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Capita spesso, a livello Challenger, di trovare grandi nomi di oggi nei tabelloni del passato. Capita meno di frequente, invece, nei tornei Itf. Trento, che apre la stagione nello Stivale, ha ospitato negli anni personaggi di spicco del panorama mondiale, anche se solo Sinner si è preso il trofeo
28 marzo 2023
Trovare negli albi d'oro dei Challenger, o più semplicemente nei tabelloni, tracce di futuri top 10 o di vincitori Slam, è ormai una regola consolidata. Lo sanno bene gli organizzatori di alcuni eventi italiani, da Bergamo (Berrettini e Sinner) a Barletta (Nadal), passando per Sanremo (Djokovic). Quando si parla di circuito Itf, tuttavia, non è scontato scovare nomi altrettanto prestigiosi nella storia di un torneo. Così l'appuntamento di Trento, che apre la stagione nello Stivale, diventa un esempio virtuoso di come sia possibile – una volta individuata la data corretta e ottenuta la fiducia dei pro – creare qualcosa di straordinario con un montepremi tutto sommato ridotto.
Oggi la manifestazione dell'Ata Battisti mette sul piatto 25 mila dollari di montepremi, ma quando tutto cominciò, nel 2005, si parlava di un '15 mila'. Quell'esordio assoluto vide il successo di Giorgio Galimberti, numero 1 del seeding, con Paolo Lorenzi e l'attuale coach di Sinner, Simone Vagnozzi, come altri nomi da tenere d'occhio. Nel corso degli anni, il torneo ha attirato sempre più atleti provenienti da altri Paesi, e tra questi ci sono personaggi che – adesso – si contendono gli Slam.
Un nome su tutti? Daniil Medvedev, che approdò a Trento nel 2015 per giocare le qualificazioni, le superò e poi si arrese negli ottavi del main draw contro l'irlandese Sam Barry, mai più su del numero 255 Atp. Chi, quella volta, si prese un weekend per dare un'occhiata alle qualificazioni di un (apparentemente) anonimo Itf, ebbe la possibilità di gustarsi non solo un futuro numero 1 del mondo, ma pure due italiani che sono altrettanti pilastri del rinascimento del movimento tricolore: Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego. Il titolo, per la cronaca, andò al canadese Philip Bester, numero 225 come best ranking. Come a ribadire: non fidatevi dei risultati, quando ci sono di mezzo atleti in formazione.
Per arrivare più vicino ai giorni nostri, bisogna arrivare al 2019. Quell'anno, a Trento, arrivarono Lorenzo Musetti e Jannik Sinner: il primo uscì al primo turno per mano del tedesco Lenz, mentre il secondo (che era reduce dal trionfo di Bergamo, categoria Challenger) si aggiudicò il trofeo a spese dell'altro tedesco Jeremy Jahn. Jannik infilò, tra Bergamo e Santa Margherita di Pula, una striscia di 16 vittorie consecutive, interrotta poi nel Challenger di Alicante da Carlos Alcaraz.
Nelle ultime stagioni, Trento ha avuto modo di ospitare altri italiani di grande interesse. Per esempio Matteo Arnaldi, Giulio Zeppieri e Mattia Bellucci. Nessuno dei quali, tuttavia, è riuscito ad arrivare in fondo. Nella storia dell'evento trentino manca il vincitore del 2021, quando la pandemia stava ancora mordendo e si decise di non mandare in scena il torneo. Alla ripresa, nel 2022, il titolo andò al tedesco Marvin Moeller, che conquistò il suo primo 25 mila dollari, a spese del ceco Petr Nouza.
Quest'anno Trento torna ad aprire la stagione italiana del circuito Itf, che proseguirà poi con un pokerissimo di appuntamenti a Santa Margherita di Pula (uomini e donne). Per le ragazze, il calendario proseguirà quindi con i 60 mila dollari di Grado (dal 22 maggio), Brescia (dal 29), Caserta e Roma. Tornando agli uomini, dal 15 maggio sarà tempo del 25 mila dollari di Reggio Emilia, seguito da Roma (29 maggio), Frascati, Chieti, Cattolica e Bergamo. Proprio quest'ultimo torneo, sui campi del Città dei Mille, rappresenta un perfetto esempio di come, dentro a queste manifestazioni, si nascondano tanta bellezza e tanto futuro. Nell'edizione del 2004, rimasta storica, si ritrovarono nello stesso tabellone Novak Djokovic, Gael Monfils e Jo-Wilfried Tsonga. Con un dettaglio da precisare: nessuno dei tre riuscì a vincere il titolo, andato però a un futuro numero 5 del mondo di doppio: il ceco Lukas Dlouhy.
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