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Sonego conquista il terzo titolo in carriera, il primo sul duro. Nel secondo set il pubblico fischia Bublik che si lancia in una serie di giocate discutibili
di Alessandro Mastroluca | 25 settembre 2022
Misurato, efficace, brillante. A Metz è tornato il miglior Lorenzo Sonego, che ha fatto ballare i tifosi francesi. Il torinese ha completato la miglior settimana del 2022. In finale ha battuto Alexander Bublik 76(3) 62 diventando il quarto italiano a conquistare un titolo ATP nel 2022. Dopo Matteo Berrettini (Stoccarda e Queen's), Lorenzo Musetti (Amburgo) e Jannik Sinner (Umago), Sonego ha festeggiato nell'ATP 250 francese il suo primo titolo sul cemento. Finora, infatti, nel circuito maggiore aveva trionfato nel 2019 ad Antalya sull'erba e nel 2021 a Cagliari sulla terra rossa.
Bello e intenso l'abbraccio con il coach Arbino per un risultato che lo riporterà in Top 50, al 44° posto nel ranking ATP. Ovvero, appena tre posizioni sotto Bublik che ha perso la sesta finale sulle sette disputate in carriera.
Secondo italiano in finale nel torneo, Sonego ha salvato tre palle break consecutive nel quinto game, da 2-2 0-40. Bublik è bravo a prendere campo e accorciare lo scambio per salvare un primo set point nel primo parziale (4-5 30-40) ma il torinese è più lucido, preciso, brillante nei punti decisivi del tiebreak.
Il kazako è timido nell'approccio di diritto che permette a Sonego di contrattaccare e firmare il minibreak del 4-3 che indirizza il tiebreak. Il torinese si esalta, difende e affonda con il diritto con la stessa efficacia mentre Bublik chiude il set tra volée sbagliate, palle corte affrettate e un ultimo diritto lungo di almeno mezzo metro. Nei punti che hanno deciso il set, l'intraprendenza di Sonego, dunque, ha fatto la differenza rispetto alla precipitazione e all'apparente casualità delle scelte di Bublik.
From there!?!?@lorenzo_sonego @MoselleOpen pic.twitter.com/EKQGGIJxdV
— Tennis TV (@TennisTV) September 25, 2022
Copre meglio il campo Sonego, sia in termini di spostamenti in orizzontale sia nelle transizioni verso rete. Con il passare dei game, guadagna convinzione e la qualità del suo tennis parallelamente sale. Rivedere per credere il passante lungolinea, tirato da lontanissimo, che chiude il secondo gioco del secondo set: anche Arbino, orgoglioso, applaude.
Poi, Bublik perde la testa. Protessta perché Sonego avrebbe impiegato troppo tempo a chiedere la verifica del segno, infila un servizio da sotto dopo l'altro poi sulla palla del doppio break per l'azzurro impugna la racchetta al contrario e colpisce una volée con il manico. Sonego ringrazia e sale 4-1, il pubblico fischia, Bublik ride e si inchina verso i tifosi che gli mostrano una crescente disapprovazione.
Come dimostra bene il secondo set, Sonego e Bublik hanno due modi diversi di mostrare leggerezza che per entrambi è un modo per assecondare la propria indole e tradurla in un tennis in cui rispecchiarsi. Ma c'è anche altro. C'è una convivenza meno semplice con il proprio lato più pensoso e con le conseguenze del suo manifestarsi.
Sonego, spiegava il coach "Gipo" Arbino a SuperTennis nel 2021, "ha sempre trasformato la tensione in un’arma, in carica positiva e di adrenalina, evidentemente nel suo percorso di maturazione è giunto a una fase in cui pensa di più e a volte questo sul campo può essere controproducente. Di sicuro è più semplice approcciarsi a un match quando non si ha nulla da perdere, come ad esempio quando muoveva i primi passi nel circuito internazionale, mentre adesso la situazione è ben diversa”.
Tutta la gioia di Lorenzo Sonego (foto Twitter "Moselle Open")
Il torinese esprime il meglio del suo gioco quando porta in campo una spensieratezza non costruita, la stessa con cui ha inciso una canzone insieme all'amico rapper AlterEdo o si è prodotto in balletti condivisi sui social network e l'anno scorso con tutto il pubblico degli Internazionali d'Italia.
Bublik, al contrario, ha sempre detto di giocare solo perché è un modo per guadagnare, come un lavoratore chiamato a svolgere un lavoro poco stimolante e di cui poco gli interessa. Ma da giovane, raccontava al sito dell'ATP, prima di ogni partita studiava compulsivamente le prospettive di classifica, i punti che avrebbe guadagnato e perso. "Quando c'era una settimana importante, però, mi dicevo che dovevo fare un certo risultato ma sentivo molta tensione e perdevo 60 61". Ecco allora che mostrarsi disinteressato diventa una strategia. Ma l'emotività non si nasconde su un campo da tennis.