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Sonego, cuore Toro: "Nella battaglia mi esalto"

“Quando mi trovo ad affrontare delle difficoltà – spiega il piemontese dopo il successo su Humbert – sento gli stimoli giusti e provo a tirare fuori tutto quello che ho. A volte va bene, a volte male, ma più la partita è in bilico e più mi esalto"

11 aprile 2023

Lorenzo Sonego (Foto by Monte-Carlo Rolex Masters)

Una vittoria alla Sonego, una sconfitta alla Humbert. Il match di primo turno del Masters 1000 di Monte-Carlo ha mandato in scena una sfida in pieno clima Davis. Anzi, in pieno clima Mondiali di calcio, a giudicare dai cori dei tifosi azzurri presenti sulle tribune del campo 2 del Principato e dalla sciarpa del Toro finita in campo al termine del confronto. 

Al francese non è bastato, nell'ordine: servire per il match sul 5-4 del secondo, andare avanti 4-2 (con due palle del 5-2) nel terzo, arrivare per quattro volte al match-point. Non gli è bastato perché Sonego, dall'altra parte della rete, sapeva che doveva resistere, all'avversario e pure a un problema muscolare (accenno di crampi) che lo ha costretto a un trattamento in avvio di parziale decisivo.

“Quando affronto delle difficoltà – spiega Sonego – è proprio in quel momento che reagisco. Mi piace giocare in lotta, sento gli stimoli giusti e provo a tirare fuori tutto quello che ho. A volte va bene, a volte male, ma più la partita è in bilico e più mi esalto. Le condizioni di gioco stavolta erano abbastanza rapide, lui stava giocando bene e fino alla fine del secondo ha sbagliato poco. È stato bravo a rimanere sempre avanti. Solo nel momento in cui doveva chiudere è calato un pochino, io ne ho approfittato”.

Non è il primo incontro che Humbert perde in questo modo, ma sono molti più i meriti di Sonego rispetto ai demeriti del francese. “Ho visto che è diventato insicuro da un certo momento in poi, faceva errori gratuiti e non riusciva a spingere come aveva fatto in precedenza. L'ho notato chiaramente e ho cercato di essere io aggressivo. Nel terzo, all'inizio, ho avuto un po' di affaticamento e ho preferito chiamare il fisio, ma niente di serio”.

Il campo numero 2 del Principato si è trasformato in una sorta di Casa Italia, con tante bandiere sulle tribune. “Sentivo quasi di giocare in casa. La sciarpa del Toro me l'hanno lanciata dal pubblico, può anche essere stato mio zio, che è un tifoso sfegatato. L'atmosfera era bellissima perché era un mix di italiani e francesi che tifavano per l'uno o per l'altro. Abbiamo dato spettacolo”.

Al prossimo turno, però, c'è uno dei giocatori più in forma del momento. “Medvedev è un giocatore straordinario che può fare bene ovunque. È solido in generale, anche se ovviamente gioca meglio sul veloce ed è da tanto che non fa tornei sulla terra, dunque forse qui potrebbe essere più giocabile. Il problema per gli altri è che si muove bene e su un campo così grande come il Centrale, anche questo aspetto potrà fare la differenza. Il fatto che non lo si ritenga così forte sul rosso non mi interessa, non lo prendo in considerazione. Per me resta un grande giocatore. Io darò tutto, come ad Adelaide dove a inizio anno avevo fatto una buonissima partita. Ma lui adesso è in fiducia perché ha vinto davvero tanto”. 

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