassato nell’ultima ora da un Sinner sontuoso, che ha messo a referto un parziale di 12 giochi di fila e di 49 punti a 17, qualificandosi per gli ottavi in 3 ore e 33.
Adesso lo attende il primo vero muro del torneo, quello Stefanos Tsitsipas che un anno fa gli chiuse a chiave tutte le porte. “Essere di nuovo negli ottavi è sicuramente una bella cosa – dice Jannik – però ovviamente proverò a non fermarmi qui. L’anno scorso come sappiamo ci abbiamo perso, ma il mio l’obiettivo è di andare avanti “.